Monopoli-Catania, l’analisi: ciò che rimane di noi

In casa del Monopoli disfatta per i rossazzurri che escono sconfitti per 3-0 e dovranno ora fare i conti con gli ultimi 180′ per provare a chiudere la stagione dignitosamente

18111177_1349288121824246_1913099203_o

Poche parole, solo brutti fatti. L’evoluzione della stagione calcistica del Catania di quest’anno ha dell’incredibile in senso negativo per i tifosi rossazzurri. Le ambizioni e le speranze erano ben diverse in ogni frangente e periodo dell’annata, specie ad inizio anno quando, nonostante il -7, si pensava ad una lotta per la parte altissima della classifica. Col tempo gli obiettivi si sono ridimensionati ma oggi ciò che emerge è che ad essersi assolutamente ridimensionata è la squadra. La partita di Monopoli non aggiunge nulla di nuovo a quanto visto col Cosenza e in altre gare del recentissimo passato, ma fa decisamente più male sia per il valore dell’avversario, sia per la prestazione degli uomini di Giovanni Pulvirenti, sia per il risultato, sia per la situazione legata alla classifica.

I padroni di casa, pur dimostrando grandi lacune da un punto di vista tecnico che giustificano la loro posizione in classifica, hanno messo in campo voglia e grinta vista l’importanza non solo dell’avversario ma anche dei punti in palio in quella che era la terz’ultima gara del girone. In piena zona play-out i pugliesi sapevano che tre punti contro un Catania mal ridotto e zoppicante avrebbero potuto dare una spinta importantissima sia da un punto di vista puramente pratico (punti in classifica) sia del morale. Nessuna giocata di spessore, nessuna partita della vita, solo la capacità di tenere il pallone e sfruttare le disattenzioni degli avversari.

E delle disattenzioni il Catania ne ha fatto una sua specialità. In generale già nell’ultimo periodo questo era emerso ma la gara contro il Monopoli ne ha dato prova per l’ennesima volta. I tre goal dei padroni di casa arrivano proprio da disattenzioni: il primo sull’ormai solito sbagliato posizionamento su un calcio piazzato, il secondo (questa è la novità) da un “peccato” di Pisseri che si lascia fuorviare da un pallone alto concedendo così la possibilità ai padroni di casa di raddoppiare, il terzo arriva su un rigore decisamente evitabile con la coppia Scoppa-Parisi autrice di una vera e propria gag. Ma il problema delle disattenzioni non affligge solo il reparto arretrato ma anche centrocampo e attacco: in mezzo al campo infatti il Catania perde troppi palloni perdendo la sfida per la supremazia territoriale contro un Monopoli tecnicamente non egregio; in attacco invece si manifestano errori davvero clamorosi, come la conclusione alta a pochi centimetri dalla porta sguarnita (su un ottimo assist di Khalifa Manneh) di Demiro Pozzebon e un “rigore in movimento” praticamente divorato da Andrea Mazzarani. Ma forse ciò che fa ancora più male è che queste sono state in pratica le occasioni più ghiotte di un Catania che non ha mai dato l’impressione di aver voglia di vincere la partita e, a bocce ferme, nemmeno la capacità di mantenere il risultato contro un avversario sulla carta alla portata di Pulvirenti ed i suoi.

Come in un poco originale reboot cinematografico, cambiano gli attori ma non cambia la storia. Nemmeno Manneh, Di Stefano e Mbodj dal primo minuto riescono a dare vitalità e a mischiare le carte, i subentrati dalla panchina non regalano nulla di nuovo in un Catania che sembra ormai solo guardare con insistenza l’orologio in attesa che possa concludersi l’ennesima stagione da mettere in soffitta e dimenticare il più velocemente possibile. I tanti indisponibili giocano un peso ovviamente su quelle che possono essere le scelte del tecnico della compagine siciliana ma, considerando il blasone dei nomi scesi comunque in campo, non possono essere un alibi per una sconfitta così ampia sotto tutti i punti di vista.

La matematica non ha ancora scacciato la speranza play-off ma sembra evidente che ad oggi il Catania sembra distante non solo da un punto di vista aritmetico ma anche della mentalità e della condizione fisica. I rossazzurri dovranno anche aspettare il risultato della gara tra Cosenza e Akragas perché, qualora i biancoazzurri dovessero riuscire nell’impresa di fare il colpo grosso in casa di un Cosenza già in ottica play-off, si potrebbe addirittura fare più grande anche lo spettro dei play-out, il mostro finale di una stagione da incubo. Al termine della stagione mancano 180′, due gare in cui ora bisognerà solo salvare il salvabile.

a Cognita Design production
Torna in alto