L’abbronzatura fa bene o male alla pelle?

 Non è vero che il Sole fa bene alla salute. L ‘esposizione eccessiva ai raggi solari è un sicuro fattore di rischio per la pelle.

sonnenliegen-liege-pool-06

Il sole fa bene, la tintarella è salutare ed evita la depressione, basta la crema per non rischiare scottature; arriva la bella stagione, le vacanze sono alle porte e su giornali, televisioni e radio si leggono e sentono i soliti falsi miti sull’abbronzatura.

La realtà, senza tanti complimenti, è una soltanto: il sole fa male alla pelle. I benefici dell’esposizione ai raggi solari, infatti, sono molto inferiori al rischio di sviluppare tumori e alla certezza di fare invecchiare precocemente la pelle. La parola d’ordine, dunque, è prendere il sole con moderazione, proteggendosi ed evitando le ore più calde.

In questo speciale cerchiamo di fare chiarezza, rispondendo alle domande più frequenti sui pericoli del sole. E svelando alcune curiosità e consigli sulla tintarella.

L’abbronzatura è a tutti gli effetti il modo con cui il nostro corpo si difende dal sole. Tutto merito della melanina, un pigmento che viene prodotto quando siamo colpiti dal Sole e che ha il compito di proteggerci dai raggi ultravioletti (Uv).

Il 5% dei raggi viene riflesso, ma il resto penetra nei tessuti e la luce inizia a riflettersi sulle cellule. Parte dell’energia viene assorbita da queste ultime, quella che rimane passa agli strati sottostanti dell’epidermide. Ed è qui che incontra i melanociti, cellule particolari che producono la melanina. cute sole

La melanina è molto importante per l’equilibrio della pelle: non soltanto le dà il colore, ma è in grado di assorbire i raggi Uv e quindi di scaricarne l’energia.

Esistono in realtà due tipi di melanina: quella “scura” (eumelanina) che caratterizza le persone brune, e quella rossa (feomelanina) presente in chi ha i capelli di quel colore. E i biondi? Le possiedono tutte e due.

Più la melanina è scura, più è in grado di svolgere il suo compito: l’abbronzatura è proprio il risultato di questa operazione di difesa. Quando ci si espone al sole, i melanociti producono nuovo pigmento nel giro di 2 o 3 giorni e la pelle si scurisce. L’effetto abbronzatura è subito visibile perché nell’epidermide c’è sempre una piccola scorta di melanina pronta ad intervenire subito.

SolePer molti anni si è pensato che l’esposizione alla luce solare fosse la principale causa del cancro della pelle; oggi la visione dei rapporti tra raggi ultravioletti e tumori è più complessa: da un lato studi recenti hanno confermato che l’esposizione aumenta il rischio di sviluppare tumori della pelle e sottolineato l’importanza di adottare sempre, soprattutto nei bambini, misure preventive; dall’altro, nuovi dati hanno dimostrato che la luce solare, permettendo all’organismo di disporre di adeguati livelli di vitamina D, riduce il rischio di sviluppare tumori di altri organi.tumore-della-pelle-come-individuarlo-con-test-abcde

L’eccessiva esposizione ai raggi Uv rimane comunque uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori meno aggressivi, quelli che originano dal rivestimento cutaneo (carcinomi baso e spinocellulari). Per il melanoma, potenzialmente più aggressivo, i fattori di rischio sono conosciuti solo in parte. Alcuni sono legati strettamente alla persona, ovvero la predisposizione familiare e la presenza di nei e lentiggini – soprattutto se numerosi e di grosse dimensioni, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile – e il fototipo (occhi, capelli e pelle chiara).

Per queste persone l’esposizione al sole – senza adeguate protezioni – è estremamente pericolosa, anche se il sole rappresenta solo il fattore scatenante, soprattutto quando le scottature sono avvenute in età infantile.

Ma il sole può essere nocivo anche per gli occhi; gli effetti più frequenti sono la fotocheratite e la fotocongiuntivite, che possiamo paragonare a una vera e propria scottatura degli occhi. E sono molto dolorose, ma si curano e generalmente non hanno conseguenze a lungo termine. I problemi dell’esposizione al sole possono però essere anche più gravi e comprendono anche la cataratta.

Altri effetti nocivi dell’esposizione solare sono l’invecchiamento precoce della pelle, con perdita progressiva dell’elasticità e dell’idratazione. Diversi studi sembrano inoltre suggerire che l’esposizione prolungata ai raggi Uv possa aumentare il rischio di infezioni virali, batteriche e fungine.

sdaOccorre dunque evitare assolutamente l’esposizione al sole? Non c’è bisogno. Facciamo un paragone con l’alimentazione: mangiare è necessario per sopravvivere, ma se tutti i giorni si fa indigestione compaiono danni anche irreparabili. Lo stesso avviene con l’esposizione al sole.

Nonostante l’effetto protettivo dell’abbronzatura, i raggi Uv riescono a penetrare e raggiungere il derma. E qui cominciano i guai e gli effetti negativi.

In primo luogo possono danneggiare il DNA delle cellule della pelle. Nella maggior parte dei casi questi danni vengono riparati, oppure portano alla morte delle cellule stesse. A volte, però, possono trasformare qualche cellula in senso canceroso, provocandone una crescita incontrollata.

In più, a lungo andare, il sole causa la degenerazione della elastina e del collagene, le due proteine che danno sostegno ed elasticità alla pelle. Rughe, pieghe d’espressione più visibili, solchi sono causate anche dalla mancanza di collagene indotta dal sole. In altre parole, troppo sole fa invecchiare.

Non tutte le pelli sono uguali e reagiscono in modo diverso alle radiazioni solari. Esistono però alcune classificazioni di base. Le varie tipologie sono dette “fototipi” e tengono conto del colore della pelle, dei capelli e degli occhi, e della potenziale reazione al sole. Quella sviluppata dal dermatologo americano Thomas Fitzpatrick è la più precisa.

A partire dal 2005 le disposizioni dell’Unione Europea hanno aggiunto un nuovo requisito per le etichette dei prodotti cosmetici denominato “periodo post-apertura” o PAO (period after opening). Generalmente le creme solari durano 12 mesi dall’apertura, se conservate in modo ottimale; ma dal momento che le lasciamo aperte nella sabbia e sotto il sole, potrebbero anche durare meno. Non è quindi consigliabile utilizzare la crema solare dell’estate precedente. Protezione-solare--700x365

Inoltre, per proteggersi dal sole con gli abiti, è necessario che siano di tessuto pesante, di colore rosso-arancio o scuro.
Sono inutili, soprattutto quando si vuole stare all’aperto per molte ore, i caftani o parei di cotone leggero e comunque tutti i tessuti che lasciano filtrare la luce.

Infine, gli autoabbronzanti sono coloranti dello strato corneo e non sono dannosi. La loro capacità pigmentante è dovuta a uno zucchero che si lega alla cheratina, una proteina dell’epidermide. Questo legame dà luogo a composti nuovi, colorati per l’appunto. Nel giro di qualche giorno, visto il ricambio continuo tipico delle cellule superficiali della pelle, l’effetto bruno scompare. Ma attenzione: gli autoabbronzanti non proteggono dalle scottature e dagli eritemi, a meno che non siano addizionati di filtri.

 

a Cognita Design production
Torna in alto