GDF (PE), SCOPERTA FRODE FISCALE PER 82 MILIONI DI EURO

SCOPERTA FRODE FISCALE PER 82 MILIONI DI EURO. 56 DENUNCIATI E SEQUESTRO DI BENI PER 16,7 MILIONI

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Al termine di articolate indagini di polizia giudiziaria in materia di reati tributari, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Pescara hanno disvelato un sofisticato sistema di frode all’IVA nel settore del commercio di carburanti per autotrazione, perpetrato attraverso il ricorso sistematico a false fatturazioni, per un importo complessivo di circa 82 milioni di euro, mediante il quale due imprese di distribuzione pescaresi hanno evaso l’IVA per oltre 18 milioni di euro.
Le complesse attività hanno tratto origine da due verifica avviate nel 2019, nei confronti delle citate due società pescaresi, nel corso delle quali le Fiamme Gialle hanno focalizzato la propria attenzione sulla circostanza che i due soggetti economici, gestori di diversi distributori di carburanti, riuscivano a praticare al pubblico dei prezzi particolarmente concorrenziali rispetto ai competitors della zona.
In particolare, dai primi riscontri, emergeva come i prezzi di acquisto dei carburanti risultassero sistematicamente più bassi persino di quelli praticati all’ingrosso da note compagnie di produzione idrocarburi nazionali.
Rilevata questa anomalia, i finanzieri hanno ritenuto necessario indagare sulla filiera di approvvigionamento, per capirne le dinamiche e le ragioni che consentivano di immettere sul mercato prodotti ad un prezzo così altamente concorrenziale.
A seguito di specifiche analisi di rischio, realizzate anche grazie alle banche dati in uso al Corpo, sono stati effettuati approfondimenti presso i fornitori del prodotto, attraverso capillari controlli dei movimenti commerciali non solo cartolari ma anche di carattere fisico, mediante ispezioni sui luoghi di esercizio delle attività e presso le residenze o domicili dei legali rappresentanti.
In questa maniera, sono state scoperte 29 società cartiere (dislocate anche in altre regioni), le quali, che frapposte nella filiera commerciale ed evadendo sistematicamente l’IVA, facevano in modo di fornire alle società verificate un prodotto a basso costo, proprio perché, di fatto, sgravato dall’IVA evasa.
Queste imprese, dalla vita operativa molto breve (c.d. apri e chiudi), non disponevano di una effettiva sede operativa, non erano dotate di idonee attrezzature né avevano personale alle dipendenze, e i loro rappresentanti sono risultati spesso irreperibili.
Il sistema truffaldino così accertato (e ben collaudato) si poggiava, in sostanza, sulla seguente preordinata pratica evasiva.

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