Sonorità e orizzonti mediterranei della sicilianità per la cerimonia di consegna del premio internazionale “Addamo”

Sonorità e orizzonti mediterranei della sicilianità per la cerimonia di consegna del premio internazionale “Addamo”

Indagine antropologica, nella capacità di recuperare le memorie del sottosuolo siciliano, incrostate di storia, lingua, cultura per dare vita a un premio rappresentativo della sicilianità, con segni pirandelliani, fibra e forza della Sicilia più pura. Di questo mix si nutre il premio internazionale intitolato a “Sebastiano Addamo”,che si è svolto alle Ciminiere, alla presenza di una giuria di grande prestigio culturale: Alessandro Cannavò (Corriere della Sera), Rita Carbonaro (direttrice della Biblioteca Civica e Ursino Recupero), Alice Flemrova (italianista di Praga, traduttrice per la prima volta nella sua lingua, delle opere di Stefano Pirandello) annuncia che ai corsi di italiano si presenta ormai il triplo di aspiranti rispetto al numero chiuso dei posti disponibili, significa che la cultura riprende; Giancarlo Magnano di San Lio (direttore dipartimento Lettere all’università di Catania),  Domenico Tempio (editorialista de La Sicilia), Sarah Zappulla Muscarà (cattedratica della nostra università) che ha promosso all ‘estero le traduzioni dei capolavori dei classici di Sicilia anche in arabo e greco, commenta “i romanzi, presentati in questa serata ci restituiscono con maestria l’atmosfera dei periodi attraversati, soffuse di ironia, trattando argomenti storici e riflessioni antropologiche e sociologiche sulla società siciliana. Spaccati di una letteratura memorialistica, corroborata da uno sguardo di insieme di una microstoria che stratifica i momenti cronologici con quelli strettamente legati alla sfera comportamentale”. Il premio si è svolto alla presenza della signora Addamo che porta avanti questa manifestazione omaggio alla cultura in memoria del marito,  poliedrica personalità di scrittore, giornalista, educatore di respiro europeo, amante della  sintesi e delle forme brevi, nei suoi versi ha cantato il malumore, l’amarezza, il furore di chi anelando, a una qualche forma di chiarezza, finisce per trovare solo verità negative. Ha trascorso la sua infanzia a Lentini, laureatosi in giurisprudenza ha collaborato con diversi quotidiani e riviste, scomparso nel 2000 viene ricordato con rammarico da Milano a Parigi e Palermo, e a casa Sciascia come una vera caverna del sapere. Lo scrittore è stato sempre consapevole che “i mutamenti del nostro tempo sono diventati così rapidi e fulminei, che fermarsi un istante può significare essere lontani come la stella Sirio”.

I riconoscimenti sono andati al direttore de “La Sicilia” Mario Ciancio  Sanfilippo, premiato per la sua prestigiosa attività editoriale e culturale, con una produzione libraria dedicata agli aspetti storici e culturali dell’Isola, nonché per l’edizione dei resoconti dei viaggi sull’Etna di Sartorius von Waltershausen: la prima traduzione in italiano di un monumento della cultura scientifica tedesca realizzato da uno scrittore che sulla scia di Goethe metteva assieme arte e vulcanologia, ispirazione poetica e precisione metodica. “Der Aetna è un libro che resta e sarà presto seguito da un volume curato da Lina Scalisi (storica di grande talento e capace di dare vita anche alle cronache più remote del passato)”: così il direttore Mario Ciancio Sanfilippo, ha presentato la sua iniziativa editoriale con la sua passione per l’Etna.

 

Gli altri premi assegnati, hanno privilegiato una nuova tematica:  la cultura delle proprie origini, uno al giornalista Paolo Di Stefano, l’altro al medico Antonio Mistretta. Entrambi scrittori ricercati, il primo avolese d’origine, inviato per la cultura del “Corriere della Sera”, autore di  inchieste e romanzi pluripremiati, autore del romanzo “Giallo d’Avola” ambientato in Sicilia nella metà degli anni ’50. Forti i legami con la tradizione letteraria siciliana, in particolare con il magistero pirandelliano, come osserva Sarah Zappulla Muscarà, esplicitamente richiamato da Paolo Di Stefano che, come ne Il fu Mattia Pascal(in cui si narra, come è noto, di una morte apparente), vena di toni comici e talvolta grotteschi un evento drammatico, presentando un fatto di cronaca che per tanti aspetti appare frutto esclusivamente della fertile immaginazione dell’autore. Tra “La Catastròfa” e “Giallo d’Avola” c’è un cambiamento poiché nel primo, come osserva lo scrittore , c’è indignazione nella tragedia di Marcinelle ascoltando voci e luoghi, ed è un romanzo corale. Nel “Giallo d’Avola” c’è il sentito parlare ed è un pretesto per ritornare alle mie origini con sapori che somigliano alla mia storia”. L’altro ad Antonio Mistretta per “Archivi del Sud”, docente universitario di igiene, ha già pubblicato originali saggi e romanzi,in questa saga siciliana ripercorre le generazioni della famiglia paterna, come osserva l’autore  “che affonda le radici nel cuore della Sicilia agraria e in Lunigiana, descrivendo lo scorrere del tempo e il susseguirsi parallelo degli eventi della storia”. È un esempio di quella branca della psicanalisi definita “psicogenealogia”, secondo la quale per poter comprendere il presente dei singoli individui è necessario scavare nel passato delle generazioni che li hanno preceduti. Non più analisi della persona nella sua dinamica introspettiva comportamentale, ma la memorizzazione del suo scorrere genetico.

 

Nel corso della serata sono stati letti brani significativi dei libri premiati: il giovanissimo violoncellista Bruno Crinò ,ha creato momenti musicali attraverso interpretazioni classiche di grande intensità; la cerimonia è stata condotta dalla giornalista Carmelita Celi. Sono intervenuti in rappresentanza del Provincia Pina Consoli, Orazio Licandro per il Comune, impegnandosi di aderire a un panorama culturale di cui dobbiamo essere fieri che si sta rimarginando dalle macerie recenti dell’odierna crisi.

 Il direttore Ciancio Sanfilippo ha devoluto il premio alla Croce Rossa nella persona del suo presidente provinciale Stefano Principato, ha osservato che l’assistenza fornita dalla sua organizzazione non si limita agli interventi sanitari ma anche all’accoglienza morale in questi momenti di grandi tragedie del mare e bisogna “mettere il cerotto della tolleranza”. Insomma tutto quello che si addice ad un incontro di cultura siciliana dalle ricche risonanze internazionali e, come insegnava Sebastiano Addamo, di una cultura non frivola, ma attenta ai problemi sociali e a quelle ricerche scientifiche  che sole possono sostenere il futuro.

 

 

 

a Cognita Design production
Torna in alto