Jonathan Galindo: cosa si cela dietro questo oscuro personaggio del web

Un paio di giorni fa ha perso la vita un bambino di 11 anni, che si è lanciato dall’undicesimo piano del suo appartamento, a Napoli. Prima di gettarsi nel vuoto ha lasciato un messaggio ai genitori, scrivendo: «Mamma e papà, vi amo. Ora devo seguire l’uomo col cappuccio nero. Non ho più tempo, perdonatemi»

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Molti si chiederanno chi sia quest’uomo col cappuccio nero, che abbia spinto un bambino a commettere questo terribile gesto. Il suo nome è “Jonathan Galindo“. Il fenomeno Galindo impazza sul web già da qualche tempo. Ovviamente si tratta solamente di una creepypasta (un semplice racconto di fantasia che ha lo scopo di intimorire il pubblico di internet) ma tutto ha iniziato a prendere una brutta piega, perché sembra che purtroppo influenzi parecchi adolescenti. L’uomo in questione ha l’aspetto dello storico personaggio Disney “Pippo (infatti il suo primo soprannome era “Goofy man”), con l’unica differenza che egli appare abbastanza spaventoso. Questo strano personaggio spingerebbe i giovani ragazzi all’autolesionismo, come nel caso della Blue Whale challenge (risalente all’anno 2016 e che ha provocato oltre il centinaio di suicidi in Russia) e la Momo challenge. La prima consisteva nel superare delle prove in cinquanta giorni, che prevedevano delle regole ben precise, riguardanti soprattutto l’autolesionismo e alla fine il suicidio. La seconda, invece, prevedeva l’utilizzo di un’immagine di un personaggio metà donna e metà uccello che avrebbe dovuto contattare altri utenti su WhatsApp, per proporre loro delle sfide, alcune delle quali avrebbero portato alla morte. L’intento è quello di plasmare le menti dei giovani, i quali molto spesso sono labili, dunque influenzabili.

La domanda principale è: com’è nato il personaggio di Jonathan Galindo?

Tutto ebbe inizio nel 2017, nei Paesi dell’America Latina, quando genitori e insegnanti iniziarono a segnalare alla polizia, questo soggetto presente su Facebook e Tik Tok. Attorno a Galindo, infatti, ruotano diverse vicende, ad esempio presunti rapimenti di persone con i quali organizzava degli incontri.

Dusky Scam, un video maker esperto di maschere, condivise un messaggio sul social media Twitter, scrivendo: «Ciao a tutti. Questa follia di Jonathan Galindo sembra che stia terrorizzando molti giovani impressionabili. Le foto e i video sono miei dal 2012-2013. Erano state create per il mio strano divertimento, non per qualcuno che voglia provare il brivido di terrorizzare e bullizzare la gente». 

Inoltre sono stati creati numerosi account fake (falsi) con l’intento di spaventare ed istigare al suicidio i poveri malcapitati. Nel caso del bambino undicenne, la Squadra Mobile di Napoli sta effettuando delle indagini sul suicidio. Il segretario del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), Massimo Polidoro afferma che il suicidio non sia legato alla challenge e che quindi non ci siano prove che lo dimostrino.

Come già specificato, si tratta di una mera creepypasta ma che potrebbe risultare pericolosa. Si pensa che sia stata ideata da un influencer messicano, che ha affermato di essere stato aggredito da questo fantomatico personaggio diventato poi virale. Al di là di tutto ciò, è di estrema importanza che i genitori tengano sotto stretto controllo i profili social dei propri figli, per evitare che essi si imbattano in queste spiacevoli situazioni, le quali potrebbero soprattutto generare panico sull’intera rete sociale. Per debellare questi scellerati fenomeni è necessario segnalare il prima possibile alle autorità competenti.

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