Oggi il rientro di Luca Parmitano…e della fiaccola olimpica

Rientrato dallo spazio oggi 11 novembre Luca Parmitano, il paternese detentore della fiaccola olimpica dei giochi invernali Sochi 2014

Missione compiuta: dopo 6 mesi, oggi Luca Parmitano è tornato dallo spazio, ancora una volta con il sorriso. La navetta russa Soyuz è atterrata come previsto nella steppa del Kazakhstan. L’Asi: “È stata una missione straordinaria”, durata ben 6 mesi.

A bordo, con l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), c’erano il comandante russo Fyodor Yurchikhin, la collega americana Karen Nyberg e un passeggero d’eccezione: la torcia olimpica dei giochi invernali in programma nel febbraio 2014 in Russia, a Sochi.

Il viaggio è durato poco più di tre ore e la frizione con l’atmosfera ha portato la navetta a raggiungere temperature di 1.600 gradi. A circa 10 chilometri di quota, il paracadute si è aperto automaticamente, rallentando la corsa da 864 a 324 chilometri orari. Poi l’atterraggio nella steppa. Parmitano è stato l’ultimo ad essere estratto dalla navetta e la sua prima reazione nell’essere di nuovo a Terra è stato un sorriso felice. Sul suo viso non c’era la minima traccia dello stress che può provocare un viaggio a dir poco “avventuroso” come il rientro con la Soyuz. “Separazione avvenuta. Per strada verso la Terra!”, aveva scritto l’astronauta su Twitter, dopo che la navetta si era staccata dallastazione spaziale per cominciare il viaggio di ritorno. L’ultima delle sue spettacolari foto l’ha voluta dedicata alla Sicilia, dove è nato 37 anni fa. Si conclude così, con lo stesso entusiasmo con cui era cominciata, la missione “Volare”, la prima di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Il bilancio è più che positivo. “Volare è stata una missione straordinaria”, ha detto il presidente dell’Asi, Enrico Saggese, subito dopo il rientro della Soyuz. Parmitano è stato il primo italiano ad affrontare una passeggiata spaziale, anzi due. E la seconda, mozzafiato, è stata interrotta per un guasto alla tuta. L’astronauta ha, inoltre, eseguito più di 30 esperimenti, ha inviato a Terra immagini indimenticabili del nostro pianeta e ha aiutato tre veicoli ad agganciarsi alla stazione orbitale.

Sesto italiano ad andare nellospazio e quinto a salire sulla stazione spaziale, Parmitano è ora diretto a Houston per affrontare un periodo di riabilitazione per riadattarsi alla gravità e numerosi test medici tesi a studiare le reazioni dell’organismo umano all’assenza di gravità.

 

Al rientro, il “paternese uomo delle stelle” ha chiesto frutta fresca e sushi – come racconta la moglie emozionata – e si prepara a riabbracciare i suoi. È finito il tempo della sospensione lassù, accorciato dall’invio di foto, filmati e messaggini: i segni di un celeste interlocutore, che ci invitava a guardare il cielo ogni sera, per scoprire un puntino diverso. Il resto è banalissima cronaca.

Eppure, ogni partenza conserva un’emozione primordiale che la noia non uccide mai. Il senso del distacco, la modifica dello spazio e del tempo con altre coordinate. Vale per i treni che continuano a staccarsi dalla banchina delle stazione, con quel groppo di malinconia e di libertà. Vale di più per l’uomo che chiude la porta dietro le spalle e si precipita nel cosmo. Questo diario sentimentale del viaggio è forse il dono più importante che Luca riporta quaggiù, con un monito silenzioso: ‘lasciate perdere il cellulare e non smettete di guardare il cielo’.

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