Usa: inizia il ritiro delle truppe americane in territorio iraqueno

A tre anni dall’inizio della lotta contro i ribelli e i terroristi presenti sul territorio gli Usa decidono il rientro dei propri soldati

Senza titolo.pngilhlgl,uk,

Segnali di distensione in Iraq, dove le truppe americane della coalizione anti-Isis hanno cominciato la loro lenta ritirata. Due funzionari iracheni hanno riferito che è stato raggiunto un accordo in questo senso con le autorità di Baghdad. Si tratta della prima riduzione di contingente dall’inizio della guerra contro l’Isis, oltre tre anni fa. Il primo ministro iracheno Haidar Al-Abadi ha annunciato in queste ore la sconfitta finale dell’Isis avvenuta per mano delle truppe alleate americane il 10 dicembre. La maggior parte degli uomini dell’Isis si è rifugiata nell’area desertica della provincia di Anbar dopo la liberazione dei territori iracheni occupati dal 2014. Il Pentagono – da fonti americane – considera sconfitto lo Stato Islamico e sposta dall’Iraq all’Afghanistan le truppe che da tre anni risiedevano in loco con l’obiettivo di formare una Coalizione anti-Isis. Un dietro front che cozza con le recenti indagini effettuate dalla britannica Bbc, ed immediatamente smentita dal governo di Kabul, secondo la quale gli insorti afgani “controllano o minacciano” almeno il 70% del territorio, come dimostrano i numerosi attacchi e attentati realizzati negli ultimi tempi. In più anche l’Isis è sempre più presente e attivo nel Paese, anche se meno forte dei talebani.

hmhmjmjm

Lo stesso presidente americano Donald Trump nelle ultime uscite pubbliche aveva detto, riguardo all’Afghanistan: “Finiremo quello che dobbiamo finire, quello che nessun altro è stato in grado di finire noi lo finiremo. Gente innocente è uccisa a destra e manca, si bombarda contro i bambini, le famiglie, si bombarda e si uccide dappertutto in Afghanistan. Quindi non vogliamo parlare con i talebani ora. Ci può essere un tempo, ma sarà un tempo lungo”.

Nonostante i proclami il 60% delle truppe americane presenti nel paese si ritireranno, in base ad un accordo iniziale con gli Stati Uniti lasciando in Iraq circa 4mila specialisti per continuare ad addestrare le forze locali.

“La battaglia contro Daesh è finita, così il livello della presenza americana sarà ridotto” così Saad al-Hadithi, portavoce del governo di Baghdad, conferma la riduzione del contingente a stelle e strisce presente sul territorio.

,m,bj,b,

In un articolo del Financial Time è vero che nell’ultimo anno l’Isis ha perso vaste aree in Iraq e Siria, ma questo è successo grazie al contributo dato dalla Coalizione internazionale a guida Usa. E contemporaneamente la Russia sosteneva con bombardamenti le truppe di Assad in Siria. Ma le crescenti tensioni tra le potenze internazionali hanno spostato l’attenzione sulla crisi scatenata dalla vasta offensiva lanciata dall’esercito turco nel nord siriano su Afrin, zona controllata da milizie curde siriane sostenute da Washington che hanno combattuto con successo contro l’Isis.

“Isis è tutt’altro che finito e c’è probabilmente una volontà di molte parti di lasciare i miliziani jihadisti che sono rimasti in modo che possano attaccare i loro nemici per conto loro”.

a Cognita Design production
Torna in alto