Tutela dei minori, si rafforza la sinergia fra Autorità Giudiziaria e Asp di Catania

Al Palazzo dell’ESA, il Workshop di presentazione della “Procedura per la costituzione di Equipe multidisciplinari ad alta integrazione socio-sanitaria per la valutazione e la presa in carico del minore segnalato al Tribunale per i Minorenni di Catania”.

CATANIA – In programma, oggi, a partire dalle ore 15.30, presso la sala convegni del Palazzo ESA (in Via Beato Bernardo, 5), il Workshop di presentazione della “Procedura per la costituzione di Equipe multidisciplinari ad alta integrazione socio-sanitaria per la valutazione e la presa in carico del minore segnalato al Tribunale per i Minorenni di Catania”.

L’incontro si colloca a margine del Protocollo d’intesa, sottoscritto lo scorso 27 ottobre presso la Sala delle Adunanze della Corte d’Appello di Catania, alla presenza del Prefetto della città, fra Istituzioni, Forze dell’Ordine e Ordini professionali, per assicurare la piena attuazione delle funzioni di tutela dei minori destinatari di provvedimenti giudiziari civili e penali, ivi inclusi quelli riguardanti i minori vittime di abusi sessuali o maltrattamenti intra-familiari nell’ambito della provincia di Catania.

Apriranno il workshop il presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, Roberto Di Bella, e il direttore generale dell’Asp di Catania, Maurizio Lanza.

Nel corso dei lavori si farà il punto sulla Procedura per la valutazione e la presa in carico del minore segnalato dall’Autorità Giudiziaria e sulla costituzione, da parte dell’Asp di Catania, di 6 Equipe multidisciplinari ad alta integrazione socio-sanitaria (EMI).

«Puntiamo a realizzare un salto di qualità nella risposta giudiziaria, a beneficio di vaste aree di utenza sofferente e fasce deboli della popolazione – spiega il presidente Di Bella -. Una pluralità di “sguardi” specializzati sulle delicate situazioni personali e familiari che attenuerà il rischio di interventi frazionati e di provvedimenti sproporzionati rispetto agli interessi da tutelare. Il progetto rappresenta un esempio virtuoso, oltre che unico, di sinergia istituzionale».

La costituzione delle EMI nasce dalla crescente domanda di giustizia e sostegno sociale per le sempre più complesse relazioni familiari.

«Le EMI – aggiunge Lanza – rappresentano l’interlocutore unico con l’Autorità Giudiziaria e operano in rete collegandosi, a seguito di valutazione d’equipe, con le Istituzioni locali e con tutte le articolazioni dell’Azienda nelle aree sanitarie e sociosanitarie al fine di garantire risposte condivise, omogenee, efficaci e integrate».

Prevista la partecipazione al Workshop dei sottoscrittori del Protocollo d’intesa dello scorso 27 ottobre.

Sono due le sessioni di lavoro in programma che introdurrà il direttore sanitario dell’Asp di Catania, Antonino Rapisarda.

Successivamente gli interventi di: Daniela Bordonaro, direttore dell’UOC di Psicologia; Carmelo Florio, direttore del Dipartimento di Salute Mentale; Giovanni Rapisarda, direttore dell’UOC di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Territoriale; Loredana Sucato, dirigente responsabile dell’UOC Servizio Sociale Professionale che, nella funzione di gruppo di Coordinamento, presenteranno il progetto.

A seguire, Grazia Cannarozzo, referente per l’area UOC Servizio Sociale Professionale, Maria Costanzo, referente per l’area UOC Psicologia, e Letizia Strano, referente per l’area UOC NPI Territoriale, illustreranno ruolo e funzioni dei singoli profili nelle Equipe multidisciplinari integrate.

Alle ore 17.45, è prevista la Tavola rotonda con i giudici togati e onorari, moderata da Giuseppe Di Bella, direttore amministrativo dell’Asp di Catania.

La conclusione del workshop è prevista per le ore 19.00.

Le EMI, composte da professionisti dell’Azienda sanitaria stabilmente ed esclusivamente destinati alla relazione con l’Autorità Giudiziaria, svolgono il loro compito integrandosi, secondo necessità, con i Comuni e con tutti i servizi dell’Azienda sia territoriali sia ospedalieri con l’obiettivo di:

  • rendere noto e standardizzato un metodo di lavoro;
  • definire le responsabilità degli operatori coinvolti;
  • razionalizzare e ridurre i tempi di attesa;
  • migliorare l’assetto organizzativo;
  • favorire l’integrazione dei servizi coinvolti nella valutazione/presa in carico del minore.
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