Intervista al creativo, Antonio Policarpo

Premiamo con questa intervista, un giovane palermitano che ha dimostrato che nella vita c’è sempre una seconda chance, che si può ritrovare consapevolezza ed entusiasmo anche se la strada è in salita e che tutto può cambiare guardando il mondo con una nuova ‘luce di speranza’.

Antonio ha già pubblicato un libro di poesie, dipinge, ed ha in progetto una personale in una famosa enoteca storica palermitana.

Il tuo percorso artistico,  unito a quello di vita, ha avuto molti alti e bassi. Cosa suggeriresti a tuoi coetanei per superare gli ostacoli che a volte la vita ci pone davanti?

Al compimento dei miei 28 anni scopro l’amore e lo sfogo impattante per la scrittura,  in particolare nella sua più eccelsa forma:la poesia. Definendo lineamenti coltivati durante il proprio vissuto da fatti meramente esperienziali diretta ed esaltante fortezza nella quale ho trovato rifugio terapeuticamente parlando, all’interno dei quali la “natura” ha posto in seno il suo potente potere guaritore dei mali interiori e della psiche, insieme a mio papà Gianni, pilastro portante di questa nostra grande bella famiglia, “rifugio nel quale trovarsi in un quieto letargo, durante le tormente che tutti noi viviamo e se debbo dirla tutta ho sempre l’ impressione che  nelle città  gli uomini si sentono come“soldati in trincea!”.

Molti significati reconditi celano i tuoi disegni. Che messaggi subliminali vuoi dare a chi guarda i tuoi schizzi?

Un percorso artistico paragonabile ad un vulcano inattivo visto e malamente inquadrato, con profili che non rispecchiavano la mia vera essenza,  ma che al suo interno fermentava, ribollente  il lume che mi ha condotto con sofferenza alla conoscenza dell’arte figurativa raccogliendo pensieri nel divenire. Un arte, quella pittorica  principalmente astratta, per molti esoterica, sommergendo con la “madre lavica fecondatrice,  gli strumenti che da sempre ho coltivato come l’osservazione del mondo che ruota attorno a noi ed in particolare il silenzio.Tutto ciò praticato, molte delle volte, con il mio carissimo amico Alfredino scomparso purtroppo prematuramente, al quale dedico il mio secondo libro “Il Brivido di un Silenzio”.Nelle mie opere pittoriche  vi sono presenti, senza ombra di dubbio, dei messaggi. Invito gli spettatori ad interpretarli…affinché ognuno di noi li sciolga come dei nodi. Un po’ come succede nella  vita: dopo ogni nodo ve ne sarà un altro sino a giungere all’ultimo che scopriamo essere forse quello giusto, portandolo nel “luogo” dove anima, corpo e spirito attraccano nella quieta pace dei loro sensi.  Uno dei miei motti è: “Sii folle e capirai il mondo, quando a suo tempo giungerà la quiete”.

Nei tuoi quadri, tu anche palesemente dimostri il grande amore per la natura e la gioia che trai nel vivere in aperta campagna.Il contatto con il rigoglioso verde ti ha molto aiutato a superare momenti di sconforto. La pittura e la poesia sono un’ottima panacea a tutti i tormenti del cuore?

Il cuore non ha curepuò esser solo ingannato…ma trae beneficio dall’amore per la natura e più di quel che si possa provare per un uomo o una donna E’ AMORE PER IL CREATO e quindi per il CREATORE.

A quali pittori ti sei ispirato per le tue tele e cosa vorresti che un giorno si dirà di te della tua pittura?

Non mi sono mai ispirato a nessun pittore o scultore, come anche nella poesia, non ho avuto grande ispirazione nei riguardi di opere altrui escluso che per una poetessa che amo particolarmente che risponde al nome di Alda Merini. Sono stati gli altri che mi hanno riportato in luce con la loro conoscenza, dei tratti o stili o inclinazioni che siano pittoriche e/o poetiche verosimili alle mie.Non sono un grande lettore e vago senza alcuna meta prestabilita affinché possa trovarmi come di fronte ad un bellezza tanto nota e conosciuta; paragonandola ad un abbeveratoio disperso tra le campagne siciliane ed io, solitario, raccolgo emozioni e pensieri”. Riguardo a cosa si dirà della mia pittura beh non mi interessa se verrò apprezzatosarò  ancor più contento se scuoterò qualcosa, smuovendo l’interiorità di un emozione”.

Volentieri vorrei riparlare del tuo libro di versi e so che hai in mente di scrivere un altro libro e anche un racconto.

“Il mio primo libro dal titolo Il tremore del battito dei passi di una “vita” volume delirante per la sua genesi, alle volte incomprensibile da interpretare, chiude il cerchio di un percorso di “vita” dove andavano trascritte diverse cose nero su bianco. Ti ringrazio Chiara, mia madrina in arte, che sei riuscita a catturare con delle chiavi di lettura non semplici e comuni, caratteri e spiriti emozionali di un certo rilievo che non apprezzano tutti come ad esempio l’essenza del senso dell’essere” tematica trattata ancor più intensamente ed ampiamente sia in forma poetica che riflessiva nel secondo libro. Durante questo periodo, come ho ricordato prima, sto terminando la stesura  del “Il brivido di un silenzio” all’interno del quale credo di aver catturato una espressione poetica inusuale e nuova stilisticamente parlando il tutto in una cornice nella quale ho svolto e svolgo un percorso antroposofico di scienze spirituali, riuscendo a trovare finalmente con molta contentezza, corrispondenza ed incastro con la teoria  la sua pratica effettiva in agricoltura “l’agricoltura biodinamica” scrutando in me quel pensiero filosofico (Steineriano) che, non trovava un canale, un affluente nel quale viaggiare tutto questo sarà un percorso lungo di felici scoperte e tante inaspettate forme con  strumenti comunicativi invisibili ai nostri occhi ma percepibili per via di corpo, anima e spirito.

A grandi linee, come si svolgerà la tua personale e che hai pensato di fare? Inoltre, racconta come si sono svolte le due presentazioni alle quali hai partecipato di recente e chi sono i tuoi amici con i quali hai partecipato a questa esperienza.

Ho avuto il piacere dincontrare dei compagni di viaggio ed eccellenti artisti di cui citerò le loro opere mostrandole insieme alle mie con  descrizioni estemporanee fatte durante le mostre alle quali abbiamo partecipato  in alcuni locali a Palermo. Giuseppe Diego Spinelli, artista e scultore del plexiglass, Francesca Aurora Inghilleri e Marcella Mannino. (tutto questo lo troverete  nel libro “Il Brivido di un Silenzio”). Per quanto concerne la mia personale avrei il piacere di portare alcune delle mie  opere in mostra qui a Palermo nella enoteca storica del mio amico Angelo, persona che nei miei momenti più bui, è stata un sincero supporto, un fratello dal cuore d’oro.

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