Un libro contro lo spreco alimentare: il Banco Alimentare contro la povertà

Ogni anno in Italia 5,6 milioni di eccedenze alimentari vengono sprecate. Si è svolta venerdì 18 marzo la presentazione del libro di Giorgio Paolucci “Se offrirai il pane all’affamato” nei saloni del Palazzo della Cultura di Catania.

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All’incontro hanno preso parte il giornalista Giuseppe Di Fazio, che ha moderato la discussione, Maria Antonietta Bullara, Dirigente Generale del Dipartimento della Famiglia della Regione Siciliana, Don Piero Galvagno, Direttore della Caritas Diocesana di Catania, Fabio Prestia, presidente del Banco Alimentare della Sicilia onlus e l’autore, Giorgio Paolucci.

Un volume, solo apparentemente piccolo, che racchiude in sé non solo i numeri del cibo che ogni giorno viene buttato e che potrebbe, invece, rappresentare una risorsa per la società e per ognuno di noi, ma che segna, inoltre, il percorso che il Banco Alimentare ha fatto dalla sua nascita – avvenuta in America nel 1967 – fino a oggi. Un pensiero virtuoso, nato oltre oceano, grazie alla lungimiranza di due persone: John Van Hengel, un uomo dal passato avventuroso che aveva trovato ospitalità in un convento e una donna forte con un marito in carcere e dieci figli da sfamare. Ecco com’è nata la prima Food Bank al mondo che ha acceso la scintilla in America e l’ha trasferita in Europa, prima in Spagna e poi in Italia. E per quanto strano possa sembrare, in Italia l’idea di non sprecare il cibo e trasformarlo in risorsa diventa realtà grazie a un famosissimo imprenditore (Star) che, pur rimanendo nell’ombra fino alla sua morte, ritenne fondamentale fare qualcosa di buono per ricordare la memoria della madre e contribuire a non sprecare il cibo in più.

20160318_201533 OK«Oltre lo spreco. Storie di uomini e di solidarietà è ciò che propone Giorgio Paolucci nel suo libro – commenta Fabio Prestia – storie che attraversano lo stivale e che raggiungono anche Catania con due testimonianze semplici ma condite di quotidiana solidarietà per comprendere che l’azione del Banco non è legata solo alla Colletta Alimentare di fine novembre”. La prima testimonianza è quella della “Casa dal portone verde”, che offre il proprio aiuto nel quartiere Cappuccini grazie all’energica dolcezza della signora Pina. La seconda è quella dell’associazione Accoglienza e Solidarietà attiva soprattutto nell’aiuto ai migranti.

20160318_203529 OKOgni giorno oltre 1 milione e mezzo di poveri mangiano grazie alla rete di aiuti che ruota attorno al Banco Alimentare e si basa sul recupero delle eccedenze della filiera agroalimentare, cioè del cibo che viene prodotto, trasformato, distribuito o cucinato che che, per varie ragioni non è venduto o consumato. In Italia ogni anno si producono 5,6 milioni di eccedenze alimentari: il 57% viene generato nel percorso che va dal settore primario alla ristorazione, mentre il consumatore finale influisce per il restante 43%. Solo una percentuale che oscilla tra l’8 e il 9 per cento del totale delle eccedenze viene recuperata, quindi lo “spreco” vero si può valutare in 5,1 milioni di tonnellate. Uno spreco che genera non solo costi sociali ma anche economici (legati a produzione e smaltimento) e ambientali. È stato calcolato che in Italia si perdono così 12,6 milioni di euro ogni anno, pari a una media di 210 euro a persona. A questo va aggiunto un impatto ambientale stimabile in 13 milioni di tonnellate di CO2 utilizzate per produrre ciò che alla fine risulta sprecato”.

 

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