“Bestie di scena” di Emma Dante al Teatro Biondo di Palermo

Dopo i successi di Milano e Avignone va in scena nel capoluogo siciliano uno degli spettacoli più chiacchierati                                   

Bestie di Scena, regia Emma Dante, produzione Piccolo Teatro di Milano. Foto ©Masiar Pasquali

Va in scena finalmente al Teatro Biondo di Palermo, dal 12 al 21 ottobre, uno degli spettacoli più discussi dell’anno: Bestie di scenadi Emma Dante, il cui debutto, previsto lo scorso anno, era stato rinviato a causa dell’infortunio di uno degli interpreti.

Prodotto dal Biondo insieme al Piccolo Teatro di Milano, alla Compagnia Sud Costa Occidentale e al Festival d’Avignon, Bestie di scena è stato accolto con enorme successo di pubblico al prestigioso festival francese e al Piccolo di Milano (oltre sedicimila spettatori la scorsa stagione), inducendo il teatro a riprogrammarlo quest’anno.

Emma Dante ha realizzato la sua opera più estrema e personale, una riflessione sul teatro che diventa specchio del mondo, una messa in scena forte, provocatoria, emozionante e commovente, che ha aperto un acceso dibattito tra gli addetti ai lavori e i critici.

Bestie di Scena, regia Emma Dante, produzione Piccolo Teatro di Milano. Foto ©Masiar Pasquali

Quattordici attori nudi in scena sono coinvolti in una partitura fisica dura, enigmatica e spiazzante, con la quale esprimono la loro dedizione al teatro ma anche le derive ossessive e controverse di una comunità smarrita e impaurita.

In scena alcuni storici attori della compagnia di Emma Dante e nuovi interpreti, che la regista ha scelto proprio per questo lavoro: Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Viola Carinci, Italia Carroccio, Davide Celona, Sabino Civilleri, Roberto Galbo, Carmine Maringola, Ivano Picciallo, Leonarda Saffi, Daniele Savarino, Stephanie Taillandier, Emilia Verginelli,Marta Zollet, Daniela Macaluso, Gabriele Gugliara.

Bestie di Scena, regia Emma Dante, produzione Piccolo Teatro di Milano. Foto ©Masiar Pasquali

«In Bestie di scena – spiega la regista – c’è una comunità in fuga. Come Adamo ed Eva cacciati dal paradiso, le bestie finiscono su un palcoscenico pieno di insidie e di tentazioni, il luogo delpeccato, il mondo terreno. Lo spettacolo ha assunto il suo vero significato nel momento in cui ho rinunciato al tema che avrei voluto trattare. Volevo raccontare il lavoro dell’attore, la sua fatica, la sua necessità, il suo abbandono totale fino alla perdita della vergogna e alla fine mi sono ritrovata di fronte a una piccola comunità di esseri primitivi, spaesati, fragili, un gruppo di “imbecilli” che, come gesto estremo, consegnano agli spettatori i loro vestiti sudati, rinunciando a tutto. Da questa rinuncia è cominciato tutto, si è creata una strana atmosfera che non ci ha più lasciati e lo spettacolo si è generato da solo».

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