E’ proprio l’ex batterista dei Beatles, Ringo Starr che sul suo account Twitter, dà la notizia della morte di George Martin, produttore discografico, conosciuto come ‘il quinto Beatle’.
Appassionato di musica classica, George Martin iniziò a suonare il piano a soli 6 anni e non appena ne ebbe la possibilità, iniziò a fraquentare la Guildhall School of Music and Drama, dal 1947 al 1950.
Dopo il diploma lavorò per il dipartimento di
musica classica della BBC e poi, nel 1950, alla EMI che negli anni cinquanta, con l’esplosione del rock and roll, divenne una delle più importanti etichette discografiche dell’epoca.
Quando, nel 1955, fu nominato manager per la Parlophone, colosso multinazionale, riservata prevalentemente all’incisione di dischi umoristici, lavorò con comici come Peter Sellers e Rolf Harris. Qui era noto alla EMI come produttore di artisti minori.
Ma fu proprio la Parlophone il teatro d’ incontro tra Martin e i Beatles, che si rivolsero ad essa poco dopo essere stati rifiutati dalla Decca, nel 1962.
In quell’occasione, Martin decise di far firmare ai Beatles il contratto che li legava alla sua casa discografica e lanciò il loro primo singolo “Love me do“.
Il lavoro di George Martin sul gruppo dei Beatles fu notevole dato che, ai tempi, non sapevano leggere la musica.
La loro abilità nel suonare era tuttavia lodevole, e “non si poteva fare a meno di farseli piacere”, ammette Martin.
Una delle prime modifiche che fece per la band inglese, fu quella di sostituire l’allora batterista turnista Andy White con Ringo Starr, che divenne parte integrante della band.
Ed oggi, a tanti anni di distanza un sentimento di riconoscenza, di certo deve avere mosso Ringo Star che così commenta la triste notizia sul suo social Twitter: “George ci mancherà. Grazie per tutto il tuo amore e la tua gentilezza George, peace and love”.
Nominato Knight Bachelor, nel 1996, dalla monarchia britannica, da circa 10 anni non produceva più dischi.
Il manager di George Martin ha comunicato alla stampa che è morto in pace nella sua casa.