Il personaggio rossazzurro: Due facce dello stesso Catania

Per questo appuntamento con la nostra rubrica non abbiamo scelto un personaggio in particolare, quanto piuttosto i due dei rossazzurri visti in questa stagione 

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I fan della saga di Batman conosceranno sicuramente il personaggio di Harvey Kent meglio noto come ‘Due Facce’. Tralasciando le diverse storie relative alle origini sulle pagine dei fumetti, se si prende l’ultima trasposizione cinematografica in cui compare il personaggio (‘Il Cavaliere Oscuro’ di Christopher Nolan) si vede l’evoluzione di un uomo che da incorruttibile e perfetto procuratore distrettuale viene non solo trasfigurato in viso ma anche nell’animo fino a trasformarsi da valente eroe ad uno dei cattivi della storia. Anche il Catania ha due facce. Due facce amare se si considera soprattutto il breve arco di tempo in cui esse sono venute fuori che hanno portato la formazione siciliana al brutto momento in cui si trova oggi.

Ad inizio stagione il Catania era una delle “grandi cadute”, trasfigurata sì da quel -7 iniziale ma ambiziosa e soprattutto decisa a ricoprire un ruolo da protagonista nel girone C di Lega Pro. La penalizzazione faceva già presagire una stagione in cui centrare la promozione diretta sembrava davvero proibitivo, ciò non toglie però che la lotta per le posizioni di vertice, visto anche l’organico dei rossazzurri, sembrava fattibile. Sotto la guida di Rigoli il Catania vinceva e convinceva tra le mura del ‘Massimino’ e riusciva a contenere gli avversari in trasferta, non centrando la vittoria (fatta eccezione per Cosenza) ma portando a casa spesso e volentieri un punto. Niente lotta per il vertice ma qualificazione ai play-off con una posizione privilegiata a portata di mano.

Poi anche i rossazzurri hanno subito il proprio trauma. Probabilmente “la brutta giornata” che ha cambiato tutto è stata quella della sconfitta con l’Akragas che ha avuto come conseguenza l’allontanamento di Pino Rigoli. Poi l’arrivo di Petrone che, dopo quattro punti in tre gare, rassegna a sorpresa le dimissioni in seguito alla sconfitta col Melfi. Infine la scelta di “promuovere” Giovanni Pulvirenti che però ad oggi ha collezionato quattro sconfitte in quattro gare da quando siede sulla panchina dei grandi.

Difficile dare le colpe ai tecnici, complicato trovare un colpevole, complesso trovare una cura. Oggi il Catania è una squadra che viene da cinque sconfitte consecutive e che lentamente ha visto altre formazioni superarla nella corsa ai play-off, scendendo fino all’undicesimo posto (condiviso con la Paganese). Ciò che resta sono amarezza e stupore di ciò che sembrava essere e di ciò che è diventato. Una squadra che sembra aver perso la sua retta via, essere stata “trasfigurata” anche nello spirito e nella voglia di combattere e competere per traguardi importanti e successi.

Dove si cela il mostro? Sono gli altri ad esserlo trasformandoci in vittime o si nasconde(va) semplicemente dentro di noi? Non si sa. La realtà dei fatti è che un Catania che non brillava per gioco ma portava a casa risultati importanti, specie in casa, ora zoppica anche tra le mura del ‘Massimino’ e vive un momento che era davvero difficile da ipotizzare solo fino a qualche mese fa. La necessità è quella di ritrovare lo splendore e l’animo di un tempo, nella speranza che possa così uscire nuovamente l’altra faccia, quella che tutti i tifosi rossazzurri sicuramente preferiscono.

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