I signori del calcio: Un pitbull di nome Edgar Davids

La storia dell’ex centrocampista olandese passato in Italia per Milan, Juventus e Inter

La Serie A per molti anni è stata il terreno di gioco di quello che per molti era semplicemente il “Pitbull”, Edgar Davids.

Il calciatore surinamese, naturalizzato olandese, nato nel 1973 a Paramaribo, fu soprannominato così per la sua ggressività e tenacia. Riuscì sin da giovanissimo infatti a mettersi in mostra per l’imponente quantità di palloni che riusciva a recuperare in ogni partita, che lo rendevano, unite alle sue discrete doti tecniche, uno dei centrocampisti più completi della sua generazione.L’esordio arriva a soli 18 anni nell’Ajax, allenato da Louis Van Gaal, in Eredivisie e dopo poco tempo divenne un perno di quella squadra vincitrice agli inizi degli anni ’90 di una gran quantità di trofei sia in patria che in Europa.

Sbarca in Italia nell’estate del 1996 al Milan, ma l’avventura in rossonero non decolla mai, complice anche un brutto infortunio patito nel febbraio del ’97 quando, in un contrasto di gioco, si rompe tibia e perone rimanendo fuori dai campi per più di sei mesi.

Lascia Milano nell’inverno dello stesso anno per raggiungere Torino, sponda Juventus, per 9 miliardi. In bianconero ritrova la forma e la migliore condizione, tornando ad essere quel giocatore visto ad Amsterdam.

Nell’agosto del 1999 gli viene diagnosticato un glaucoma all’occhio destro. Edgar fu già operato qualche anno prima all’occhio sinistro per un problema simile, causato, però, da un contrasto di gioco. Da quel momento Edgar divenne riconoscibile in campo non solo per le lunghe treccine ma anche per quel paio di occhiali protettivi neri ed arancioni che gli hanno permesso di continuare la sua lunga carriera. Difatti anche una piccola botta avrebbe potuto compromettere le capacità visive del giocatore. Non tutto fu così semplice però perché passarono diverse settimane prima che UEFA e FIGC diedero il consenso all’uso dei colliri americani, scatenando l’ira funesta del giocatore.

La sua storia a Torino finisce nel 2004, per ricominciare come Ambasciatore della Juventus nel Mondo nel 2013, per approdare prima al Barcellona e poi nell’Inter, dove però non riesce mai a ritrovare quel rendimento di inizio carriera. Dopo una parentesi a Londra, sponda Tottenham Hotspur, ritorna nella società che l’ha lanciato, l’Ajax. Con la squadra di Amsterdam torna a vincere la Coppa Olandese segnando proprio il rigore decisivo dopo i tempi supplementari.

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