“La Natura delle Cose” di Laura Viezzoli è uno dei cinque documentari finalisti al Doc/it Professional Award 2017. È finalista nella principale categoria del Premio Regia–miglior documentario dell’anno.
“La Natura delle Cose” di Laura Viezzoli realizzato in un anno di incontri e dialoghi tra l’autrice e il filosofo ed ex sacerdote malato terminale di SLA Angelo Santagostino, è uno dei cinque documentari finalisti al Doc/it Professional Award 2017, il premio istituito da Doc/it – Associazione Documentaristi italiani per eleggere il miglior documentario dell’anno attraverso una votazione che coinvolge un’Academy di tutti i professionisti del settore.
Il film, prodotto da Ladoc con il sostegno di Marche Film Commission – Fondazione Marche Cultura e Milano Film Network, è finalista nella principale categoria PREMIO REGIA – miglior documentario dell’anno. A questa, si aggiungono altre due nomination per il PREMIO AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e il PREMIO MONTAGGIO.
Presentato al Festival di Locarno e vincitore, tra gli altri, del prestigioso premio Corso Salani al Trieste film festival, il film esplora un tema di grande attualità: l’ascolto del malato, spesso poco rispettato, tra il vivibile e l’invivibile. L’immobilità del corpo è solo un punto di partenza per esplorare la lucida e vivacissima mobilità della mente. Cornice visiva e metaforica di questa esplorazione è lo Spazio. Una dimensione potente e affascinante, che permette di vedere oltre l’esteriore immobilità della malattia e di toccare la bellezza interiore del protagonista.
La vita astronauta diventa trasposizione visiva delle inquietudini e delle continue trasformazioni che un corpo malato di Sla deve imparare ad affrontare, un repertorio ricco di suggestioni. L’intento filosofico è quello di far dialogare le contraddizioni del progresso, facendo toccare e stridere la malattia che paralizza, con la dolcezza del corpo in assenza di gravità. Missioni estreme, parallele e speculari. Si tratta in entrambi i casi di persone, e corpi, la cui vita è resa possibile esclusivamente dalla tecnologia. Se da una parte però questa spinge a superare se stessi, a volare, a realizzare un sogno, dall’altra, per Angelo, diventa infine gabbia da cui scappare.