Presentato il libro ‘Papaveri e papere. Prodezze e Nefandezze dei Presidenti di Calcio’ allo Sheraton di Catania

Il nuovo libro di Nicita e Arcidiacono presentato al Panathlon Club di Catania, ed è subito polemica ‘stemperata’ sulla figura di Angelo Massimino. 

Calcio e Cultura non vanno d’accordo. Denaro, business e imprenditoria, sono la conditio sine qua non dello sport più popolare e conosciuto del mondo. Questo il tema del libro presentato all’hotel Sheraton di Catania tra polemiche e risate per le gaffes di Angelo Massimino.‘Papaveri e Papere. Prodezze e Nefandezze dei Presidenti di Calcio’ di  Massimo Arcidiacono e Maurizio Nicita, giornalisti della Gazzetta dello Sport.

Quattrocento strafalcioni dei padroni della Serie A tra errori grammaticali di Angelo Massimino, gaffe di Berlusconi, intemperanze del rissoso Aurelio De Laurentiis, le irriverenze di Costantino Rozzi e Romeo Anconetani, ma anche un’analisi e un’evoluzione antropologica dei Presidenti nel corso degli anni, fino ai potenti Zamparini, Preziosi e Lotito. Questo il leitmotiv del libro nato da una presa di consapevolezza dell’ingenuo Presidente di Confindustria  Giorgio Squinzi: «La gente mi riconosce come presidente del Sassuolo, a Confindustria non conto nulla». La frase galeotta, ha indotto gli autori a indagare sui cambiamenti di atteggiamenti e comportamenti non sempre encomiabili dei Presidenti delle squadre di calcio che ‘in passato, spiega Maurizio Nicita -‘nascevano come sempici sfegatati tifosi ed aspiranti calciatori che, da dilettanti,  investivano denaro per la squadra dilapidando interi patrimoni. Quelli moderni, Berlusconi docet,  fanno il loro ingresso nel mondo del calcio per ottenere consenso, popolarità, o per entrare in politica‘. ‘Alcuni comprano una squadra e la rivendono al miglior offerente – continua Arcidiacono – come ha fatto Zamparini a Venezia: non è più una passione ma un modo di fare imprenditoria’.

 Perchè un altro libro sul calcio dopo il vostro precedente ‘Io può’?’ (storica famosa frase di Angelo massimino, n.d.r)

Attraverso il calcio si capisce la società di oggi, replica Nicita – ‘Berlusconi ha modulato il linguaggio calcistico, e ciò gli ha permesso di ottenere un vasto consenso anche in politica’. Gli fa eco Massimo Arcidiacono ‘Il calcio è lo specchio della società italiana: il tormentone di Matteo Renzi è ‘vinceremo la partita’. I Presidenti cambiano, vengono sostituiti, come in politica, ma l’eccesso di potere e la voglia di sfondare il grande schermo permane’.

Avete avuto modo di chiedere un parere a Luca Serianni, noto linguista, nell’analisi degli errori grammaticali?

All’unisono gli autori rispondono ‘Non abbiamo fatto le pulci al testo, sarebbe stata un’ottima idea: abbiamo descritto ritratti degli imprenditori di oggi frugando tra gli archivi e aggiungendo alla parte ‘seria’ del libro una lettura scherzosa a più livelli‘.
Ricordiamoci – aggiunge Arcidiacono – che si tratta di calcio, e per quanto possa essere un argomento serio, bisogna rimanere ‘soft’ in tema. E’ uno spaccato puntuale della figura imprenditoriale che si intreccia col business del calcio, senza nulla regalare o nulla concedere ai protagonisti che descriviamo con le loro magagne giudiziali’.

Quindi, imprenditori ‘Superman della comunicazione’, definiti dal giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso, che ha moderato la discussione tra un simpatico ‘provocatore’ Gianni Di Marzio, storico allenatore del Catania (che ha descritto il buon Massimino ‘Padre – Padrone‘, ricordando le sue gaffe più divertenti, ma anche i punti salienti di un Massimino grande imprenditore),  la figlia dello storico Presidente, che commossa spezza una lancia a favore dell’amato papà ‘Mio padre non era Cavaliere della plebe, era un cavaliere del lavoro’, ed un animoso Fabio Tracuzzi che tanta di placare gli animi.

Gli strafalcioni non inficiano il personaggio – si salva in calcio d’angolo Enzo Ingrassia, passato Dirigente del Catania – frasi come ‘Io può’, o il ‘Volo Charleston’ non inficiano il personaggio, sono abiti da sartoria; Massimino non si ricorda solo per le sue papere, forse non conosceva i congiuntivi, ma si era fatto da sé, ed era disposto  a vendersi gli appartamenti pagando profumatamente; dulcis in fundo, particolare che nessuno conosce, eccelleva in matematica. Non sarebbe passato alla storia senza il suo ‘io può’.

Insomma, calcio e cultura non se la sentono di camminare insieme, almeno in Italia, e se vogliamo trovare qualche scampolo di ‘intelligentia’, bisogna leggere scrittori sudamericani come Eduardo Galeano, l’argentino Osvaldo Soriano, o ‘l’etologo Desmond Morris, che nel campo della sociologia ‘ha investigato la cultura del calcio’ conclude Arcidiacono.

Nel parterre apprezzato ospite Angelo Mirabella, papà del magistrato Santino, indimenticato Componente della Commissione di Vigilanza Pubblici Spettacoli che operò tra i primi per l’agibilità dello storico Stadio Cibali, poi dedicato a ‘Massimino’. Interessante e storicamente preciso l’intervento del magistrato Ignazio Fonzo, profondo conoscitore del tema e grande sportivo. 

Contento Antonio Mauri del Panathlon Club di Catania e tutta l’organizzazione. Nel tavolo dei relatori era anche presente Sandro Morgana, presidente di FederCalcio Sicilia.

 

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