R.I.P. Richie Havens, con «Freedom» scrisse la colonna sonora di Woodstock

Addio Richie Havens, aveva 72 anni. Grande cantautore afroamericano, protagonista assoluto della tre giorni del 1969, era stato riscoperto da Quentin Tarantino: «Freedom» riappare infatti nell’epopea nera di Django Unchained.

Poco più di un mese fa, piangemmo la scomparsa di Alvin Lee, la chitarra più veloce di Woodstock: ora se ne è andato un altro eroe dell’atto che, in musica, ma non solo, concluse nel ’69 il decennio più ribollente dello scorso Novecento. 
A 72 anni, nella sua casa di Jersey City, New Jersey, è scomparso per un attacco cardiaco Richie Havens, folkstar nera newyorchese che venne dal ghetto, Bedford Stuyvesant, Brooklyn, passando per i caffé del Village,  risposta afroamericana ai Dylan e alle Baez. Era nato a Brooklyn il  21 gennaio 1941.

Divenne famoso per il suo modo di suonare la sua Guild, per la sua posizione e per il modo di adoperare il plettro, una pennata instancabile. Nel 1993 suonò al concerto in onore del presidente Bill Clinton.
Al di là della sua musica, coloro che hanno conosciuto Havens ricorderanno la sua gentile e compassionevole natura, il suo umorismo leggero e la sua forte presenza“, così in un comunicato della famiglia.

Nel 2009, il 14 agosto, il cantautore veterano si era esibito per il live-anniversario con “Freedompresso il Bethel Woods Center for the Arts, sul sito originale del festival a Bethel, NY.
Tutto nella mia vita, come quella di tanti altri, è attaccata al treno“, aveva detto in un’intervista del 2009 a The Associated Press.

Da tre anni non suonava più, sofferente per una insufficienza renale.
Havens ha pubblicato più di 25 album. Il suo ultimo album è del 2008 “Nobody Left to Crown”.

Erano circa le 17:00 del 15 agosto 1969, quando Havens apriva il festival di Woodstock, pur essendo inizialmente il quinto in programma di scaletta. Aveva suonato per quasi tre ore, dopo essere stato richiamato per tanti bis. Dopo l’esecuzione del repertorio, Havens improvvisò una canzone sulla base del vecchio spiritual “Motherless Child“, ripetendo all’infinito la parola ‘Freedom‘, che divenne poi la famosa “Libertà“, una canzone ormai considerata l’inno di una generazione.

Altri hits e cover famose di Havens furono la  versione dei brani dei Beatles “Here Comes the Sun”, “Eleanor Rigby” e ‘Strawberry Fields Forever’, come il pezzo dei Who ‘Won’t Get Fooled Again’, di DylanJust Like a Woman“, dei Quicksilver Messenger Service, “What About Me?”. Altre songs “I Can’t Make It Anymore” e “Morning, Morning“.

 

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