Made in Sicily, quando la creatività muove l’economia

Quando la creatività muove l’economia e l’arte veicola messaggi di convivenza e dialogo interculturale. Numerosi imprenditori e maestri artigiani si sono dati appuntamento al monastero dei Benedettini di Catania per l’evento “Made in Sicily”.

Made in Sicily, foto ai Benedettini
Il presidente dell’Ars Ardizzone, gli imprenditori e maestri artigiani e i rappresentanti dell’Università presenti all’evento

Le industrie culturali e creative possono rappresentare un antidoto alla recessione. La creatività non conosce crisi, neanche negli anni bui in cui in Italia si è registrata una riduzione dell’occupazione pari allo 0.7%. Di contro, secondo recenti statistiche, le aziende che dal 2008 al 2012 avevano scelto di investire in creatività ottenevano un +0,7 %.

In Europa le industrie culturali e creative corrispondono al 4,2% del PIL e con 7 milioni di impiegati rappresentano il terzo settore, dopo l’edilizia e l’alimentare. Ma c’è di più. La creatività premia i giovani. Il 19,1% degli occupati ha, infatti, meno di 30 anni. Le politiche nazionali e europee stanno, infatti, adottando un’ampia gamma di strumenti di intervento per favorire il settore.

Economia della conoscenza, dell’esperienza sta ad indicare un nuovo modo di produrre e consumare, nuove opportunità in termini di business e posti di lavoro. Purtroppo l’Italia non sembra ancora capace di sfruttare appieno questa opportunità. Su queste basi poggia l’azione di Isola Bella Gioielli, azienda a capitale interamente siciliano, che ha fatto del lavoro di artigiani orafi uno strumento di valorizzazione dell’Isola nel mondo. Insieme a Officine Culturali, l’azienda ha deciso di mettere in contatto esperienze e saperi locali, professionisti della creatività Made in Sicily per dare avvio a una riflessione su un settore che può diventare un nuovo motore per lo sviluppo economico.

“Un’operazione culturale” accolta dall’Università degli Studi di Catania e dal Dipartimento di Scienze Umanistiche che ha visto la partecipazione di Anna Mignosa e Claudia Cantale rispettivamente ricercatore e dottoranda dello stesso ateneo e istituzioni attive nel settore, come l’Accademia Abadir con Lucia Giuliano. Accanto a Alessio Strano e Giuseppe Argurio, rispettivamente titolare e creatore dei gioielli Isola Bella, numerosi imprenditori e maestri artigiani si sono dati appuntamento al monastero dei Benedettini di Catania, come Andrea Branciforti di Improntabarre, i fratelli Napoli e la loro marionettistica, la stilista Loredana Roccasalva, Enzo Di Stefano dell’omonima Dolciaria, Seby Di Mauro di Pietracolata e Sarah Bersani di Industria01. L’evento ha avuto il patrocinio della Regione Siciliana.

L’incontro vuole rappresentare un momento di riflessione sulle potenzialità, in particolare, dell’artigianato, patrimonio intangibile ma anche luogo in cui confluiscono saperi e competenze, che può, da un lato creare sviluppo, dall’altro preservare, esaltare le conoscenze tipiche di un territorio” spiega Marina Paino, Direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. “Ci auguriamo che questo evento stimoli lo sviluppo di network di giovani, la condivisione di best practice, la diffusione di informazione e di formazione” fa eco Francesco Mannino Presidente di Officine Culturali.

“Nella nostra regione c’è un tessuto produttivo molto vivace e noi imprenditori – dichiara Alessio Strano, titolare del brand Isola Bella Gioielli – abbiamo compreso l’importanza di inserire all’interno delle nostre aziende progettisti qualificati per competere nel mercato globale, consapevoli del fascino senza tempo dell’Hand made siciliano, sempre più ricercato. Al punto che siamo stati selezionati dai responsabili del British Museum per esporre una collezione dedicata a Sant’Agata che ha avuto un enorme successo”.

L’arte e l’artigianato possono veicolare messaggi e valori positivi – dichiara Giuseppe Argurio, designer e creatore dei gioielli Isola Bella – La nostra ultima collezione, ad esempio, parla di tolleranza, di dialogo religioso ed interculturale, vuole rendere omaggio all’epoca della dominazione normanna, di Ruggero II di Sicilia e Federico II di Svevia. Mai come in questo momento la Sicilia ha bisogno di recuperare dalla storia un messaggio di convivenza civile per trasmetterlo alle nuove generazioni.

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