Pirandello all’Istituto Italiano di Cultura di Atene sul tema “La famiglia e l’epoca per immagini”

Istituto Italiano di Cultura di Atene: Pirandello ne “La famiglia e l’epoca per immagini”, curato da Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla. Presenti importanti autorità culturali per nuove traduzioni in lingua greca dello scrittore agrigentino

Athena, accoglie l’Akragas dei Greci e l’Agrigentum dei Romani: Pirandello, elemento catalizzatore, che ha sempre sentito di possedere vincoli di stretta parentela con il mondo classico attraverso la sua poetica, la sua penna con i personaggi che si incontrano, circoscritti e identificabili assumendo una valenza universale. Lo scrittore offre ad Atene la Sicilia, terra delle cose semplici che si scontrano con la modernità e la mondanità, terra del lavoro e dei soprusi sulla classe contadina, in ricordo dei paesaggi rassicuranti rispetto allo spettacolo inquieto delle notti capitoline, illuminate artificialmente, ma anche la terra di antiche credenze e superstizioni, di rancori, odi e gelosie. Attraverso il nostro grande scrittore, rappresentato dalla prof. Sarah Zappulla Muscarà, la Sicilia vive un momento di grande prestigio, terra mater dal mito di Proserpina che accoglie le urla della madre Cerere, dea della fertilità e della Terra, matrice generativa reale oltre che archetipa per Luigi Pirandello. Il tempio della Concordia, come il Partenone, si slancia dalla cime di un’altura verso l’alto, esprimendo una forza sublime e misteriosa; egli ci dirà “la Grecia è dentro di me. Il suo spirito illumina il mio pensiero e  consola il mio animo. Senza averla mai vista, la conosco… “d’altra parte io stesso sono di origine greca. Certo, non vi meravigliate, il mio cognome è Pyragghelos [messaggero di fuoco]. Pirandello non ne è che la corruzione fonetica”.

Grande successo in Grecia per l’opera pirandelliana, grazie all’iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura di Atene, in una sala gremita di studenti, docenti universitari, intellettuali, scrittori, appassionati di teatro, provenienti anche dalle isole vicine, sul tema “I Pirandello. La famiglia e l’epoca”. Dopo il saluto della dott.ssa Silvana Vassilli, direttrice dell’Istituto, che ha sottolineato l’importanza della manifestazione, ha preso la parola Antonis Koufalis, vicedirettore artistico del Teatro Nazionale, che a breve metterà in scena “Così è (se vi pare)”, presentando gli attori che hanno dato voce a Luigi e Stefano Pirandello. Presente anche Amer El Alfi, traduttore di “Un padre ci vuole” in arabo. È poi intervenuto Anteos Chrysostomides, autorevole direttore del Dipartimento di letteratura straniera della casa editrice Kastaniotis, a cui si deve la raffinata traduzione in lingua greca della commedia di Stefano Pirandello, “Un padre ci vuole”. Meritevole iniziativa per cui al traduttore e alla casa editrice è stato assegnato il Premio internazionale Mediterraneo per la Cultura promosso da due singolari mecenati, Caterina Maugeri, presidente di Archigen, e da Salvatore Costanzo. Anteos Chrysostomides si è soffermato sulla traduzione e sul volume, riccamente illustrato, “I Pirandello. La famiglia e l’epoca per immagini”, curato da Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla, che narra, mediante circa 650 foto, la gran parte inedite o rare, le vicende esistenziali e artistiche di una delle più prestigiose e tormentate famiglie tra Otto e Novecento, lodando la sensibilità culturale, rara nel tempo presente, del Sindaco della città di Noto, Corrado Bonfanti, che lo ha patrocinato. Quindi Enzo Zappulla, presidente dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, illustrando la Mostra che faceva da corredo, ha puntualmente tracciato l’itinerario dei Pirandello, dalla partecipazione ai moti risorgimentali dei genitori dello scrittore, all’inquietudine che lo portò in giro per il mondo, al complesso e ambiguo rapporto con Marta Abba, sua attrice prediletta e ispiratrice di tanti personaggi femminili dell’ultimo decennio della sua attività drammaturgica. Infine Sarah Zappulla Muscarà, ordinario di Letteratura Italiana, ha messo a fuoco la ricchezza e l’attualità dei temi dell’opera teatrale e narrativa di Stefano Pirandello, fino ad oggi obliato, solo di recente edito da Bompiani per le cure della studiosa catanese e di Enzo Zappulla: la famiglia, la sessualità, nei suoi aspetti più patologici, il mito, la condanna della violenza, dell’antisemitismo, della guerra, “Sacrilegio massimo”, dal titolo della tragedia messa in scena da Giorgio Strehler al Piccolo di Milano negli anni ’50, il romanzo al quale Stefano ha lavorato per tutta la vita dal significativo titolo “Timor sacro”, autobiografismo di Stefano che aiuta a comprendere un autore difficile, complesso, come Luigi Pirandello. Una kermesse culturale, che ha rappresentato un’opportunità di riflessione, performance linguistica, in un ampio ventaglio di offerte collegate al rapporto fra arte, teatro, letteratura e sinestesia pirandelliana con i drammi satireschi della Grecia antica. Fra le tante autorità presenti: Mila Milagros, Valentina Potamianou, Gerasimos Zoras, Anna Themou, Giorgio Bramos, Vasileios Triantafyllou, Silvia Giampaola, Dimitris Athanasiadis, Angela Argentino, delegata di “Sicilia Mondo”.

