A Giarre si inaugura lo Sportello Famiglia: supporto e speranza per i detenuti e i loro congiunti

Il 28 aprile scorso rappresenta una data importante per il Comune di Giarre e noi, di Globus Magazine e Globus Televison, eravamo presenti.

L’apertura dello Sportello Famiglia a Giarre rappresenta un’importante opportunità per le famiglie dei detenuti, che spesso si trovano in situazioni di disagio e difficoltà. La mancanza di supporto e di informazioni può infatti aggravare la condizione di sofferenza di chi vive lontano dai propri cari e può ostacolare il percorso di riabilitazione del detenuto. Il servizio rappresenta una risposta concreta alla necessità di fornire supporto alle famiglie, creando un ponte di dialogo tra loro e le istituzioni penitenziarie. La presenza di uno Sportello Famiglia a Giarre rappresenta, quindi, un passo avanti nella lotta contro l’emarginazione e l’isolamento dei detenuti e delle loro famiglie, favorendo la loro reintegrazione nella società e la costruzione di relazioni positive.

Inoltre, lo sportello mira a garantire la dignità delle persone detenute, fornendo loro supporto nell’approccio alla socialità e nell’attività lavorativa, anche dopo l’uscita dal carcere. Il servizio offerto è innovativo nel territorio regionale, poiché si preoccupa anche dell’accoglienza dei familiari delle persone detenute, i quali spesso subiscono gli effetti negativi dell’esperienza di vita dei propri cari. Inoltre, grazie alla vicinanza dell’ufficio di esecuzione penale esterno, l’istituzione ha la possibilità di creare una progettualità che coinvolge le famiglie nella gestione dell’esecuzione penale fuori dal carcere.

Lo Sportello Famiglia nasce da un protocollo di intesa fra UDEPE, ufficio distrettuale esecuzione penale esterna di Catania e l’ICATT, istituti a custodia attenuata per il trattamento delle tossico dipendenze di Giarre. All’inaugurazione erano presenti: per l’amministrazione comunale il sindaco, dott. Leonardo Cantarella, la dott.ssa Giuseppina Savoca, assessore ai servizi sociali, l’avvocato Giuseppe Cavallaro, assessore alla politiche giovanili e comunitarie, la dott.ssa Antonella Santonoceto, assessore alle pari opportunità. Per l’istituzione di Stato: la dott.ssa Elisabetta Zito, direttore UDEPE Catania e della C.C. di Noto, il dott. Antonio Gerardi, già direttore UDEPE Catania; la dott.ssa Giorgia Gruttadauria, dirigente penitenziario “Casa Circondariale Caltagirone”  e Reggente della “C.C. Giarre“. Inoltre presente la dott.ssa Rossana Strano, volontaria ICATT di Giarre.

La creazione e, poi, l’attuazione di uno sportello famiglia dedicato appositamente per i detenuti e i propri familiari è stata a lungo ponderata e voluta e la sua attivazione necessitava di una struttura e una sede che ha trovato  la disponibilità  nei locali del Comune e che garantisce, soprattutto, – come dichiara Leonardo Cantarella – “una certa privacy e una certa intimità perché molte cose devono essere discusse nel modo e nelle forme e nei luoghi giusti”.

Si inizia, pertanto, l’impegno di fornire supporto e assistenza a tutti coloro che ne hanno bisogno, garantendo la loro dignità e un approccio positivo alla socialità e all’attività lavorativa. Il progetto  – dichiara  Giuseppina Savoca – “è nato sia per le famiglie dei detenuti che per i detenuti e soprattutto per il dopo, per gli ex detenuti, è una sensibilizzazione e un processo che inizia dopo l’uscita dal carcere che cercherà di dare supporto sia alle famiglie sia ai detenuti e soprattutto garantire la dignità di queste persone attraverso cooperazione, assistenza di approccio alla socialità e, anche, all’attività lavorativa del dopo, processo lavorativo e reinserimento nella vita normale di tutti i giorni“.

Per la realizzazione dello Sportello Famiglia è stato necessario convergere tutti i poteri istituzionali. Il servizio – dichiara Giuseppe Cavallaro – “E’ un progetto che mette in sinergia diverse amministrazioni, si fa rete, questo devo dire non è facile perché si vanno a confluire delle attività completamente diverse, da amministrazioni diverse, progetto unico, non è un progetto da parte dell’amministrazione stessa, quindi la maturità nell’affrontare un percorso del genere l’hanno manifestata finalizzando questo front office nei confronti dei parenti, dei detenuti, del resto abbiamo un impegno, un obbligo dopo la carcerazione, durante la carcerazione queste sinergie devono funzionare a far sì che il sistema carcerario rieduchi insieme a quelle che sono le amministrazioni“.

Si prospettano maggiori attenzioni e controlli su tutto il territorio. “E’ chiaro che l’attenzione nostra è dedicata al territorio tutto in particolare alle fasce più deboli – afferma Antonella Santonoceto – e più delicate. La donna in questo momento è sempre e comunque sotto i riflettori. Giarre, purtroppo, in questi ultimi mesi ha annoverato diversi casi di problematiche inerenti la salute fisica e non solo delle donne, purtroppo ogni giorno ci scontriamo con delle realtà molti tristi e a qualsiasi livello sia culturale sia economico. Quindi gli occhi sono puntati su questa realtà e le pari opportunità si occuperanno sicuramente di questa fascia dedicata”.

