Al Monte di Pietà di Messina “A fava cc’à scoccia”

Il secondo appuntamento della “Rassegna Teatro Amatoriale”: nel segno della tradizione dialettale siciliana “A fava cc’à scoccia”.

 

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Prosegue la “Rassegna Teatro Amatoriale” organizzata dalla Città Metropolitana di Messina, con la direzione artistica di Antonino Scimone, che ha l’obiettivo di valorizzare le compagnie teatrali amatoriali locali e le loro produzioni artistiche.

Sabato 23 luglio, al Monte di Pietà di Messina, la compagnia teatrale “La Caravella” ha dato vita alla commedia brillante “A fava cc’à scoccia”, tre atti dell’autore-attore, Pippo Castorina, per la regia di Gianni Venuti.

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I personaggi, in questa storia, si muovono nella realtà di un paesino siciliano, riprendendo gli schemi classici della commedia italiana, ispirata da divertenti equivoci che la caratterizzano, a partire dallo stesso titolo “A fava… cc’à scoccia…” che richiama ambiguamente significati e doppi sensi, tipici del dialetto siciliano, esprimendo una simbologia erotica ma di valenza esilarante.

Tutta la vicenda si svolge a casa di Tano (Pippo Castorina) e di sua sorella Concetta (Silvana Foti) che, con la complicità di Gnaziu (Pietro Paga) il cosiddetto U spidugghia faccendi (in realtà lo scemo del paese), cede alle proposte amorose di Pappalardo (Stano Cacia), uno dei principali protagonisti della vicenda.

“Il fatto compiuto” apre e caratterizza il secondo atto e Concetta non riesce ad evitare le facili allusioni alla sua presunta gravidanza, mentre l’amica Tina (Giovanna Raffa) e sua figlia Lilla (Barbara Buccheri) cercano di confortarla.

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Il signor Pappalardo, stanco, spossato e… indebolito da un certo tipo di fatiche…, non riesce a gestire l’evolversi degli eventi, entra in crisi e, purtroppo per lui, la morte lo coglie all’improvviso. Tano, fratello di Concetta, non si rende conto di quanto succede e a questo punto entrano in scena un Dottore (Gaetano Murabito) ed un Becchino (Gregory Costantino): il primo, dopo averla visitata, diagnostica la gravidanza di Concetta mentre il secondo si occuperà del povero defunto.

Presenti in scena anche Don Paolino (Matteo Milicia) e Rosaria (Antonella Santapaola), segreta spasimante di Tano e in conclusione, al terzo atto, anche l’arrivo della figlia americana di Pappalardo, Amalia (Maria Rita Donato).

Con le radici nella tradizione del teatro dialettale siciliano, è bella e convincente la prova di tutta la compagnia che ci ha regalato, con vari colpi di scena coinvolgenti e parecchie situazioni spassose fino alla fine, due ore di sano divertimento in una commedia che si è delineata anche attraverso il genere della “farsa”, come quelle di Martoglio o di pirandelliana memoria, all’interno di una scenografia artigianalmente ben realizzata.

 

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Un plauso particolare va a Pippo Castorina, autore della commedia, per il suo sostanziale contributo al patrimonio della cultura popolare siciliana e messinese perché, con la mimica usata dai protagonisti e la tipica gestualità nostrana, riesce a diffondere e al tempo stesso tramandare gli elementi caratteristici del nostro dialetto.

Meritati elogi vanno all’autore anche per l’aspetto sociale della sua attività teatrale poiché, da oltre venti anni, Pippo Castorina organizza i suoi spettacoli anche per scopi benefici a sostegno delle categorie più deboli come i diversamente abili.

Lui stesso, alla fine dello spettacolo, insieme ai ringraziamenti, ha annunciato al riguardo una prossima importante e lodevole iniziativa che seguiremo con estremo interesse.

In programma nel cartellone della “Rassegna Teatro Amatoriale” l’ultimo appuntamento in due date, sabato 30 e domenica 31 luglio, con la compagnia teatrale “Vaudeville” che presenterà “Ti amo, ma ora basta”, spettacolo musicale con la regia di Alessandro Alù.

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