Trischitta racconta di un ‘diverso’ con tanta voglia di cantare

‘Glam rock’, travestitismo e pregiudizi nella barocca Catania degli anni ’70

Nel giorno della memoria di Francesco Virlinzi (produttore discografico e fondatore della Cyclope Records, quattordici anni dalla morte, n.d.r.), due date importanti per Catania: il ritorno della ‘cantantessa’ Carmen Consoli dopo cinque anni di assenza e la presentazione del nuovo libro di Domenico Trischitta con al centro Catania e la musica‘.

Esordisce così il giornalista Nicola Savoca, nel presentare “Glam City”, il nuovo libro di Domenico Trischitta, venerdì 28 novembre alla libreria Feltrinelli (Avagliano editore, pp.132, €14,00).

Al centro del racconto la Catania degli anni ’70, in cui il personaggio di fantasia Gerry Garozzo sogna il mondo dello spettacolo. Ma lui è un ‘diverso’ e la città gli sta stretta. A ventun’anni, il trasformista fugge così a Londra, dove si imbatte nell’astro nascente del ‘Glam Rock’ (genere di musica pop degli anni ’70), ovvero Marc Bolan, chitarrista e leader del gruppo inglese “T- Rex”. Bolan sarà fonte di ispirazione per il ragazzo, che tornerà nella sua città col desiderio di rinnovarla musicalmente e di attuare, con l’aiuto dei suoi eterogenei amici, quella stessa rivoluzione trasgressiva che è avvenuta dentro di lui. Ma dovrà fare ben presto i conti con la dura realtà: Catania non è Londra e Gerry non è Bolan. Il progetto discografico è così infranto, insieme alla disperata voglia di affermazione personale dell’artista, che morirà di HIV, da solo e dimenticato.

Perché fallisce il sogno di Gerry?

‘Catania e i catanesi sono ammalati di ‘prosopagnosia’, ovvero l’incapacità di riconoscere i volti altrui – spiega Savoca -. I catanesi non riescono insomma – continua il giornalista – a valutare le potenzialità intrinseche di ciascuno. Così come non sono state valutate le doti artistiche e la creatività di Gerry, emarginato, a causa della sua omosessualità. Sul quartiere è stato già detto tutto, da registi catanesi e anche da me in precedenti scritti. Qui racconto il rock, miniera di ricchezza catanese. San Berillo, nel mio libro, è solo la metafora universale del travestitismo per eccellenza, con le sue tipiche luci rosse che contrastano in una città nera e barocca come Catania‘.

E ancora l’autore: ‘Catania non era bella negli anni ’70. Le sue guerre di mafia all’interno incutevano paura. Via Etnea non era la strada dei giorni nostri. La sera c’era il coprifuoco, le luci erano fioche e le figure che si intravedevano durante la notte erano solo quelle dei criminali e degli omosessuali in cerca di ‘carne fresca’. Ma la città attraeva comunque i ragazzi ‘di periferia’ come me, che cercavano di guadagnare terreno nel centro, come avviene ancor oggi. Così, i fenomeni artistici catanesi non hanno fortunatamente risentito del clima negativo che si respirava in quegli anni: le prove sono state cantanti come i fratelli Bella, Cristiano Malgioglio, i Denovo e Carmen Consoli, talenti catanesi“.

Allora perché talenti e icone gay come Malgioglio e Renato Zero hanno conosciuto il successo a differenza di Gerry Garozzo?

Hanno avuto più fortuna rispetto a Gerry – spiega Trischitta -. Uno dei miti di quegli anni è David Bowie. Ai nostri tempi non si capiva se Bowie fosse uomo o donna, ma nonostante l’ambiguità del cantante alla quale noi giovani catanesi non eravamo abituati, egli era ed è tuttora il maestro della musica e del travestitismo inglese. Non bisogna dimenticare che a Catania, durante il fascismo, gli omosessuali venivano mandati al confino’.

Glam city – precisa Savoca – non è “l’opera dei puppi”, bensì la triste storia di un talento non emerso in una Catania che si innamora dei mafiosi e fugge dai creativi’.

Trischitta, che nel romanzo usa la prima e la terza persona, descrive una Catania ‘ridente, sperta, levantina, assolata, nera lavica e buttana‘. Gerry s’illude di trapiantare qui quel glam rock di Marc Bolan a cui Bowie e i Queen sono stati riconoscenti e del quale erano figli. Catania cambierà musicalmente – continua Savoca, ‘si affacceranno nuovi talenti all’orizzonte come i Denovo negli anni ’80, o Carmen Consoli, scoperta da Francesco Virlinzi negli anni ’90’.

Ospite d’onore alla presentazione, Francesco ‘Francois’ Turrisi, (professione avvocato, e frontman del gruppo musicale catanese ‘Francois e le coccinelle’, n.d.r.), che racconta: ‘Nel nome della band c’è molto di Gerry perché “Coccinelle” fu il primo transessuale della storia: nel 1959, infatti si sottopose ad un intervento chirurgico per cambiare sesso. Quando vivevo a Milano – continua – incontravo i travestiti nelle pause dopo i concerti e domandavo come mai non si operassero anche loro. E rispondevano: “Se facessimo l’operazione non lavoreremmo più“. Leggendo il libro -continua Francois – c’è tutta la Catania e i suoi etichettamenti nei confronti dei diversi, a causa dei quali la carriera di Gerry viene stroncata. Basti pensare che “Coccinella” (remake della canzone di Ghigo Agosti,1959, n.d.r.), che ci ha portati al successo e che oggi fa sorridere, ieri diede scandalo. I pregiudizi sono stati poi superati grazie al fenomeno Renato Zero – continua il vulcanico cantante, che ha regalato al pubblico della Feltrinelli una versione speciale di “Coccinella” -. Il protagonista del libro – conclude – vedrà sfrecciare attorno a lui tutti i talenti rimanendo impotente anche di fronte alla criminalità organizzata catanese’.

Non basta saper scrivere – spiega Trischitta -: bisogna anche saper usare il cuore e metterlo al servizio dei personaggi per dar loro dignità’.

Laura Calise e Giuseppe Carbone hanno letto alcuni brani del libro. 

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