Maurizio Costanzo compie 80 anni. Il successo dei talk show, i figli, la carriera, il matrimonio con Maria De Filippi

Ha intervistato tutti, da Berlusconi a Maradona. Quella di Maurizio Costanzo è una vita al servizio del giornalismo, radio e tv (è in video da 42 anni). Ieri, 28 agosto, ha compiuto 80 anni, un traguardo importante che festeggia con “ironia e commozione”

Il suo compleanno coincide anche con l’anniversario di matrimonio con Maria De Filippi. Icona della televisione italiana, inventore del talk show, ha trascorso una vita a fare domande. “La chiave del nostro mestiere è la curiosità: faccio all’ospite le stesse domande che porrei se non ci fosse la telecamera accesa. L’intervista alla quale sono affezionato di più è il faccia a faccia con Maria: è stato un confronto molto vero e ha fatto record”.

Maurizio Costanzo il 28 agosto ha festeggiato 80 anni.  Ha all’attivo quattro matrimoni e tre separazioni: “Chi vorrei intervistare? Il Papa”. “Il regalo più grande? Che Maria De Filippi mi voglia sempre così bene”, ha raccontato a un noto settimanale. “Maria è una donna attenta, precisa, io sono abbastanza cialtrone, anche sulla mia salute. Se non avessi avuto questo cane pastore vicino non so come sarebbe andata. Mi dispiace dirlo perché non voglio darle soddisfazione, però è così: mi ha salvato da me stesso.  Quando l’ho incontrata, per la prima volta nella mia vita ho pensato: ‘Ecco, questa è la persona che stringerà la mia mano mentre morirò”.

La passione per il giornalismo guida la sua vita sin da ragazzino: “Già a nove anni pensavo di fare il giornalista – ha detto durante un’intervista Maurizio Costanzo – e mi scrivevo un giornale da solo. Leggevo ad alta voce intere commedie di Goldoni, cosa che esasperava i miei genitori, e poi mi chiudevo in camera e ascoltavo alla radio Corrado e Mario Carotenuto”. A quattordici anni scrive una lettera piena d’ammirazione al suo idolo, solo che l’oggetto del suo entusiasmo non è una star della musica o del cinema, o dello sport, ma Indro Montanelli, all’epoca penna di punta del Corriere della Sera, che non solo gli risponde, ma lo riceve anche, e gli snocciola una serie di consigli: “se vuoi fare il giornalista allora inizia il prima possibile”.

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Nel 1956, a 18 diciotto anni, comincia come cronista al quotidiano romano “Paese Sera”. Nel 1957 entra a far parte della redazione del Corriere Mercantile di Genova e a 22 anni comincia a collaborare con “Tv Sorrisi e Canzoni”, intervista fra l’altro il grande Totò. Nel 1960 diventa caporedattore della redazione romana del settimanale “Grazia”. E tre anni dopo esordisce come autore radiofonico per uno spettacolo affidatogli da Luciano Rispoli dal titolo “Canzoni e nuvole” condotto da Nunzio Filogamo. Nel 1966 è coautore del testo della canzone “Se telefonando”, scritto insieme con Ghigo De Chiara, con musica di Ennio Morricone e portata al successo da Mina. Costanzo è anche co-ideatore del personaggio Fracchia, creato e impersonato da Paolo Villaggio, che lui stesso scopre nel 1967 e incoraggia a esordire in un cabaret di Roma. Nel 1970 conduce la trasmissione radiofonica di successo Buon pomeriggio con Dina Luce.

Nel 1981 scoppia lo scandalo della P2, il nome di Maurizio Costanzo è nella lista degli iscritti alla loggia massonica di Licio Gelli, e la sua carriera in perenne ascesa sembra finita per sempre. Un periodo nero in cui l’unico che lo fa lavorare è l’amico Niki Grauso sulla sua Videolina, la televisione regionale sarda.

