#NonCiFermaNessuno, Pif agli studenti calabresi: “Il ‘tanto non cambia niente’ spaventa più del mafioso. Siate artefici del cambiamento”

Il regista ospite di Luca Abete ha ricordato il coraggio di Nadia Toffa: “Se avesse scelto di fare il magistrato me la sarei ritrovata qui a Palermo a fare fuochi d’artificio in nome della legalità

 

La cultura dell’antimafia è una corazza da indossare con orgoglio, è voce di un cambiamento che appartiene a tutti e che non dobbiamo mai smettere di diffondere. Insieme a Pif, abbiamo scritto una pagina di speranza per tanti giovani calabresi che amano la propria terra e credono nella legalità”.

Con queste parole Luca Abete, ha concluso l’ottavo appuntamento di  #NonCiFermaNessuno, la sua campagna sociale che dal 2014 aggrega i giovani intorno a valori come resilienza, determinazione e capacità di trarre insegnamento dalle sconfitte. Anche nella tappa dedicata agli studenti dell’Università della Calabria, Abete ha confermato il suo impegno personale: “Il claim di questa edizione è “contagiamoci di coraggio”, così proviamo a coniugare il coraggio in tutte le forme possibili e, proviamo a farlo grazie alla presenza di ospiti impegnati nel sociale. Per la tappa calabrese ho pensato subito a Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif.  Insieme a lui abbiamo affrontato il tema della lotta alle mafie. Che sia in un libro, o in un suo film, riesce a farlo in maniera incisiva, mai urlata, appassionando sempre chi lo ascolta”.

Pif ha dedicato parole intense e sincere ai circa 2000 studenti collegati:Il 1992 ha segnato il mio percorso di vita. Erano gli anni di una Palermo prigioniera delle guerre di mafia, della politica collusa. All’epoca avevo 20 anni ed ero molto arrabbiato. Volevo sconfiggere l’ipocrisia e le bugie che in molti ci raccontavano per ovattare una realtà amara. Così, crescendo, attraverso i miei film ho voluto raccontare non tanto della mafia e della politica ma di quei mafiosi e di quei politici che, per anni, hanno osteggiato la libertà della mia Palermo. Io ho voluto fare nomi e cognomi di chi ha fatto del male alla mia città. Il pericolo non è tanto il mafioso ma la mentalità diffusa del ‘tanto non cambia niente’ e, questa mentalità, sono sicuro che può cambiare”.

Pif conosce bene la realtà calabrese e a tal proposito ha lanciato una proposta: “Non ho più l’età per farlo in prima persona, ma se ci fosse un regista disponibile, sarei pronto a trovare le risorse per finanziare il film ‘la ‘ndrangheta uccide solo d’estate’.

Durante il talk Luca Abete ha dedicato un momento anche al coraggio esemplare di ad un’altra “iena”, Nadia Toffa, che Pif ha ricordato così: Lei credeva davvero in quello che faceva. L’insegnamento più grosso che ci ha lasciato è il suo essere sempre coerente con i propri valori anche nel momento più drammatico della sua vita – ha concluso Pif – Se avesse scelto di fare il magistrato me la sarei ritrovata qui a Palermo a fare fuochi d’artificio in nome della giustizia e della legalità

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