Il film ‘Un’estate in provenza’, un film per tutti

Mercoledì 18 maggio lo spettacolo delle ore 19.30 di Un’estate in Provenza, attualmente in esclusiva al Cinema Mexico,  a Milano, sarà in versione sottotitolata per i non udenti.

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Rose Bosch, regista di Vento di primavera, con Un’estate in Provenza è al suo terzo lungometraggio con Jean Reno, Anna Galiena, Chloé Jouannet, Hugo Dessioux, Aure Atika, Lukas Pelissier.

Il film pone particolare attenzione alla tematica del confronto tra generazioni e ai rapporti familiari, nonché alla questione delle differenze (uno dei bambini protagonisti è sordo dalla nascita); si tratta di un lavoro originale sia dal punto di vista stilistico sia per quanto riguarda l’attenzione a tematiche complesse, sapientemente inserite nella cornice di una commedia divertente e di qualità.

Presentato con successo alle Giornate del cinema d’autore di Mantova, Un’estate in Provenza è stato sottotitolato per non udenti da Nomad Film Distribution, società indipendente fondata da Lydia Genchi nel 2009. Distributore e produttore di film, documentari e serie tv di qualità, rivolto alla scena cinematografica internazionale, Nomad Film Distribution dà la precedenza al cinema di qualità, con un occhio attento alla commedia intelligente e sofisticata e ai prodotti in grado di divertire, ma allo stesso tempo di affrontare temi sociali, con una particolare attenzione rivolta all’universo del cinema francese indipendente.

L’intervista a ROSE BOSCH 

Da dove arriva l’idea di partenza del film?

  1. B: Dai miei nonni. Li ho conosciuti a stento, ma ne conservo un ricordo poetico. È un gran vuoto. E poi avevo voglia di descrivere un conflitto generazionale tra nonni e nipoti. Amo il fatto che i nonni di oggi siano gli hippy di ieri. Essi hanno protestato contro la guerra in Vietnam, contro il consumismo, sono stati a Woodstock… È un confronto interessante quello in atto con la generazione “Y”, ribelle ma molto consumista.rose bosh

Il film rende omaggio a questi nonni…

  1. B.: Questi nonni non sono mai stati così presenti e importanti. Oggi corrono in soccorso delle famiglie più sconquassate. Loro sono ancora in forma e quindi gli si chiede molto. Si meritavano un omaggio…

Nel tuo ultimo film “Vento di primavera” Jean Reno interpretava un medico ebreo, e nel tuo ultimo film un nonno…

  1. B.: In “Vento di primavera” Jean Reno è un semplice medico alle prese con delle forze a lui superiori. Mi ero già ripromessa di affidargli un altro ruolo. Avevo scritto l’idea di un film sulla Provenza e sulla mia famiglia circa dieci anni fa. E ho fatto leggere a Jean lo script sperando che mi riservasse la parte di Paul.

Il personaggio di Paul ti è familiare?

  1. B.: Paul somiglia molto agli uomini catalani della mia famiglia. Parte di loro si trasferì in Provenza dopo la guerra di Spagna. Ho vissuto lo stesso a casa mia!

Si sente dire spesso «Senza questo attore non avrei fatto il film». Nel tuo caso è così?

  1. B.: Assolutamente vero! Ho condiviso con Jean delle cose essenziali. Come le origini iberiche (senza farne un folklore), la passione per la terra delle Alpilles, che nonostante sia a 2 ore dai treni ad alta velocità, resta l’ultimo Far West. Sia io che Jean sentiamo il bisogno di vivere in questo clima estremo, che passa da -10 a 40 gradi, abbiamo bisogno del Maestrale. Nella nostra famiglia si coltivano uliveti da generazioni. Dal canto suo anche Jean ha i suoi uliveti e conosce tutto di questi alberi. Chi altro avrebbe potuto interpretare Paul?

Come mai hai scelto di far interpretare Théo da un bimbo sordomuto di 7 anni?

  1. B.: All’inizio ho creduto che il personaggio del piccolo Théo fosse stata un’ispirazione proveniente dalla lavorazione del film “Vento di primavera”, dove ho avuto modo di dirigere un piccolo attore sordo. Poi ho realizzato che in un certo senso anche io sono stata una bambina “sorda”, dato che mio padre mi parlava in catalano. Quando mi chiedeva una mano a lavorare l’orto non comprendevo nulla di quello che diceva.

Come ha lavorato per dirigere un attore sordo?

  1. B.: Mi interessava inserire all’interno del film un bambino che parlasse un’altra lingua. Il film non ruota attorno all’handicap di Thèo. Ho semplicemente ingaggiato un attore. Lukas Pélissier è pieno di vita, determinato, ha senso dello humor ed è scrupoloso e preciso quando recita.

UN’ESTATE IN PROVENZA

Un film di Rose Bosch

 

SINOSSI

Nella campagna provenzale accarezzata dal maestrale giungono in vacanza dai nonni Léa, Adrien e il fratellino Théo, sordo dalla nascita. Non è la vacanza dei loro sogni e in meno di ventiquattro ore è scontro generazionale con il nonno Paul, un olivicoltore rigido e burbero che non hanno mai conosciuto a causa di un vecchio conflitto familiare con la madre.

Ben presto, però, il passato tempestoso di Paul si riaffaccia e i trasgressivi anni Settanta fanno ritorno sullo sfondo incantevole della Provenza mettendo in luce il suo lato più umano e affettuoso. Ecco che le differenze tra la vita di città e di campagna si annullano e le due generazioni possono finalmente incontrarsi dando vita a una vacanza indimenticabile.

Commedia, durata 105 min. – Francia 2014

Titolo originale: Avis de Mistral.

Una produzione Legende Films. In coproduzione con  Gaumont e France 2 Cinema. Con la partecipazione di Canal+, Cine+ e France Televisions.

Distribuito in Italia da Nomad Film

Orari: 15.30, 17.30, 19.30, 21.30 tutti i giorni (escluso giovedì)

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