LIONS SICILIA. ETNA: PATRIMONIO DELL’UNESCO? A Giugno dalla Cambogia il responso

ETNA: PATRIMONIO DELL’UNESCO? A Giugno dalla Cambogia il responso
‘Nomination of Mount Etna for inscription on the World Heritage List Unesco’. 
La 37a sessione è organizzata dall’UNESCO e dalla Commissione Nazionale della Cambogia con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’evento è previsto per il 16-27 Giugno a Phnom Penh. 
Convegno alle Ciminiere di Catania sull’inserimento in ‘tentative list’ del nostro Vulcano ad opera dei Lions. 
Forza ‘Gigante Nero’: siamo tutti con te! 
 

Giugno è vicino: riuscirà l’Etna, con il suo inestimabile patrimonio storico, geologico, paesaggistico, faunistico e vegetativo ad entrare a far parte del patrimonio dell’Unesco?

Di tutto questo si è disquisito lo scorso 22 Marzo presso il Centro Fieristico ‘Le Ciminiere’ di Catania, in un convegno ricco di interventi organizzato dal Lions Distretto 108Yb – con il suo Governatore dr. Antonio Pogliese – e patrocinato dalla Regione Siciliana – Territorio e Ambiente, dal Dipartimento Regionale Azienda Regionale Foreste Demaniali  Regione Sicilia, dal Parco dell’Etna e dal WWF Sicilia
Importante inoltre la presenza di altri Enti e Istituzioni come la Prefettura, Provincia Regionale e il Comune di Catania, l’Università degli Studi di Catania, l’Ist. Naz. di Geofisica e Vulcanologia, l’ARPA Sicilia e poi il FAI, la LIPU, il CAI, Greenpeace, Funivia dell’Etna, Amici della Terra e tanti altri. 

Il ‘Mongibello’ deve entrare a far parte del patrimonio Unesco: ha tutte le carte in regola!

Questo è il messaggio che, ognuno nel proprio ambito, hanno comunque voluto comunicare tutti gli intervenuti.
Perché si tratta di un sito naturale che porta con sé una lunga storia, la sua, frutto dei vari mutamenti anche morfologici cui è stato soggetto a seguito delle colate laviche, e la nostra.

Adesso per il nostro vulcano sono tempi di attesa! Il Parco dell’Etna ha, difatti, lanciato la candidatura per l’inserimento dell’Etna nella World Heritage List, vale a dire nella lista che racchiude tutti i siti riconosciuti dal ‘Patrimonio Mondiale dell’Umanità’.

Sostenuta con forza dal Ministero dell’Ambiente e dall’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), tale candidatura è stata iscritta dalla delegazione permanente italiana presso l’Unesco il 26 gennaio scorso. Della tentative list fanno parte quei siti che gli Stati proponenti ritengono di eccezionale valore universale e quindi adatti per il successivo inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco: si tratterebbe del quarto sito naturale italiano – secondo siciliano – dopo Eolie, Dolomiti e Monte San Giorgio.

Presenti al convegno il dr. Ettore Foti, commissario straordinario del Parco dell’Etna, il sindaco avv. Raffaele Stancanelli, i professori Giorgio Sabella (Associato di Zoologia) e Giampietro Giusso Del Galdo (Associato di Botanica) presso l’Ateneo catanese, il prof. Giuseppe Sperlinga, biospeleologo presso l’Università di Catania, membro del Cutgana, il dr. Emanuele Scarvaglieri, consulente distretto Lions 108Yb Sicilia per l’Ambiente, il dr. Giovanni Arnone, Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Foreste Demaniali – Palermo, il dr. Agostino Gatto, Dirigente del Dipartimento Regionale Foreste Demaniali-Palermo, il dr. Luigi Savarino, biologo – naturalista nonché consulente Ecologia, Ambiente, Energia distretto Lions 108Yb, il dr. Francesco Alaimo, Presidente WWF Sicilia-Palermo, l’ing. Agata Puglisi, coordinatrice staff per la candidatura – Ente Parco dell’Etna, il dr. Salvo Caffo, vulcanologo presso l’Ente Parco, il dr. Stefano Branca, vulcanologo presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dell’Osservatorio Etneo di Catania, il prof. Pietro Pavone, direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali all’Università di Catania, i dottori Antonio Grasso e Giuseppe Calaciura, rispettivamente direttore e commissario del Parco dell’Etna.

Grande presenza quella del direttore del Fondo dell’Unesco, il dr. Aurelio Angelini, che conclude con un messaggio importantissimo: ‘dobbiamo pensare al patrimonio Unesco come punto cruciale per il futuro, puntare ad una economia sostenibile, che ci metta in condizioni di ottenere una stabilità non solo di biodiversità, ma anche climatica. L’Etna deve essere vista come una “sfida culturale”: ecco la peculiarità per cui merita questo riconoscimento!’.

Attendiamo tutti impazienti, dalla città di Phnom Penh, Cambogia, il responso di Giugno. Forza ‘Gigante Nero’: siamo tutti con te!
 

 

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