Da Zō nuovo appuntamento con la danza contemporanea

Il 13 maggio, ore 21, da Zō Centro culture contemporanee di Catania nuovo appuntamento con la danza contemporanea. Una serata, tre firme coreografiche – Marco Laudani, Glenda Gheller e Melissa Zuccalà – e due diverse compagnie siciliane, Ocram Dance Movement e Sbam Dance Connection

 

Ocram Dance Movement_Achille’, foto Eros Brancaleon

Venerdì 13 maggio da Zō Centro culture contemporanee di Catania, nuovo appuntamento con la danza contemporanea. Una serata, tre firme coreografiche e due diverse compagnie siciliane, Ocram Dance Movement e Sbam Dance Connection.
Ocram Dance Movement, compagnia diretta da Marco Laudani e Claudio Scalia, presenterà al pubblico “Amuninni”, creazione del 2018 del coreografo siciliano Marco Laudani che trae ispirazione dalle parole di Umberto Galimberti. “Amuninni” nel 2019 ha ottenuto il premio come miglior coreografia al Certamen Coreografico distrito de Tetuan di Madrid ed è stato inviato in svariati festival internazionali.
E’ una produzione Ocram Dance Movement, in collaborazione con Scenario Pubblico centro nazionale di produzione della danza, anche la nuova creazione in prima nazionale della coreografa Glenda Gheller dal titolo “Achilles” esplorazione del confine tra la natura umana e ciò che la trascende. E’ una ricerca in corso, dal lato esteriore attraverso corpi che sperimentano la loro resistenza fisica e dal lato interiore attraverso persone che si smascherano e riscoprono. E’ un processo di resilienza, dove ognuno si ritrova a convertire i propri punti deboli per entrare in empatia con se stesso e le realtà emotive altrui. Si parla dell’essere invincibili e dell’essere autentici, cercando di capire dove si celi realmente la vera fonte di forza.
Sbam Dance Connection presenterà “Minkia”, coreografia di Melissa Zuccalà, danzatori Fabio Gambuzza, Marco Arrabito e Benedetta Cannolo, al sax Pietro Morelli. Partendo dai molteplici significati che la parola assume nel dialetto siciliano ben lontani dal termine vero e proprio, vuole essere una riflessione su alcune caratteristiche tipiche del siciliano. Non un trattato serioso per discutere dell’argomento ma, piuttosto, uno sguardo ironico, un dialogo afono, tra amici che si prendono in giro utilizzando la parola che più caratterizza la sicilianità: minchia, appunto. I siciliani utilizzano la parola “Minchia”, come una sorta di intercalare universale in base alle diverse circostanze: con tonalità e gestualità differenti, è una parola capace di identificare sentimenti, stati d’animo, intenzioni. “Minchia” è, per il siciliano, la parola più spontanea che esista!

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