Teatro di documenti di Roma, Musami o vate alle colonne del vizio

Torna, dal 19 al 22 aprile al teatro di documenti di Roma, a tre anni dal suo debutto dalla partecipazione al Festival Internazionale del Teatro di Volterra

mariaelena
Torna, dal 19 al 22 aprile al teatro di documenti di Roma, a tre anni dal suo debutto dalla partecipazione al Festival Internazionale del Teatro di Volterra e dopo un approfondimento al Centro Studi Dannunziani di Pescara, Musami o Vate alle colonne del Vizio, scritto e diretto da Mariaelena Masetti Zannini,uno spettacolo ispirato all’universo esoterico e carnale di Gabriele D’Annunzio, una produzione Sangue Blu.
Il Sacro e il Profano in Gabriele D’Annunzio sono le due porte d’accesso al Terzo Luogo, ove la veggenza orba del Poeta torna a scatenare impulsi primordiali, attraverso scene di vita vissuta e leggende tramandate sulle ispirazioni della sua Poetica.
Non un verso di Lui, bensì una risposta mai data alle domande più profonde si spiegherà tra le righe del testo, in bocca al verbo del femmineo, il suo profilo più segreto.
Le donne, per il Vate, appaiono come veicolo di trascendenza, un tramite spiritista che sventra la carne per attuare un eterno sacrificio, in onore del Sé, a glorificazione del Superuomo che si è col tempo creato, nell’opera d’arte della sua stessa vita, quell’Inimitabile Vita che il mondo intero conosce grazie agli scritti, ma non certo per voce di chi l’ha realmente conosciuto e maledettamente amato.
Un’eraclitea struttura in circolo presenta i vari personaggi, ognuno di loro nel doppio in cui si è a Lui donato.
Vita e morte stordiscono nel vortice d’acqua che rimanda in continuo all’origine, alla nascita della tragedia, al capo in coda della serpe che si morde la coda, alla Madre, alla terra.
Il doppio in D’Annunzio è un fantasma che vive ancora sulla sua nave, eternamente immobile laddove l’acqua si prosciuga. Avanti nel tempo, nascosto già nel futuro.

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