Premio “Ninfa Galatea-Lido dei Ciclopi” 2014, VIII edizione ideato per diffondere la cultura della legalità

Premio per la letteratura alla giornalista scrittrice Elisabetta Rasy
“Leggere è un piacere non un dovere. Il libro ci insegna a pensare” 

da sx: R. Passalacqua, A. Pavone, E. Ciravolo, C. Bonfanti, E. Doria, S. Zappulla Muscarà, E. Rasy, A. Presti, M. Sacco, M. Spampinato, C. Maugeri, F. Caffo, G. Giuffrida, A. Bartoli

La storica cornice del “Lido dei Ciclopi” di Acitrezza, paesino sul mare della riviera Ionica, descritto e raccontato da Giovanni Verga, si immerge in uno scenario sofisticato e incantatore, che influenza pensieri e visioni, accogliendo l’VIII edizione del Premio “Ninfa Galatea”, simbolo della Rivoluzione di Velluto che lotta la mafia senza vittime, veicolo di cultura, con il ritmo cadenzato dello scorrere del mare, avvolto nella magia delle note musicali e dell’arte dei suoni della lettura.
Riflettori puntati su una serata di teatro-spettacolo civile, ricamata da storie magnifiche e straordinarie attraverso parole vergate bizzarre con preziosi memo, che lasciano un segno audace e di rilancio sociale, con l’obiettivo di diffondere la cultura della legalità, mediante la promozione del libro e della lettura.
Un’occasione per commemorare la legge Rognoni-La Torre e la recente istituzione dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e il loro riutilizzo per una crescita sociale e culturale, segnando una strategica presenza dello Stato sul territorio, esempio il Lido dei Ciclopi, gestito per conto dello Stato da “Gli Ulivi srl” del dott.
Giuseppe Giuffrida. Il magistrato del Tribunale di Catania, Roberto Passalacqua, ha sottolineato la presenza ormai del numero elevato di aziende operanti sul mercato attraverso amministratori fiduciari.
La conduttrice della serata,
Anna Pavone, ha presentato la giuria di cui è presidente Sarah Zappulla Muscarà e composta dagli arch. Fulvia Caffo (Soprintendente ai BB.CC.) ed Elena Ciravolo (exhibit designer e home stager), dott.ssa Caterina Maugeri Costanzo (imprenditrice), Michela Sacco Messineo (Università Palermo), Margherita Spampinato (Università Catania). È stato consegnato il premio per la letteratura (insieme a splendide sculture in cartapesta create dagli artisti di “Cartura” Alfredo Guglielmino e Davide Minaldi) alla giornalista-scrittrice Elisabetta Rasy, per il romanzo “Non esistono cose lontane”; collaboratrice de “Il Sole 24 Ore”, RAI, “Paese Sera”, “L’Espresso”, “Panorama”, “La Stampa”, il “Corriere della Sera”.

Da sinistra, Anna Pavone, Elisabetta Rasy, Pucci Giuffrida

Ha trascorso infanzia e giovinezza a Napoli, città della famiglia paterna d’origine franco-greca. Una storia dalla scrittura asciutta e musicale, con un’originalissima “playlist” di brani orchestrati tra pathos e ironia, intorno agli ingressi eterni del desiderio, dell’amore e del suo spegnersi. La passione, da Shakespeare a Balzac, dai fotoromanzi alle canzoni di ogni tempo, ha mille volti ed un solo anelito “… don’t know where, don’t know when … We’n il meet again”. Un giallo-thriller, “familiare e sociale – si legge nella motivazione – dall’originale, avvincente impianto narrativo e dalla scrittura che affronta con garbo e incisività temi di estrema delicatezza, come l’amore”.

“Mi onora ricevere un Premio in un contesto in cui si collega il libro alla legalità.” – ha dichiarato Elisabetta Rasy. “Di solito nei premi in giro per l’Italia c’è tanta retorica. Qui ho ascoltato tematiche molto interessanti e assai dibattute. I giornali sono confiscati da un’informazione “pettegola” basata soltanto sulle registrazioni di battute da parte di onorevoli e di personalità autorevoli. Invece non si spendono tante parole sulle problematiche e sul senso dei beni confiscati alla mafia”. E ancora continua “I lettori investono sui libri pensati, che fanno riflettere. Leggere è un piacere, non un dovere. È un piacere a cui bisogna essere educati e che educa a pensare. Oggi il libro è sempre meno importante perché la nostra società non ci abitua a considerare la complessità del mondo in cui ci troviamo. Il libro ci insegna a pensare. Purtroppo siamo invasi da “non libri” e gli editori puntano solo sul mercato con numerosi instant book”.

                                       Da sx. Egle Doria, Pucci Giuffrida 

Egle Doria, catanese, figlia d’arte (il padre musicista, la madre poetessa-scrittrice), premiata per la carriera teatrale. Dal Teatro Stabile di Catania ed altre compagnie di rilievo nazionale poi, con il regista Nicola Alberto Orofino, dà vita a “XXI IN SCENA”, rassegna di teatro e spettacoli. Debutta al Teatro Antico di Taormina nella versione siciliana de “La figlia di Iorio” di Giuseppe Antonio Borgese dietro invito di D’Annunzio. Per l’occasione viene consegnato il libro “La figlia di Iorio: Tra lingua e dialetti”, scritto a quattro mani da Enzo e Sarah Zappulla Muscarà.

Giuffrida, Zappulla Muscarà, Carbonaro

L’attrice con un outing accorato sulla crisi economica attuale nota: “Molti pensano che l’attore è soltanto una persona che ama esibirsi, stare sul palco. Noi siamo in scena perché la gente ci ascolti. A Catania noi stiamo sopravvivendo per la passione e l’amore che abbiamo per il teatro. Tutti dobbiamo impegnarci con più slancio affinché ritorni il pubblico dei ventenni”, davanti al numeroso e colto pubblico recita la poesia “’U criatu” scritta da un detenuto. Ad arricchire la serata l’assegnazione di un premio speciale ai tre coraggiosi promotori di cultura: Andrea Bartoli, notaio, ideatore del “Farm Cultural Park” di Favara, per il “notevole contributo alla valorizzazione dell’Arte e della Cultura”; Corrado Bonfanti, il Sindaco di Noto che “ha impresso alla sua sindacatura la vocazione all’incremento turistico, allo sviluppo economico del territorio, alla salvaguardia dei monumenti barocchi, all’editoria, alla lettura” e Antonio Presti, presidente della Fondazione Fiumara d’Arte, messinese di nascita ma catanese d’adozione, “si è mobilitato per la riqualificazione del quartiere di Librino con una serie di iniziative e progetti per affermare la cultura della legalità” che riceve il premio dal Sindaco di Catania Enzo Bianco insieme a Daniela Ilieva, traduttrice bulgara di Stefano Pirandello. Fra le numerose autorità presenti Annamaria Polimeni, vice-prefetto vicario della città di Catania; Francesco Messineo, Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Palermo. La dott.ssa Letizia Bellelli, Direttrice della Casa Circondariale di Enna, ha donato il libro di ricette multietniche scritto dai detenuti dal titolo “Incontriamoci a tavola …io sono …tu sei …noi siamo …cittadini del mondo” e l’attrice Valentina Ferrante ha letto alcuni stralci del romanzo di Elisabetta Rasy.

 

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