R.I.P. Andrea Camilleri. Dopo un lungo ricovero si è spento a Roma il grande scrittore siciliano

Il  papà del Commissario Montalbano è morto questa mattina all’ospedale Santo Spirito di Roma dove era da tempo ricoverato. Sotto la sua coppola, annerita dal fumo dell’immancabile sigaretta, ha ridato colore ,calore, poesia alla Sicilia e ai Siciliani.

andrea camilleriSi è spento all’età di 93 anni lo scrittore Andrea Camilleri. La notizia della sua dipartita è stata diffusa con una nota questa mattina dalla Asl Roma 1“con profondo cordoglio”, precisando che il papà del Commissario Montalbano si è spento alle 08.20 presso l’Ospedale Santo Spirito.

“Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali – si legge nel bollettino dell’ospedale -. Per volontà del maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio”.
Nato a Porto Empedlocle, la sua Vigata, il 6 Settembre 1925, Andrea Camilleri lasciò presto la Sicilia per affrontare la dura gavetta nel mondo dello spettacolo. Anni difficili, come i suoi esordi: prima aiuto-regista di Orazio Costa dopo un turbolento apprendistato all’Accademia d’ arte drammatica a Roma, e in seguito regista in proprio, oltre che per trent’anni funzionario Rai addetto alla prosa radiofonica e produttore in televisione di pièces teatrali e produzioni di sceneggiati polizieschi televisivi di successo, tra questi il tenente Sheridan e il commissario Maigret.
Non l’abbandona la voglia di raccontare storie, di scrivere poesie fino ad arrivare alla scrittura narrativa, con la pubblicazione del corso delle cose nel 1978. Nel 1984 pubblica, La strage dimenticata, senza successo. Riprende a scrivere dopo oltre dieci anni di pausa e pubblica La stagione della caccia e continuò alternando ai romanzi storici, tra cui il formidabile Birraio di Preston (1995), i gialli di Montalbano.
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Nascono così le storie incentrate sulle indagini del commissario di Vigata, con “La forma dell’acqua”, che Sellerio Editore pubblicò nel 1994. Romanzo dopo romanzo, ne sono usciti trenta, tradotti in 120 lingue, venduti in oltre 30 milioni di copie.
Camilleri da corpo ed anima a Salvo Montalbano e ai personaggi che compongono quel microcosmo e che si esprimono in “Vigatese” un “ dialetto per diletto”,quasi inventato che risulterà vincente e comprensibile a tutti i lettori.
“Non si tratta di incastonare parole in dialetto all’interno di frasi italiane – spiegava – quanto di seguire il flusso di un suono, componendo una sorta di partitura che invece delle note adoperi il suono delle parole. Per arrivare ad un impasto unico, dove non si riconosce più il lavoro strutturale che c’è dietro. Il risultato deve avere la consistenza della farina lievitata e pronta a diventare pane”.
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Il successo è inarrestabile e si consacra con la fortunata serie televisiva in cui comunque emerge la figura del protagonista, e la caratterizzazione dei personaggi di contorno. Il simpatico e abile commissario che con la sua malinconica ironia, e con un modo personale nello svolgere le indagini, mette in primo piano una moralità tutta sua da cui non prescinde mai.
Montalbano – di cui Camilleri parlerà sempre come se fosse vero e vivente, continuerà anche
domani: c’è un altro Montalbano in attesa di essere pubblicato. Andrea Camilleri lo scrisse anni fa e lo consegnò a Sellerio perché lo conservasse in cassaforte con l’obbligo di pubblicarlo solo dopo la sua morte.
Il Commissario Montalbano ci lascerà nel momento in cui comincerà a pensare al suo doppio, cioè a Luca Zingaretti l’attore che in vent’anni ha portato le sue indagini davanti a più di un miliardo di spettatori. Come questo avverrà è tutto da scoprire.
 La scomparsa di Andrea Camilleri, uomo sensibile ma fermo, si interrogava ancora sull’Italia e
rispondeva senza sottrarsi ai temi politici più scottanti, artista, scrittore ed intellettuale, lascia un vuoto incolmabile per la cultura contemporanea.
Ci piace immaginarlo seduto su una panchina, con la sua coppola, annerita dal fumo dell’immancabile sigaretta, a raccontare le sue storie, così come avrebbe voluto immaginarlo seduto su una panchina, con la sua coppola, annerita dal fumo dell’immancabile sigaretta, a raccontare le sue storie, così come avrebbe voluto immaginando il suo ultimo viaggio.

Grazie Maestro per aver ridato colore, calore, poesia alla Sicilia e ai Siciliani.
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