Il tocco inconfondibile del direttore artistico Tuccio Musumeci punta all’eccellenza
La filosofia alla quale si ispirano le stagioni del Teatro “Brancati”, in precedenza “Compagnia teatro della città”, premia: le programmazioni scelte con criterio, sapientemente calibrate sulla cifra e la verve del suo direttore artistico Tuccio Musumeci, incontrano il “mercato”, guadagnano successo di pubblico e di critica, estendono l’appeal del “Teatro della città” a tutto il territorio regionale.
Puntando su commedia e spettacoli di intrattenimento, il “Vitaliano Brancati” ‘centra’, forse pour cause, un obiettivo inimmaginabile in Italia: mettere in scena un cospicuo numero di repliche nella stessa sede teatrale, come i famosi teatri di prosa londinesi, “riprendendo”, fuori e dentro la stagione, spettacoli che hanno riscosso il plauso del pubblico.
Musumeci fa questo con rigore, attingendo alla sua grande esperienza di scena e conoscenza del pubblico: le stagioni che programma non sono cucite addosso alla sua straordinaria maschera teatrale; in verità, come a suo tempo ci ha dichiarato, Tuccio studia da sempre lo straordinario fenomeno e la tradizione del teatro napoletano e romano, il loro successo popolare, con ricerca attenta.
Nel corso di questa stagione, fuori abbonamento, avremo “Aragoste di Sicilia”, “Barberia”, “Maffia. Parole e musica”; in abbonamento “Il medico dei pazzi” (dal 30 ottobre), “Cenerentola” (dal 27 novembre), “Il ratto delle sabine” (dal 15 gennaio), “Ladro di razza” (dall’11 febbraio, al Teatro Ambasciatori), “Il berretto a sonagli” ovvero “’A birritta ch’i cincianeddi” (dal 19 febbraio), “Crisi di madri” (dal 12 marzo), “Pipino il breve” (nuovo allestimento, dal 7 maggio).
Il teatro aprirà in orario di aperitivo per “I lunedì di Alessandra (Costanzo)” e “Racconti della mia vita e dei miei personaggi” di Guia Jelo, il cui calendario è in corso di definizione, per un uso pieno del suo spazio al servizio della cultura e della cultura teatrale in particolare: un innesto originale per rendere evidente il grande, magnifico lavoro che fa del teatro un laboratorio culturale a tutto tondo, incrementando il feeling col pubblico e con la città.
Il doppio titolo del “berretto a sonagli”, in lingua italiana e siciliana, annuncia lo straordinario lavoro filologico svolto da Sarah Muscarà ed Enzo Zappulla, sollecitati dal regista Romano Bernardi, per riportare alla versione autentica un testo che il grande Angelo Musco aveva ampiamente sfrondato, venendo in querelle con Pirandello. Nel periodo in cui andrà in scena il ‘nuovo’ “Berretto a sonagli” si svolgeranno incontri e seminari a supporto di un’operazione importante sotto il profilo storico e culturale, che fa capire quanto laboratorio, impegno, dedizione e amore, finalizzati all’ottimizzazione del risultato, sono dietro e dentro ogni testo teatrale. Lo scambio di lettere tra Martoglio e Pirandello sulla faccenda merita di essere conosciuto e diffuso.