Casa di bambola, il primo spettacolo teatrale femminista al Teatro Musco di Catania

Al Teatro Musco di Catania, è andato in scena il dramma borghese “Casa di bambola”, un successo strepitoso con degli interpreti che hanno reso attuale ciò che la donna ha rappresentato nel corso dei millenni.

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Da venerdì 13 a domenica 15 dicembre 2019, il Must Musco Teatro ha ospitato lo spettacolo “Casa di bambola” di Sebastiano Tringali.

Casa di bambola è un’opera teatrale norvegese scritta nel 1879 da Henrik Ibsen, il secondo drammaturgo più rappresentato al mondo dopo Shakespeare. L’opera è stata scritta durante un soggiorno dell’autore ad Amalfi, infatti l’Italia viene menzionata all’interno dell’opera, ed è stata messa in scena per la prima volta il 21 dicembre 1879 a Copenaghen, suscitando scandalo per i temi trattati.

A vestire i panni della protagonista Nora Helmer è Valeria Contadino, già reduce dal successo de La creatura del desiderio di Camilleri – Dipasquale, diretta in questa nuova entusiasmante fatica da un veterano del teatro italiano come Sebastiano Tringali che si è ritagliato un ruolo nel personaggio del Dottor Rank.

Completano la compagnia Davide Sgrogiò, nelle vesti di Torvald Helmer, Barbara Gallo sarà Kristen Linde e Riccardo Tarci il bieco Krogstad.

Musiche di Germano Mazzocchetti, scene Susanna Messina, costumi sorelle Rinaldi. Casa di bambola è una produzione Teatro della città Catania.

Nora è la giovane moglie di Torvald Hermer, un uomo dedito alla famiglia e che recentemente è riuscito ad ottenere il ruolo di direttore di banca. Sono sposati da otto anni e hanno tre splendidi bambini. Rappresentano quindi il tipico e perfetto quadretto familiare borghese della Norvegia di fine Ottocento.

Torvald tratta Nora quasi come se lei fosse una bambina. Dice che è la sua bambola, la sua lodoletta e, molto probabilmente, non la ritiene abbastanza intelligente per parlar con lei da pari. La stessa Nora, almeno inizialmente, si adatta bene a questo suo ruolo e non sembra infastidirla troppo questa sua inferiorità rispetto al marito.

Ma Nora, in verità, non è semplicemente la “bambola” di Torvald. È una moglie sinceramente innamorata, e che in passato, per amore del marito malato è arrivata anche a falsificare delle cambiali per permettergli le cure necessarie.

Date le circostanze è, quindi, una donna estremamente coraggiosa che non esita a compiere perfino atti illegali per il bene del marito e della sua famiglia.

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Nella Norvegia di fine Ottocento le donne, infatti, non potevano assolutamente amministrare i soldi di famiglia e perciò è stata costretta a comportarsi in questo modo, rivolgendosi addirittura a Krogstad, uno strozzino.

La trama di “Casa di bambola” è piuttosto semplice e lineare.

Ambientata tutta entro le mura di casa Helmer, si assiste alla vita quotidiana di Nora e di Torvald che scorre piacevole e in armonia. Recentemente infatti, l’uomo di casa ha ricevuto un’importante promozione, che inorgoglisce la stessa Nora.

La famiglia può finalmente godere di un più alto e ben meritato tenore di vita. Nora è entusiasta del nuovo stato di cose e, si comporta davvero con leggerezza, quasi fosse una bambina.

Ma nonostante questo, nasconde un grosso segreto. Come detto poco più su, per curare il marito è stata disposta a firmare delle cambiali a nome del padre e a farsi dare i soldi da Krogstad, un avvocato che, a quanto pare, è sempre stato immischiato in affari poco leciti. E che, ora, si comporta da strozzino con la moglie di Torvald.

Il caso vuole, infatti, che il marito di Nora sia direttore nella banca in cui lavora anche Krogstad e che il primo sia seriamente intenzionato a licenziare il secondo.

E’ a questo punto che la natura meschina di Krogstad prende il sopravvento. L’uomo, in virtù dei soldi che ha procurato a Nora in passato attraverso le false cambiali, ricatta la donna obbligandola a convincere Torvald a non licenziarlo.

La verità sulle false cambiali verrà così ben presto fuori e le conseguenze per Nora saranno disastrose.

