Sara Favarò presenta le sue nuove pubblicazioni dai titoli: “Giufa’ giramondo” e “Che Dio stramaledica gli alleati”

La scrittrice palermitana è cultrice delle tradizioni popolari ha al suo attivo più di 70 libri.

Giufà giramondo è il personaggio, che, fin da bambina, ascoltavo le sue avventure pazze dalla tata. Origine e storia di Giufà?

“Giufà è un personaggio presente in tutta la fascia mediterranea e appartiene a diverse culture, anche se con nomi diversi. La prima fonte scritta sulle gesta di Giufà è riscontrabile in un manoscritto arabo del X secolo, il suo titolo era “Le eccentricità di Diuha”. Nome con il quale è identificato in alcuni paesi della fascia Mediterranea: Algeria, Egitto, Libia, Marocco e Tunisia. Giufà talvolta appare stolto e altre saggio, talvolta succube e altre paladino degli indifesi, talvolta scemo e altre astuto, talvolta matto e altre poeta. Come dire che Giufà è la rappresentazione di tutto il mondo”.

Chi ha inventato le peripezie di Giufà?

“I vari racconti su Giufà, spesso presentano delle analogie tra loro e, dato che nella quasi totalità sono provenienti da fonti orali, sono naturalmente soggetti a modificazione nel passaggio “di bocca in bocca”. Tant’è che alcune favole documentate in luoghi differenti e/o in epoche diverse, pur riportando lo stesso episodio base, differiscono per particolari, ambientazione, nome del personaggio. Abbiamo narrazioni su Giufà traslate dal racconto orale, ma anche nati dalla fantasia di favolisti che, nella quasi totalità, non hanno disdegnato elaborare episodi popolari”.

Secondo lei, Sara, ancora nel 2021 quasi 2022 in piena era tecnologica e virtuale dove tantissimi direi la maggior parte dei ragazzi trovano grande soddisfazione con i giochi interattivi che adesso si possono fare anche in diretta con altri bambini come se fossero presenti… dicevo crede che questi, considerati da tanti,  “polverosi” racconti possano interessare da un punto di vista pedagogico i ragazzi e che  si  potrebbe fare per far si che questo progetto editoriale possa giungere  tra i banchi delle scuole?

“E’ proprio in piena era tecnologica, in cui i ragazzi sono soli e isolati da questi giochi moderni, che i “racconti polverosi ” diventano valide alternative pedagogiche. Le storie di Giufà’ ci aiutano a recuperare la relazione umana, la dimensione ludica, la socialità e il pensiero critico. Occorre fare memoria di fatti, eventi, usi, cultura, tradizioni popolari, di chi ci ha preceduto affinché le moderne generazioni abbiano conoscenza e comprensione delle proprie origini, del proprio passato affinché la globalizzazione non si trasformi in omologazione. Credo fortemente nel bisogno di raccontare, ed anche di raccontarsi e nella necessità di leggere poiché la lettura apre orizzonti e fa scoprire vicende che la tecnologia informatica non può sostituire”.

Di recente, a Palermo si è svolta la presentazione del suo  libro dal titolo: “Che Dio stramaledica gli alleati”….  di cosa parla e che insegnamento possiamo  raccontare alle nuove generazioni che non hanno vissuto l’orrore della guerra come noi ma che stanno vivendo altri “tipi di orrori e di violazioni e di sopraffazioni”?

“l mio romanzo propone una lettura della seconda guerra mondiale e in particolare la vicenda dell’arrivo degli Alleati in Sicilia da un punto di vista che non è quello che si può leggere nei libri di testo, ma è quello del protagonista, Umberto, che vive la tragedia della guerra a dodici anni, con i suoi occhi da adolescente e con il suo disperato bisogno di pane. La stessa fame che induce dei ragazzini della sua età a protestare, a Palermo, per la mancanza di pane e che, inaspettatamente, diverranno bersaglio di alcuni militari italiani, in quella che sarà la prima strage di Stato post bellica. Ventidue vittime rimarranno sul selciato, un altro centinaio morrà per le ferite riportate nei mesi successivi. “Che Dio stramaledica gli Alleati” è  un grido al cielo di una madre che cerca la figlia tra le macerie dopo il tragico bombardamento di Palermo del 9 maggio 1943. Una disperata imprecazione contro la violenza, da qualsiasi parte essa provenga”.

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