UNICT, Ogm in Italia. Quale opinione nel Bel Paese?

I risultati di una ricerca condotta dai docenti Gioacchino Pappalardo e Mario D’Amico dell’Università di Catania e da Jayson Lusk della Purdue University negli Stati Uniti sono stati pubblicati sulla rivista scientifica International Journal of Food Science and Technology.

Quale è oggi l’opinione degli italiani sugli Ogm. Un tema che nell’ultimo ventennio è stato al centro dei dibattiti molto intensi dell’opinione pubblica oltre alle questioni legate al clima e ai vaccini e da cui è emerso che i cittadini europei risultano particolarmente sensibili a queste tematiche con dispute che si trascinano da molti anni e che sembrano ancora ben lontane dal trovare soluzioni ampiamente condivisibili.
In un recentissimo paper i docenti Gioacchino Pappalardo, Mario D’Amico e Jayson Lusk si sono posti il problema di capire l’opinione degli italiani sugli Ogm. In particolare la collaborazione internazionale tra i due docenti del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania con il prof. Jayson Lusk, distinguished professor e head of the Agricultural Economics Department alla Purdue University negli Stati Uniti ha permesso di concretizzare una ricerca scientifica focalizzata sull’opinione di scienziati e cittadini comuni mettendo a confronto opinioni, dubbi e credenze.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati in un articolo dal titolo “Comparing the views of the Italian general public and scientists on GMOs” sulla prestigiosa rivista scientifica International Journal of Food Science and Technology.

«L’indagine conclusa nei primi mesi del 2020 è stata condotta in Italia su un campione di 1.264 unità, ripartite tra 1.006 cittadini comuni e 258 membri dell’Associazione Italiana delle Società di Scienze Agrarie. I risultati hanno evidenziato che il divario tra le dichiarazioni delle organizzazioni scientifiche sulla sicurezza degli alimenti geneticamente modificati e le preoccupazioni del grande pubblico su tali alimenti è molto ampio sollevando dubbi e interrogativi sulla misura in cui l’opinione degli esperti e il consenso scientifico possono influenzare l’opinione pubblica – spiegano gli autori della ricerca -. Lo studio, inoltre, ha cercato di determinare se le convinzioni sulla sicurezza degli Ogm sono alte tra gli esperti in paesi in cui c’è stata una significativa opposizione pubblica a tale tecnologia. I risultati rivelano che riguardo al grado generale di sicurezza degli Ogm solo il 54% dei consumatori italiani ritiene i prodotti geneticamente modificati generalmente sicuri contro l’81% degli scienziati. Nonostante l’ampia forbice tra le convinzioni sulla sicurezza tra i due sub campioni, i risultati rivelano una maggiore assonanza tra scienziati e cittadini comuni su altri aspetti relativi agli Ogm ed in particolare su quelli relativi al negativo impatto degli alimenti geneticamente modificate sui prezzi dei prodotti alimentari, in particolare nei Paesi in via di sviluppo».

In agricoltura gli Ogm oggetto di produzione, autorizzati e commercializzati sono organismi vegetali (come mais e soia) che a seguito di modificazioni genetiche hanno sviluppato alcune peculiari caratteristiche, quali la resistenza a certi insetti o la tolleranza ad alcuni erbicidi. Un prodotto Ogm o un suo prodotto derivato può essere immesso sul mercato europeo solo a seguito di autorizzazione da parte di organi competenti sulla base di una complessa procedura che non trascura una valutazione di rischio per la salute umana e per l’ambiente.
In Italia, ad oggi, nessun organismo geneticamente modificato può essere coltivato a fini commerciali così come previsto dalla Regolamentazione degli OGM nell’Unione europea.
Tuttavia ne è consentita la commercializzazione nel rispetto delle regole di etichettatura. La principale normativa di riferimento in campo alimentare per il comparto OGM è rappresentata da due regolamenti della Comunità Europea relativi agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati e alla tracciabilità e etichettatura di organismi geneticamente modificati e alla tracciabilità di alimenti e mangimi ottenuti da organismi geneticamente modificati.

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