Campidoglio, Marino nuovo sindaco di Roma

E’ Ignazio Marino (Pd), dopo il ballottaggio, il nuovo sindaco di Roma, il candidato che ha cercato in ogni modo di affrancarsi dal Pd e dal governo Letta

 

ROMA – Alcune abilità tattiche certamente hanno dato i loro frutti: il voto per Rodotà presidente e la non fiducia a Letta hanno contribuito a tessere attorno a lui un’aura di sinistra all’indomani dalle politiche dopo lo scollamento del Pd e i tentativi di formare un governo di larghe intese.Dopo un intero mandato amministrativo di centro destra il senatore del Pd batte l’avversario Gianni Alemanno, che a freddo incassa la sconfitta record  -36% al sindaco uscente contro il 63,9 allo sfidante – con uno scarto do 28 punti percentuali che Alemanno incassa con l’ipoteca dell’astensionismo: “Ho appena telefonato a Ignazio Marino facendogli le mie congratulazioni per il risultato elettorale e mettendomi a disposizione per un corretto passaggio delle consegne, massima lealtà e correttezza istituzionale. Il risultato è netto e l’influenza dell’astensionismo è stata molto forte”. Adesso i romani si aspettano quel cambiamento che Marino in campagna elettorale, già nella corsa alle primarie, declinava come la cura che avrebbe liberato il “Campidoglio da una politica oscura. Noi cambieremo tutto”.

Poi ha ricordato le sue tre promesse: Trasparenza, merito e decisioni strategiche prese insieme ai cittadini con referendum di indirizzo –e ancora la sfida al Movimento 5 Stelle-  Io intendo prendere tutte le decisioni strategiche con referendum di indirizzo. M5S è d’accordo?”.Ora benché il  Pd stia festeggiando l’affermazione di Marino e tutti i giornali ne celebrano la vittoria, il dato certo è che gli elettori romani hanno espresso chiaramente e con un certo disgusto la loro idea politica: perdono i candidati (quasi tutti), perdono i partiti (quasi tutti), perdono i partiti che fanno parte del governo Letta (tutti). Lezione più severa non poteva essere data, non solo per l’astensionismo -si registra il picco di astensione  più elevato nella storia del Paese -appena il 44% degli aventi diritto è andato alle urne-  ma anche con i numeri alla mano. Disaffezione alla politica o forse perché sono davvero risibili le differenze di programma tra Pd e Pdl? E’ difficile non mettere sullo stesso piano i due partiti molto simili nella composizione essendo il risultato di scomposizioni e ricomposizioni dopo la cosiddetta prima repubblica, che hanno la medesima idea della democrazia e della laicità dello Stato. Dispiace perché imperdonabile, bypassare, con analisi poco avvedute,  il fatto che meno della metà degli aventi diritto ha eletto Marino solo per rimarcare la sconfitta di Alemanno! E’ preoccupante, non solo per la democrazia, ma anche per il governo della città. E se Marino promette “un’opposizione seria, leale e non distruttiva” non sarà facile per il neo sindaco e per l’apparato che lo sostiene risolvere i mille problemi di Roma. Per ora al Campidoglio si festeggia la vittoria del nuovo Sindaco e del centro sinistra in tutti i 15 municipi romani.

 

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