Antonio Infuso con il nuovo libro della serie del Commissario Vega

Intervista al famoso scrittore Torinese,  ma originario della Sicula terra, che ci parlerà del suo   nuovo  libro della serie del Commissario Vega,  da lui  inventato, dal titolo “Suicidi al sorgere del sole”

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Chi sono i protagonisti del tuo nuovo libro? Dove si svolge la  vicenda? Quale e’ la trama? In che  anno e’ ambientata la vicenda?  Ti piacerebbe  che i tuoi libri   diventassero una serie tv? esponi ai lettori  del Globus Magazine come hai iniziato la tua  carriera di scrittore. I tuoi precedenti libri come si intitolano? Quali sono i  tuoi progetti futuri?

Sono nato a Torino, dove vivo, ma da genitori siciliani e sono orgoglioso della mie radici isolane e mediterranee.

“Suicidi al sorgere del sole” – edito da Intrecci, uscito nel 2018 e ambientato nel 2014, è la seconda avventura del commissario Vega e segue “Indagine di sole di sola andata”, uscito nel 2015 che ha avuto un successo inaspettato, avendo già superato le 4.000 copie vendute.

Il protagonista è, ovviamente, Stefano Vega, ex commissario, rifugiatosi a Cuba – con Irene, collega e ora sua compagna, e Sergio, anch’esso ex poliziotto – dopo il rocambolesco epilogo del primo libro.

Il libro prende avvio dal suicidio di dieci uomini, ognuno preceduto dall’omicidio di una donna, all’alba di un solstizio o di un equinozio. Da tempo la Omicidi di Torino è inutilmente a caccia del regista del tragico rituale. L’ultima speranza è Stefano Vega, l’ex-commissario che – dopo la vicenda “Montesi/Grandi” narrata nel primo romanzo – vive nel suo “buen retiro” tropicale

Vega è noto per essere un poliziotto dotato di grande istinto investigativo. ironico, cinico, melomane, irrispettoso delle regole, capace di scendere a patti con la malavita e di sporcarsi le mani, poco etico ma certamente onesto e con un profondo senso della giustizia.

Il nostro eroe inizia così una disperata lotta contro il tempo. Si addentrerà nel cuore nero dell’animo umano e si vedrà costretto a varcare i confini etici. Nell’eterna battaglia tra il bene e il male, occorre fare scelte drastiche e discutili. Il tempo per gli scrupoli e i ripensamenti è scaduto nell’orologio morale di Stefano. E la giustizia, quella vera, ha sempre necessità di una spinta cinica ma onesta. Il perdono è un lusso, in una Torino bella e dannata. E Vega questo lusso non se lo può permettere.

Ambientato in una Torino invernale, bella, dolente, magica, sensuale e a suo modo protagonista altra, come la musica, “Suicidi al sorgere del sole” si dipana come una sinfonia noir. Con continui colpi di scena, sorprese, compromessi, sensualità e violenza unita a sprazzi romantici al confine del magico.

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Un’indagine rocambolesca, con risvolti tragici e tesa a scandagliare il cuore nero ma anche l’animo sensibile sia dei vari personaggi invischiati nell’inchiesta e sia della squadra di Vega oltreché, naturalmente, del protagonista. Un personaggio che aveva già conquistato i favori del pubblico con la prima indagine. Vega è il più americano, in senso chandleriano, dei poliziotti italiani. Ma è anche il più mediterraneo.

I dialoghi sono serrati, intensi, come una vera e propria sceneggiatura cinematografica ed è una precisa scelta stilistica. Ogni parola deve essere inserita nel posto giusto per essere ascoltata e per dare realismo ai personaggi.

In copertina campeggia ancora una volta, un’immagine rielaborata di Torino. Dopo la Mole de “Indagine di sola andata” ecco la fontana dei caduto del Fejus di piazza Statuto. In entrambi icasi, l’autore è Nicola Balice che ha saputo restituire le atmosfere dei miei due romanzi.

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Per me scrivere non è un percorso di sofferenza e di introspezione. Per me è come andare al luna-park o sulle montagne russe. Ti immergi in un mondo altro e non sai cosa ti aspetta. Questo, secondo me, è il fascino della scrittura.

Però chi scrive ha anche un dovere etico e sociale: uno scrittore deve essere al servizio di chi la storia la subisce e non a chi la determina.

I miei libri hanno un debito di riconoscimento nei confronti della letteratura americana, da Chandler a Leonard e fino a Ellroy. Senza tralasciare il noir mediterraneo che vede in Izzo il suo grande e irraggiungibile padre. E poi non manca il cinema: dal western di Ford e Eastwood, al noir americano e francese, al poliziottesco nostrano al pulp tarantiniano. Ho anche una certa tendenza alle citazioni sia evidenti che celate.

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Tutti dicono che il personaggio di Vega – dotato di un forte impatto umano e guascone –  e la trama dei primi due romanzi sembrano perfetti per una versione cinematografica o da serie televisiva. Onestamente mi sembra improbabile ma ci spero.

Ho intenzione di completare il ciclo del mio commissario con un terzo romanzo. Una sorta di trilogia, ma devo ancora deciderne il destino e l’epilogo. In prospettiva, ho in mente un cambio radicale di genere; una storia post-disastro planetario ma non anticipo nulla.

“Suicidi al sorgere del sole” è disponibile, in cartaceo in tutte le librerie italiane, e – nella versione ebook – nei principali store on-line”.

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