Inaugurata, a Siracusa, domenica 18 Gennaio 2015, la Mostra antologica
di Gino Cilio presso l’ ex Convento del Ritiro in Via Mirabella.
SIRACUSA – La mostra resterà aperta fino al 28 febbraio e ha registrato gli interventi degli artisti Saverio Bertrand, Salvo Bonnici, Germana Falco, Laleña Kurtz, Salvatore Mauro, Anna Milano Carè, Irene Penzin, Salvatore Puzzo, Aldo Taranto e Maria Rosa Tripodi. Gino B. Cilio, un artista che ha speso una vita per l’arte e per cui l’arte stessa è stata motivo di vita, ha offerto al pubblico una ricchissima e complessa mostra antologica in ben tre spazi espositivi: la Galleria d’Arte Contemporanea, il Convento del Ritiro e la Galleria Quadrifoglio. A completamento della kermesse, come ogni buon maestro, Gino B. Cilio ha coinvolto un certo numero di artisti che hanno partecipato con delle installazioni in uno degli ambienti dell’ex Convento del Ritiro.
Tutte le opere in mostra, Digital Art, Scrittura Visuale e Libri d’artista e Conformazioni Tridimensionali vogliono “recuperare” il concetto di bellezza e poesia, categorie estetiche che l’arte contemporanea, soprattutto made in Usa, sembra aver dimenticato secondo la teoria per cui realtà ed arte coincidono. Ne conseguono le domande: “Allora, perché il pensiero che cerca di comprendere?” Oppure: “L’arte perché?”. Gino B. Cilio, che nella sua lunga carriera ha esposto in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, attraverso le opere ha dato a suo modo le proprie risposte sia dal punto di vista strettamente estetico ed artistico sia contenutistico. Ogni fenomeno (dal greco: phos, luce, e phaìnomai, appaio) dice se stesso e nello stesso tempo allude ad altro da sé, suggerisce cioè ulteriori significazioni, così le figurazioni dell’artista in questione in quanto fenomeno, nell’accezione di cui si diceva, stabiliscono una rosa di relazioni che si aprono a inedite allusioni sia come detto, e cioè come immagine in sé, sia come non detto. E sul non detto si gioca la partita con il riguardante, secondo un flusso di relazioni non rigide ma duttili, appunto perché diverso è il pensiero da fruitore a fruitore.
E Gino B. Cilio attraverso la molteplicità e varietà delle immagini, degli stilemi e delle invenzioni ne dà ampia testimonianza con questa vasta mostra. Equilibri di forme e di colore, di segno e di ritmo del segno, di detto e non detto, di bellezza e poesia, inducono ogni astante a pensare che contro la violenza esiste ancora la bellezza. Interventi critici sono stati portati da Lidia Pizzo, Nino Portoghese e dall’architetto Pappalardo davanti a un folto pubblico di appassionati d’arte moderna. Un voluminoso catalogo è stato distribuito agli intervenuti.