I Procol Harum con uno show alla Royal Festival Hall di Londra

I Procol Harum celebreranno il 50° anniversario di “A Whiter Shade of Pale” alla Royal Festival Hall di Londra, il 3 marzo prossimo. La band inglese sarà accompagnata da una grande orchestra – The English New Chamber Choir – diretta da David Firman.

FOTO BAND copia

A Whiter Shade of Pale” spegnerà 50 candeline il prossimo anno e I Procol Harum festeggeranno l’evento alla grande, con uno show londinese nel quale proporranno anche brani del loro vasto repertorio, conosciuto in tutto il mondo. Una musica magica che trae spunto da diversi filoni, tra cui blues, R & B, soul, barocca e classica. E, annuncia la band, non mancheranno le sorprese.

Il brano, pubblicato il 12 maggio 1967, è stato scritto da Gary Brooker, Keith Reid e Matthew Fisher, prodotto da Denny Cordell e distribuito dalla Deram Records. Il riff-intro, composto dai pianisti e organisti Brooker-Reid all’organo Hammond, è la libera variazione del brano classico “Aria Sulla Quarta Corda” con alcune componenti della cantata BWV 140 Wachet auf, ruft uns die Stimme, entrambi opere di Johann Sebastian Bach. (la sigla del programma di Piero Angela “Quark”, per intenderci). Il groove del ritornello invece, si ispira a “When a Man Loves a Woman”, di Percy Sledge, canzone uscita l’anno prima.

In meno di un mese il brano raggiunse la vetta delle classifiche inglesi da dove non si sarebbe più mosso per sei mesi, arrivò senza alcuna promozione nella top five americana e in dieci anni sarebbe stato uno tra i 30 singoli al mondo ad aver oltrepassato i dieci milioni di copie vendute.
Come se ciò non bastasse, fu il numero uno nelle classifiche di almeno 6 nazioni e venne tradotto in un’infinità di lingue tra cui l’italiano, dove grazie a Mogol e ai Dik Dik diventò “Senza Luce”, che, mantenendo la parte musicale, si discosta dal testo originale dal significato ermetico.
Tra le versioni internazionali spiccano quelle di Bonnie Tyler, Michael Bolton, Annie Lennox, Eric Clapton e Joe Cocker.


Il testo è sempre stato oggetto di svariate interpretazioni, titolo compreso. Su questo, anche se potrebbe sembrare metafisico, Reid si ispirò a un fatto realmente accaduto in un dancing dove una ragazza già di per se pallida come un fantasma (“at first just ghostly”) impallidì nuovamente per qualche motivo di un “ombra più bianca del pallido“. hsi-procolbook1
La versione più accreditata della lirica spiega che c’è un lui, ubriaco tanto da aver l’impressione d’esser su una nave, tanto da vivere in un’atmosfera surreale; surreale è anche la ragazza che, pallida più del pallido, gli sta dicendo che tutto è finito. La folla intorno, i rumori, lo colpiscono e si dilatano. Sente la voce della sua ragazza, mentre continua ad esser perduto nelle sue carte da gioco; la “sente” come una vestale, pronta al sacrificio estremo, quasi non fosse lei a decidere la fine della loro storia, ma un dio crudele e potentissimo. La salverà, si dice, non permetterà tutto questo, ma non gli è possibile entrare in contatto con la realtà, tanto che i suoi occhi aperti, potrebbero benissimo esser chiusi tanta è la distanza tra lui e quello che gli sta intorno.
(The Ghosts of A Whiter Shade of Pale’ – publishing début by Procol maven Henry Scott-Irvine)

Un’Ombra Più Bianca Del Pallido

Noi ignorammo il leggero Fandango

come carrelli ruotanti per tutto il pavimento

Io avevo una specie di mal di mare

ma la folla ci chiamava fuori per avere di più

La stanza stava canticchiando così forte

che il tetto stava per volare via

Quando chiedemmo un altro drink

il cameriere portò un vassoio

 E fu così che più tardi

appena il Mugnaio raccontò la sua storia

che la sua faccia,

all’inizio solo pallida come un fantasma,

diventò un’ombra più bianca del pallido

 Lei disse che non c’era ragione

e la verità è facile da vedere

Ma io vagai tra le mie carte da gioco

e non volevo lasciare che lei fosse

una delle sedici vestali vergini

che stavano partendo per la costa

E anche se i miei occhi erano aperti

potevano benissimo anche essere chiusi

 E fu così che più tardi,

appena il Mugnaio raccontò la sua storia,

che la sua faccia,

all’inizio solo pallida come un fantasma,

diventò un’ombra più bianca del pallido

E così fu…

 

La lineup della band sul palco della Royal Festival Hall – guidata dal membro fondatore, cantante, pianista e compositore Gary Brooker – dal bassista Matt Pegg, dal batterista Geoff Dunn, dal chitarrista Geoff Whitehorn e dall’organista Hammond Josh Phillips.

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