163245439-15aed136-a6d6-44be-b531-612fe2facfc2 La purga dura meno di un anno e nel 1982 sulla Rete 4 di Silvio Berlusconi va in onda la prima puntata del Maurizio Costanzo Show. Il salotto più longevo della televisione, termometro della società italiana per più di due decenni, macina oltre 4400 puntate e migliaia di ospiti, prima dal teatro Sistina e poi dal Parioli, imponendo all’attenzione del pubblico nuovi personaggi che fanno la fila per essere accolti sulle poltroncine del talk-show. Tra i più amati dal conduttore e dal suo pubblico Wanda Osiris e Carlo Dapporto, David Riondino, Dario Vergassola, Gioele Dix, il professor Stefano Zecchi, Luciano De Crescenzo, conosciuto dal giornalista anni prima quando ancora faceva l’ingegnere per la Ibm e aveva appena scritto Così parlo Bellavista.

Era il 14 settembre 1982 quando, al teatro Sistina di Roma nacque quello che sarebbe diventato in tv lo “spettacolo di parola” piu’ popolare e imitato d’Italia. Il programma è stato lo specchio del Paese: nel salotto del Sistina e poi del Parioli sono passati tutti i vip, ma anche protagonisti della vita civile e gente comune che ha raccontato problemi, ingiustizie, sentimenti, conflitti. Riproponendo ogni sera la stessa liturgia: l’apertura del sipario, l’ingresso di Costanzo e del fido Franco Bracardi, i reciproci inchini, la presentazione dell’ospite, i convenevoli, la conversazione, anche perché ”fare tv è come dire messa”. Costanzo ha messo in scena la conversazione da vicini di casa e lo scontro tv (memorabili quelli con Vittorio Sgarbi e Stefano Zecchi), il dibattito sui temi civili (dalla mafia all’Aids) e l’intrattenimento leggero, l’attualità politica e la denuncia, orchestrando voci eterogenee, inventando personaggi, recuperando meteore dello spettacolo, regalando la gloria a sconosciuti e soprattutto interpretando il sentire comune.

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Amico del giudice Giovanni Falcone, ospite alle sue trasmissioni, Costanzo si è sempre impegnato nella lotta alla mafia: memorabili furono le puntate del suo Show con, appunto, Falcone e Borsellino e le staffette televisive con il programma condotto da Michele Santoro sulla Rai. Senza dimenticare l’attentato, fallito, di Via Fauro il 14 maggio del 1993. Una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplose vicino al Teatro Parioli quando erano in transito due auto: una Mercedes blu dove sedevano Maurizio Costanzo e Maria De Filippi e, a brevissima distanza, una Lancia Thema con a bordo le guardie del corpo rimaste lievemente ferite. Fortunatamente non ci furono vittime per un ritardo nello scoppio causato dal telecomando e per un muretto di una scuola che fece da protezione all’automobile blindata di Costanzo. Le indagini successive e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia accertarono che gli autori dell’attentato erano alcuni mafiosi di Brancaccio e che Costanzo era uno dei principali obiettivi da eliminare per Cosa Nostra a causa delle sue trasmissioni. Dal momento dell’attentato Maurizio Costanzo vive sottoposto a un protocollo di protezione che prevede 5 uomini di scorta.

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“Sono stato legatissimo a Alberto Sordi e a Vittorio Gassmann, che mi confidava le sue malinconie. Paolo Villaggio era un genio. Gli amici alla mia età sono sempre meno”.

010-sandra-milo-costanzo Si considera “bulimico di tutto”. Scrittore, giornalista, conduttore, critico, sceneggiatore, autore di canzoni e anche attore: dopo le sit com Orazio, con l’ allora compagna di vita, Simona Izzo , in onda su Canale 5 per tre stagioni che arriva a conquistare il prestigioso Telegatto, e il cinema: tre minuti nelle vesti di Dio nel film 3+1 giorni per innamorarsi di Franesca Pontellini. 

Da sempre il giornalista più famoso coi baffi più fa e più vorrebbe fare, forse per continuare ad alimentare quella che lui definisce la sua fortuna: “Sono fortunato, perché ho fatto del mio unico hobby il mio lavoro”.

“C’è solo una cosa che mi manca: la vita di prima – dell’attentato di via Fauro del 1993 – quando non dovevo vivere sotto scorta ed ero un uomo libero”.

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