TEATRO GARIBALDI DI ENNA: la primavera arriva a passo di danza

Sabato 21  marzo 2015 alle h. 20.30. Una pièce tragicomica, a tratti assurda, con  i danzatori  Nicola Cisternino e Rosa Merlino sulle coreografie di Giuseppe Muscarello.

Da sempre la primavera è simbolo della nascita. Così è anche nell’arte, in tutte le sue espressioni, dove  la stagione successiva all’inverno è quella in cui la vita si risveglia. Non a caso nel giorno dell’equinozio di primavera (sabato 21 marzo) il Teatro Garibaldi di Enna celebra l’arrivo della bella stagione con uno spettacolo che affronta in chiave ironica un tema profondamente serio e sempre green: la sessualità di coppia.

Il secondo appuntamento della sessione dedicata alla danza della stagione firmata da Mario Incudine si intitola “Me-she-it”, una coreografia firmata dal palermitano Giuseppe Muscarello (primo atto della “Trilogia sul sangue”) che, messo in scena dalla compagnia Muxarte, propone un giocoso rapporto di attrazione e di desiderio, tra ripudi e divertenti ossessioni.

In scena un uomo, un intellettuale velleitario alla ricerca della sublimazione, diviso tra l’ambizione creativa e l’intenso desiderio erotico che lo agita, ma che sposta la sua pulsione sessuale verso ambiti non sessuali; e la sua donna,  proiezione del rimorso culturale dell’uomo e della sua “desublimazione”, che contrasta la razionalità dell’intellettuale imponendo il proprio istinto.

Un passo a due che inizia in solitudine, con una danza di pose, scatti e ammiccamenti facciali, che improvvisamente si slega e diventa armonioso groviglio da consumare in due.

In scena i danzatori Nicola Cisternino e Rosa Merlino in una pièce tragicomica non lontana dall’assurdo.

Può un desiderio incontrollato condizionare, se non addirittura governare, le nostre azioni?

Può un organo genitale, con i suoi impulsi, sopraffare la volontà della mente?

Seguendo logiche e percorsi diversi (per l’uomo e per la donna), la risposta finale è indubbiamente affermativa, come già sostenne Alberto Moravia in “Io e lui”.

Materialità, superficialità, sconfitta dell’amore come valore, la pièce mette in scena lo specchio di una società il cui potere è spesso delegato alla stupidità umana. Punto focale dell’opera è il corpo che, affidando la narrazione al movimento, si fa specchio dei suoi umori.

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