Il marito, fortemente legato alla visione borghese della famiglia e della donna, trova il gesto di Nora non solo sconsiderato ma addirittura un affronto alla sua rispettabilità.

Sordo alle nobili intenzioni di Nora, arriverà addirittura a minacciare la donna di ripudiarla e di toglierle la cura e l’affetto dei loro tre figli.

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Le cose tuttavia si sistemeranno, grazie all’intervento di Kristine, un’amica di Nora. E solo dopo che tutte le apparenze sono in salvo, Torvald trova la forza di perdonare la moglie.

Ma a quel punto, Nora è troppo delusa e amareggiata dal marito, dalla sua reazione di fronte ad un probabile scandalo, e gliene dirà quattro…

Seguendo lo spettacolo salta subito fuori l’Ipocrisia che ammorba i rapporti umani come un cancro.

Il marito di Nora, Torvald Helmer, non appena viene a sapere da Krogstad delle false cambiali si preoccupa solo della sua rispettabilità di direttore di banca, di uomo di famiglia.

La minaccia più grave per lui è come gli altri possano vedere questa notizia, come gli altri possano giudicarlo.

Non ascolta le parole di Nora, le sue motivazioni per un gesto tanto sconsiderato. L’amore, sincero e vero, che sua moglie prova per lui messo al confronto con la rispettabilità, vale zero. Non conta niente.

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Pur di cancellare la macchia che un gesto del genere procura alla sua dignità, è disposto a ripudiare la moglie, a disconoscerla. E’ disposto a distruggere la famiglia, che pure aveva costruito con tanti anni di lavoro e di fatica, pur di allontanare dalla sua figura colei che mette in cattiva luce la sua rispettabilità.

Chiaramente, un testo così strutturato e con un messaggio sociale così forte, con il passare degli anni è anche diventato il manifesto dell’Emancipazione Femminile.

I movimenti femministi del primo novecento scelsero infatti l’opera teatrale di Ibsen come loro bandiera. L’autore norvegese è diventato quindi, suo malgrado, paladino dei diritti delle donne, soprattutto  nel periodo in cui essere donna significava essere solo madre e moglie, o al massimo amante.

Ibsen, in verità, con questa sua opera e altri testi del suo filone sociale, voleva rivendicare la libertà individuale di ogni persona, all’interno della società. Il suo intento sociale era quindi più universale e non guardava solamente alla triste situazione delle donne.

Tuttavia, la grandezza di Nora sta proprio nella sua forte presa di posizione a fine dramma. Una posizione di indipendenza.

La sua decisione di lasciare il marito (e i figli) fu vista in maniera del tutto negativa dai contemporanei e connazionali di Ibsen.

Motivo per cui, almeno inizialmente, la sua opera teatrale non fu ben accetta ma avversa da feroci critiche dei tanti benpensanti della società norvegese .

Il tema della libertà individuale, assieme alla critica feroce nei confronti dell’istituzione del matrimonio, vengono qui portate avanti attraverso le parole e i pensieri di Nora. Una donna fortemente delusa e amareggiata dal marito, che solo ora si rende conto di quanto sia importante la sua libertà individuale.

Fino a quel momento Nora ha vissuto la sua esistenza in maniera frivola e superficiale. Era davvero una bambola nelle mani del marito. E era troppo abbagliata dal benessere economico che Torvald  riusciva a procurarle, per accorgersi di come in realtà la sua libertà fosse pressoché nulla.

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Solo quando Torvald di fronte allo scandolo era disposto a disconoscerla, ha aperto del tutto gli occhi. Si è resa conto di quanto la società sia ingiusta nei confronti delle donne e, in seconda analisi, si è resa conto di quanto suo marito la stimi pochissimo, come persona.

Le parole di Nora sono quindi le parole di una donna delusa e amareggiata, parole di una donna molto forte e coraggiosa.

Nora ha capito quanto preziosa sia la sua autonomia e la sua libertà e la rivendica, con tutte le sue forze. Anche se questo significa lasciare i lussi che suo marito le procurava.

Anche se questo significa lasciare il bene più prezioso di ogni madre, i suoi figli.

Quello che segue, tuttavia, non è un vero e proprio monologo.

È un lungo discorso che Nora porta avanti nel dialogo col Torvald, il quale di tanto in tanto la interrompe.

Infine, applausi calorosi per gli  interpreti che hanno reso un testo così importante e molto attuale  uno dei capisaldi del dramma personale e umano.

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