A Roma “Visioni fuori raccordo – Rome Documentary Fest”

Annunciati i titoli della X edizione del Concorso “Visioni fuori raccordo – Rome Documentary Fest” che si svolgerà a Roma dal 15 al 19 novembre

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Annunciati i titoli che quest’anno competono per il Premio al Miglior Documentario Italiano della decima edizione di “Visioni fuori raccordo – Rome Documentary Fest”, l’unico festival romano interamente dedicato al Cinema del Reale che quest’anno si svolgerà a Roma dal 15 al 19 novembre.

Sostenuto da Regione Lazio – Assessorato alla Cultura e dalla SIAE – Società Italiana Autori ed Editori, il festival, oltre a una sezione internazionale e ad eventi speciali, si caratterizza per il suo concorso dedicato alle opere italiane  che  quest’anno porta a Roma nove documentari presentati in sala assieme ai loro autori.

Questa selezione è in qualche modo la conferma del fermento, seguito e raccontato anche negli anni passati, che anima il mondo del cinema documentario italiano”, afferma il direttore del Festival Luca Ricciardi.C’è una nuova generazione di cineasti che naviga in mare aperto, esplora linguaggi, forza confini, rimette in discussione convenzioni e approcci consolidati. Una generazione che Visioni fuori Raccordo vuole continuare a raccontare

Storie e linguaggi fuori dalle mappe comuni hanno sempre caratterizzato Visioni Fuori Raccordo. Anche quest’anno per il  concorso italiano offre uno sguardo d’insieme sulle vicende e le sfide che dai molti angoli del mondo meritano di essere raccontate.

“I documentari in concorso di questa edizione tratteggiano una geografia culturale in trasformazione, che allinea in un’orbita comune territori, immaginari figurativi e linguaggi distanti fra di loro – spiega il curatore della sezione italiana Giacomo Ravesi – Le spiagge di Ostia toccano il deserto di Wirikuta, così come le nuove generazioni cinesi si apparentano ai desideri comunitari di giovani italiani. Allo stesso tempo, gli interni domestici rivelano drammi e gioie familiari che risuonano fin oltreoceano nelle esistenze di individui in Africa, in Cisgiordania e in Brasile. Un viaggio nel mondo e dentro l’individualità della società contemporanea, che il documentario italiano sta promuovendo attraverso un aggiornamento valoriale e generazionale”.

L’omaggio è prima di tutto a Roma e alle sue periferie con il racconto felliniano  de Il Principe di Ostia Bronx di Raffaele Passerini: due attori che, non piegandosi all’idea di essere rifiutati dal teatro, dall’Accademia e dal Cinema spostano il loro palco sulle spiagge nudiste di Ostia. Anche le magnifiche campagne attorno ai Castelli Romani fanno da scenario alla storia di un gruppo di giovanissimi  che con le loro allevamento di api decide di andare contro le leggi del mercato ne Il Tempo delle Api di Rossella Antinori e Darel Di Gregorio. Anche quella di Sami, il veterinario protagonista di Waiting for Giraffes è la storia di una sfida: quando  le giraffe vengono a mancare nello zoo palestinese di Qalqilya, Sami  è determinato a farle tornare. Presentato in anteprima mondiale al Festival Internazionale del Documentario di Amsterdam IDFA e distribuito internazionalmente dalla francese Cat&docs il film dell’italiano Marco De Stefanis racconta  attraverso il cammino del dottor Sami la realtà e la complessità del conflitto israelo-palestinese.
Sono più intime ma non meno intense le sfide della coppia di registi Laura D’Amore e Danilo Monte, che decide di mettere a nudo la propria esperienza di fecondazione assistita con Vita Nova, presentato al Festival di Torino 2016, e soprattutto la sfida raccontata dal film The Good Intentions in cui la giovane regista Beatrice Segolini (in co-regia con Maximilian Schlehuber) torna fra le mura domestiche per portare avanti una missione: rompere il tabù della violenza familiare.
La possibilità e la speranza che per chiunque ci sia posto nel mondo sono invece raccontate  da Simone Carnesecchi e Tommaso Lusena de Sarmiento in Simplemente Estamos Aquí, storia di un uomo e del suo particolare punto di vista attraverso il deserto messicano di Wirikuta.
E’ un mondo senza più un’identità invece quello dei giovani protagonisti di The First Shot, premiato come miglior film alla 53sima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, in cui i registi Federico Francioni e Yan Cheng mostrano la prima generazione nata dopo la protesta di Piazza Tienanmen in Cina attraverso il presente di tre ragazzi cinesi alla ricerca di sé.
Oltre alla Palestina e al Messico due prospettive singolari ci raccontano anche l’Africa e il Brasile. La prima mostrata attraverso il particolare ‘sguardo’ di un uomo non vedente con il film vincitore del Premio Speciale della Giuria al Torino Film Festival 2016 Moo-ya di Filippo Ticozzi. Il secondo con Lepanto – l’ultimo Cangaceiro di Enrico Masi è visto in questo caso dagli occhi di un inglese che dopo aver perso la propria casa in occasione delle Olimpiadi di Londra, alla vigilia delle nuove Olimpiadi in Brasile, decide di recarsi lì diventando l’ultimo Cangaceiro, leggendario brigante brasiliano difensore degli oppressi.

A determinare il miglior documentario sarà una giuria composta dal regista Daniele Vicari, l’attrice Valentina Carnelutti e il giornalista Roberto Silvestri. Sarà assegnato durante la cerimonia conclusiva il Premio al Miglior Documentario Italiano consistente in 3 minuti di materiale d’archivio del valore di 4500 euro offerto da AAMOD – Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico. Per i film in concorso è previsto anche il Premio Cinema del Reale: il regista e direttore dell’omonimo festival Paolo Pisanelli selezionerà un documentario della sezione Concorso Italiano che sarà invitato e premiato alla XV edizione della Festa di Cinema del Reale, in programma il prossimo luglio 2017 a Specchia, nel Salento.

Il programma integrale del Festival sarà reso noto lunedì 6 novembre.

Il Festival è organizzato e prodotto dall’Associazione LABnovecento con il patrocinio della Roma Lazio Film Commision, con il sostegno di Regione Lazio – Assessorato alla Cultura e da SIAE – Società Italiana Autori ed Editori, ed è realizzato grazie alla collaborazione di: Moving Docs – DOC IT, Road Television; Thalia Group; Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico; Istituto Svizzero; Cinema del Reale; Università degli Studi Roma Tre.

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