Progetto Italia-Malta “SIMIT”: conclusa la tre giorni della seconda esercitazione internazionale italo-maltese a Lampedusa

Il progetto Italia-Malta “SIMIT” è mirato alla costituzione di un sistema integrato di protezione civile tra soggetti siciliani e maltesi per le attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, di pianificazione e gestione delle emergenze da estendere ai paesi transfrontalieri.

Un evento sismico di magnitudo locale 5.6 a est di Lampedusa ed un evento sismico tsunamigenico nell’arco cretese con ingenti danni a persone ed agli edifici dell’isolotto siciliano. Ma si tratta, per fortuna, solo della esercitazione internazionale italo-maltese nell’ambito del Progetto Italia-Malta 2007-2013 “Simit – Costituzione di un sistema integrato di protezione civile italo maltese”, ormai giunto alla sua fase conclusiva, che si è tenuta dal 28 al 30 settembre scorso a Lampedusa.

 

Attori principali dell’esercitazione – che ha registrato la presenza dei dipartimenti di Protezione civile della Regione Siciliana, Calogero Foti, e di Malta, John Rizzo, del sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusi Nicolini – sono state le due strutture di Protezione civile siciliana e maltese che hanno lavorato insieme per tre anni creando congiuntamente un sistema di protezione civile integrato italo-maltese che opera nel bacino del Mediterraneo coadiuvate da altre strutture locali, della Regione Siciliana e di Malta. Proprio il comune di Lampedusa e Linosa hanno istituito il Centro Operativo Comunale nei locali dell’Area marina protetta Isole Pelagie per le attività di soccorso.

Il progetto Simit, coordinato dal Dipartimento della Protezione civile della Regione Siciliana – coadiuvato dal Dipartimento della Protezione civile di Malta e dalle Università di Palermo, Catania e Malta –, consiste nella costruzione di un sistema integrato di protezione civile tra soggetti siciliani e maltesi per le attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, di pianificazione e gestione delle emergenze da estendere ai paesi transfrontalieri.

Proprio sull’isola maltese di Gozo (dal 3 al 5 settembre scorso) si è tenuta la prima esercitazione.

 

 

Nell’ambito dell’esercitazione del 29 settembre è stato simulato un evento sismico di magnitudo locale 5.6 a est di Lampedusa con crollo di una porzione sommitale di una falesia (località Bue marino) e con conseguente attività di ricerca, recupero delle vittime e soccorso dei feriti anche con l’intervento dei sommozzatori dei vigili del fuoco in mare.

E’ stato poi simulato, il 30 settembre, un ulteriore evento sismico tsunamigenico, su modello di propagazione delle onde di tsunami realizzato dall’Ingv, nell’arco cretese con conseguente evacuazione degli studenti e personale dell’istituto omnicomprensivo “Luigi Pirandello” e attività di ricerca e soccorso dei dispersi (30 settembre).

Il documento di impianto dell’esercitazione è stato redatto dalla Protezione civile della Regione Siciliana che ha ospitato le attività e a cui hanno preso parte la delegazione siciliana e quella maltese composte da soccorritori volontari e da funzionari del Dipartimento regionale di protezione civile, da funzionari dell’Arpa Sicilia, da 7 componenti del Disaster Victim Identification della Polizia di stato e da 6 componenti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

 

In totale le delegazioni siciliane e maltese sono state composte da quasi 60 unità a cui si aggiunge il personale della Capitaneria di porto, Aeronautica militare, Guardia di finanza, Carabinieri, Afm maritime squadron, Asp, Amp Isole Pelagie, Cisom, e associazioni di volontariato (Croce rossa italiana, Corpo itali ano di soccorso dell’Ordine di Malta e Misericordie).

Presenti anche il rappresentante della Commissione europea – direzione generale della Politica regionale e urbana, Gianluca Comuniello, e dell’Autorità di gestione e del segretariato tecnico congiunto del Po Italia-Malta 2007-2013, Marco Sambataro e Chiara Di Bella, e delle Università di Palermo e Catania. 

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