INTERVISTA A SARAH ZAPPULLA MUSCARÀ

D.: Lo straordinario successo riscosso dalla figura e dall’opera di Stefano Pirandello ad Atene riconferma il singolare interesse che, grazie al vostro forte impegno, questo ‘riscoperto’ scrittore sta riscuotendo nelle Università e negli Istituti Italiani di Cultura all’estero. Potremmo definire la coppia Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla “missionari della cultura”.

“Sì siamo molto felici, è un fiorire di traduzioni, tutte molto belle, di cui mi piace ricordare almeno, oltre a quella in greco di Anteos Chrysostomides e a quella in francese di Myriam Tanant, già edite, le tante altre in cantiere: quella in spagnolo di Vicente González Martín, preside della Facoltà di Filologia dell’Università di Salamanca; quella in tedesco di Fausto De Michele dell’Università di Graz, in tandem con la scrittrice Andrea Gill; quella in ceco di Alice Flemrová dell’Università di Praga; quella in bulgaro della scrittrice Daniela Ilieva. Se pensiamo che fino a poco tempo fa, prima della pubblicazione a nostra cura dell’opera omnia di Stefano Pirandello per i tipi di Bompiani, Stefano Pirandello era noto soltanto perché a lui il padre Luigi aveva consegnato in limine vitae, poco prima della scomparsa, nella notte fra il 9 e il 10 dicembre del 1936, il finale dell’incompiuto mito “I Giganti della Montagna”, si può veramente parlare di un “caso Stefano Pirandello”.

INTERVISTA A ENZO ZAPPULLA

D.: Quali le prossime tappe della Mostra “I Pirandello” e del raffinato volume “I Pirandello. La famiglia e l’epoca per immagini”, che hanno preso le mosse da Noto, la splendida capitale del barocco, grazie all’impegno culturale del sindaco Corrado Bonfanti che ha sposato con entusiasmo l’iniziativa?

“Ancora una volta Noto, dove ritorniamo ben volentieri per una manifestazione dal titolo “Moda e letteratura” promossa dalla scrittrice-magistrato Simona Lo Iacono, e poi gli Istituti Italiani di Cultura di Dublino, su iniziativa di “Sicilia Mondo”, presieduta da Mimmo Azzia, di Stoccarda (con una tappa pure all’Università di Heidelberg) e Salonicco, prima che queste due ultime sedi vengano chiuse, a fine agosto, secondo quanto annunciato. Ma ci auguriamo che questa iattura,  come auspicato nell’intervento preoccupato di tanti intellettuali, non soltanto italiani, sia scongiurata. Gli Istituti Italiani di Cultura svolgono una funzione importantissima per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo e la nostra è la lingua di Dante, Boccaccio, Petrarca, fino a Pirandello, Sciascia, Bonaviri, Patti, per ricordarne soltanto alcuni. E togliere a un popolo la propria lingua equivale a togliergli la sua storia, le sue tradizioni, le sue radici”.

 

 

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