Zebre Rugby: il pilone italo-argentino Bello racconta la sua esperienza in Europa

A rispondere ai microfoni del sito web dello Zebre Rugby Club questa settimana tocca ad un giocatore del reparto degli avanti: il pilone Eduardo Bello

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A rispondere ai microfoni del sito web dello Zebre Rugby Club questa settimana tocca ad un giocatore del reparto degli avanti: il pilone Eduardo Bello. L’argentino, alla sua seconda stagione a Parma, ha rinnovato la scorsa estate il suo contratto con la franchigia federale dopo una positiva stagione dove ha giocato 17 gare di cui 11 da titolare trovando da subito fiducia nello staff tecnico e feeling coi compagni del pack bianconero. Il 22enne di Cordoba ci ha parlato dell’inizio della sua carriera e del confronto tra la tradizione argentina ed il rugby europeo. L’analisi ha poi toccato alcuni temi tecnici quali quello dell’allenamento settimanale del pacchetto di mischia in vista delle sfide internazionali che lo vedono protagonista nel Guinness PRO14 e nella EPCR Challenge Cup con la maglia zebrata. Domenica 4 Novembre il numero 3 sarà impegnato con le sue Zebre all’Arms Park di Cardiff nell’ottavo turno del torneo celtico con calcio d’inizio alle 15.45 italiane.

Come ti sei avvicinato al rugby e cosa rappresenta questo sport nel tuo paese, l’Argentina? Ho cominciato a 9 anni grazie ad un professore della scuola. E’ uno sport che è piaciuto da subito, non ho mai smesso. 

Parlaci un po’ del tuo club d’origine. Si chiama San Martin di Villa Maria, un club piccolo dove mi hanno insegnato tutti i valori del rugby e soprattutto lo spirito di squadra. Poi sono andato all’Atletico Rosario nel 2015 dove abbiamo vinto il secondo campionato argentino poche settimane prima di volare in Italia.

Hai origini italiane? Di che parte d’Italia? I miei bisnonni sono originari del Piemonte.

Quando hai cominciato a giocare arugby chi era il tuo giocatore preferito? Mi è sempre piaciuto vedere il rugby europeo e quello della nazionale argentina. Siccome all’inizio giocavo seconda e terza linea il mio giocatore preferito è stato la seconda linea argentina Patricio Albacete: ha smesso di giocare pochi mesi fa.

Nel 2015 arrivi allo Stadio Lanfranchi con l’Argentina U20 per giocare il mondiale, cosa ti ricordi di quell’esperienza e che impressioni hai avuto dell’Italia? Me lo ricordo bene, è stata la prima volta con la maglia dell’Argentina ed ero molto felice. Mi ricordo che abbiamo perso contro l’Irlanda al Lanfranchi per un calcio piazzato nel finale. E’ stata davvero una bella esperienza, la prima da professionista.

Dopo esserti confrontato con le migliori squadre del vecchio continente cosa ne pensi? Quali le maggiori differenze rispetto al rugby sudamericano?  Volevo tanto giocare in Europa, ora che ci sono è davvero bello giocare contro tutte queste grandi squadre. E’ sempre molto duro affrontare il Guinness PRO14, un po’ diverso dal rugby sudamericana che è prettamente amatoriale. Qui sono tutti professionisti e giochi contro atleti che dedicano la loro vita al rugby: una grande differenza.

In cosa ti senti migliorato durante questo periodo alle Zebre? Più a livello tecnico o fisico? Mi sento molto meglio sia a livello fisico che tecnico: qui si lavora tanto e facciamo una bella preparazione estiva con tanto fitness. Mi sento davvero un giocatore migliore.

La mischia chiusa è una grande tradizione del rugby argentino ed italiano, come allenate questo fondamentale durante la settimana? Non cambia molto l’allenamento della mischia tra l’Italia e l’Argentina, dove si lavora magari un po’ di più a livello individuale. Questa è forse l’unica differenza.

Cos’è la macchina della mischia? E’ un altro pacchetto di mischia col quale si lavorano gli ingaggi ma senza la difficoltà di avere contro un altro pilone, essendo ferma. Serve per affinare le tecniche d’ingaggio ed avanzare tutti insieme.

Nella tua prima gara ufficiale di quest’anno a Glasgow sei stato protagonista di una bella prova del pacchetto di mischia contro il pack scozzese. Cosa cambia per voi avanti a giocare sui terreni sintetici? Per me é stato un bel rientro in campo, con tanta fiducia. Noi avanti abbiamo giocato bene allo Scotstoun contro gli scozzesi. Il campo sintetico è più difficile per me che sono un pilone e non sono abituato a correre tanto per il campo; è sicuramente un terreno più veloce dove sviluppare il gioco. 

All’andata le Zebre hanno superato i gallesi a Parma per 26-24 con una meta di Fabiani da maul all’ultimo assalto, che sfida ci aspetta domenica pomeriggio all’Arms Park? Ci attende una partita diversa da quella di Parma: giochiamo in casa loro e sicuramenre non vorranno perdere ancora. Sarà una gara durissima come quella dell’anno scorso a Cardiff. Hanno giocatori molto forti fisicamente: hanno placcato fortee sono stati molto attenti in difesa, sarà una gara dura a livello fisico.

Appuntamento domenica 4 Novembre alle ore 15.45 italiane per la sfida di Guinness PRO14 contro i gallesi Cardiff Blues  valida per l’ottavo turno del torneo celtico, le Zebre scenderanno in campo all’Arms Park della capitale gallese alle 15.45 italiane.

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