MONDIALE DI CICLISMO DOHA 2016: “SAGAN RADDOPPIA E RINGRAZIA!”

Nel mondiale di Doha, il più altimetricamente insignificante della storia, bis di Sagan in volata ristretta. Battuti Cavendish e Boonen. Per Nizzolo, quinto, un buon piazzamento.

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Nel mondiale di Doha, il più altimetricamente insignificante della storia, bis di Sagan in volata ristretta. Battuti Cavendish e Boonen. Per Nizzolo, quinto, un buon piazzamento.
Lo slovacco ha corso come meglio non poteva, attento a non perdere il treno giusto quando a cento settanta chilometri dall’arrivo i belgi, padroni del vento, si lanciavano all’attacco in modo coraggioso e geniale, è poi rimasto a ruota nella infinita traghettata verso l’arrivo in attesa paziente della stoccata finale. Del resto lo si sapeva, le uniche insidie erano le condizioni metereologiche, caldo e vento, che la carovana avrebbe incontrato nel deserto. Lontano, molto lontano dal traguardo. L’assenza totale di salite, neanche un cavalcavia, non avrebbe potuto condizionare la gara. Ci voleva un azzardo ben giocato. Un cambio di direzione della corsa suggeriva la mossa a chi sa ben ammaestrare il vento. Boonen non tentennava e lanciava i suoi a scatenare la più classica delle battaglie dei ventagli. Sei belgi, a fare il diavolo a quattro, in venti chilometri demoliscono il gruppo annientando le concorrenze più temibili tedesche e francesi. Il forcing toglie lucidità anche a Gaviria, che per non perdere le ruote si auto elimina cozzando contro Durbridge. Il compito iniziale è stato svolto bene, per completare il capolavoro restano però Sagan, Cavendish e Kristoff, tre cagnacci da staccare assolutamente perché più veloci del vecchio leader. Con il gruppo dei migliori anche gli azzurri più attesi Viviani e Nizzolo spalleggiati da Guarnieri e Bennati. È questo il momento clou del campionato del mondo, il resto purtroppo sarà monotonia. Il belgi non riescono a cambiare tattica, sfiniti gli uomini deputati al lavoro grosso Stuyven, Naesen e Keukeleire, ci si attendeva uno scatto da Van Avermaet, da Roelandts, dallo stesso Boonen. Invece il nulla; un trasferimento ad andatura spigliata, ma costante, portava in carrozza gli uomini dallo spunto più veloce sin sull’arrivo. Unico sussulto un allungo del carneade olandese Leezer rintuzzato, manco a dirlo, dai belgi ai seicento metri. Poi magistrale la volata di Sagan che, rimontando sei, sette uomini, vinceva facile.
I nostri hanno corso in modo sufficiente. Non partivano con i favori del pronostico e realisticamente puntavano ad un buon piazzamento. Forse potevano risparmiare un po’ di lavoro a Bennati, nelle ultime tornate del circuito finale, di cui non si è capita bene la finalità. Per il resto, volata un po’ troppo anticipata che ha portato Nizzolo presto allo scoperto, facile preda degli uomini che lo hanno preceduto. Tuttavia si può parlare di dettagli che poco incidono sulla valutazione complessiva della spedizione.
In definitiva non è stato un bel mondiale. I belgi si son dimostrati prima abili pescatori, gettando la rete al momento opportuno, poi meno bravi cacciatori incapaci di stanare le prede più pericolose. Hanno indirizzato la corsa verso un finale avvincente, salvo poi implodere senza riuscire a cambiare spartito.

A Sagan, gran campione del presente e del futuro, non resta che ringraziare.

Non gli toccherà nemmeno cambiare il guardaroba.

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