Questo servizio rappresenta un’innovazione nel territorio regionale, poiché offre ai familiari dei detenuti un punto di confronto con chi rappresenta l’istituzione. L’esperienza di vita di coloro che hanno un congiunto in carcere può essere estremamente difficile e questo sportello rappresenta una possibilità concreta di supporto. Oltre alle istituzioni “È molto importante – secondo Elisabetta Zitoil fatto che a questo servizio partecipino i volontari perché rappresenta il volontariato nell’esecuzione penale, questo, spesso, sfugge alla collettività, rappresenta il mondo del volontariato un partner fondamentale che il legislatore ha scelto come soggetto che conduce l’esecuzione penale sia intramoenia che extramoenia”.

In particolare, l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterno – ribadisce Elisabetta Zito – ha il compito di facilitare l’esecuzione della pena fuori dal carcere, e quindi ha la possibilità di creare progetti che coinvolgono le famiglie come possibili punti di accoglienza e supporto per i detenuti”.

Soddisfatto appare Antonio Gerardi – che lo conferma – “assolutamente sì e devo sottolineare che l’apertura di questo ufficio fa parte di un tragitto di delocalizzazione degli uffici del servizio e dell’ufficio distrettuale. Abbiamo, prima, creato un ufficio in tribunale, poi un ufficio ad Acireale. Io ho firmato il protocollo di intesa e desso c’è l’attuazione che è rivolto alle famiglie e alle persone carcerate perché è un momento molto difficile quello del post detenzione”.

E’ un momento molto importante – ribadisce Giorgia Gruttadaurianel quale, ancora una volta, grazie al lavoro, all’impegno, all’abnegazione e alla passione dei nostri funzionari si riesce a concretizzare quel senso di rieducazione, di vicinanza del territorio con chi si trova in esecuzione intramuraria. Sicuramente i detenuti e le loro famiglie potranno, attraverso questo utilissimo strumento, accorciare dei tempi e dei luoghi che non sono solo fisici, ma, anche, mentali perché potranno avere delle indicazioni molto pratiche relativamente al loro reinserimento sul territorio, su ciò che i servizi sociali del comune potranno offrirgli. Potranno realmente riappropriarsi di quel senso di cittadinanza attiva che deve fare parte della rieducazione del detenuto”.

L’iniziativa dello Sportello Famiglia è senz’altro lodevole e importante, non solo per le istituzioni che devono essere sempre presenti ed efficienti, ma, anche, per la comunità che deve essere informata ed educata. L’informazione e la formazione deve riuscire a coinvolgere le associazioni locali e le organizzazioni della società civile, come le associazioni di volontariato e i gruppi di assistenza sociale. Queste organizzazioni possono svolgere un ruolo cruciale nell’aiutare a diffondere l’iniziativa tra le famiglie dei detenuti e sensibilizzare la comunità locale sull’importanza del sostegno ai detenuti e alle loro famiglie.

Per far sì che l’iniziativa possa coinvolgere e sensibilizzare la comunità, sono necessari strumenti di comunicazione efficaci, il coinvolgimento degli operatori del carcere e del tribunale, nonché il supporto delle organizzazioni della società civile. Solo con un’azione coordinata e collaborativa, sarà possibile garantire il successo dell’iniziativa e il benessere delle famiglie dei detenuti e dei detenuti stessi.

Interviene Rossana Strano che afferma “sono volontaria del carcere dell’ICATT di Giarre. Mi sono approcciata al volontariato, diciamo che è una cosa che mi sono sempre sentita dentro, ho fatto un progetto, l’ho portato avanti, l’ho concluso con la stesura di un libro che è stato presentato l’anno scorso. E’ una bella sensazione con i ragazzi. Il libro è Ricomincio da me ed è la storia di alcuni ragazzi che durante gli incontri di gruppo hanno esternato le loro emozioni, hanno tirato fuori tante cose che non sono mai riusciti a dire“.

Oltre alle istituzioni, alla collettività, ai volontari, esiste un altro fattore, altrettanto, importante ossia il terzo settore, che gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella sostenibilità dello Sportello Famiglia. Le organizzazioni del terzo settore possono contribuire alla formazione degli operatori e alla realizzazione di attività volte a migliorare la qualità della vita dei detenuti e dei loro familiari. Le cooperative sociali, invece, possono fornire il supporto necessario per l’organizzazione di progetti e attività volte a favorire l’inserimento lavorativo dei detenuti che escono dal carcere, creando così le condizioni per il loro reinserimento nella società.

Inoltre, le organizzazioni del terzo settore possono rappresentare un importante punto di riferimento per i familiari dei detenuti che, spesso, si trovano in difficoltà nell’affrontare la situazione di carcerazione dei propri cari. Queste organizzazioni possono fornire supporto psicologico e sociale ai familiari, aiutandoli a superare le difficoltà legate alla separazione.

Infine, il terzo settore è un attore fondamentale nello sviluppo dello Sportello Famiglia, poiché può fornire il supporto necessario per garantire il successo dell’iniziativa e per favorire anche la riabilitazione dei detenuti creando nuove identità nella società.

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