Pozzebon si, Pozzebon no…

L’attaccante ex Messina è uno dei principali indiziati per lasciare la maglia rossoazzurra. Lo stesso Lo Monaco lo ha confermato. Ma siamo certi che una sua cessione sia la scelta più giusta?

calciocatania.it
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Demiro Pozzebon ed il Catania, un amore sbocciato a metà. Insomma, a dir la verità le premesse al suo arrivo erano state più che positive. Attaccante d’alto livello per la serie C, capace di fare reparto da solo, di dare ossigeno alla squadra nei momenti del bisogno facendola, come si dice consuetudinariamente, “salire”, fiuto del gol, istinti da rapace e chi più ne ha più ne metta. Oltre alle mere caratteristiche, ad incoraggiare c’erano anche i numeri del giocatore totalizzati con la maglia del Messina: 8 reti in 22 presenze con i peloritani, praticamente il 50% del fatturato totale della squadra. D’altra parte, erano copiose anche le motivazioni che facevano storcere il naso ad un suo arrivo. Al Catania, lo scorso gennaio, serviva un attaccante coi fiocchi, che segnasse a ripetizione, in modi anche poco belli esteticamente e, sotto questo punto di vista, Pozzebon non ha mai brillato, considerato che i suoi massimi di reti realizzate li ha fatti registrare in campionati minori come l’Eccellenza e la serie D. In più, quella sua dubbia voglia di sacrificarsi per la squadra, fattore che aveva degradato il suo rapporto con la piazza messinese e, in primis, col tecnico Lucarelli.

Il suo inizio di avventura alle falde dell’Etna è stato positivissimo, per non utilizzare termini più roboanti. 2 gol nelle prime 4 presenze con la nuova maglia, niente male per una squadra che aveva bisogno come l’aria di un centravanti con i fiocchi. Poi, però, il calo repentino, arrivato di pari passo a quello collettivo e ciò è importante da ricordare. E’ vero, e va menzionato, come poche palle utili da insaccare gli siano arrivate dopo quelle prime quattro partite. E’ vero che lo scarso rendimento della mediana ha condizionato, e non poco, la manovra e l’efficacia di un attaccante che ha bisogno che attorno a sé agisca una vera e propria “orchestra”, che suoni una musica soave, coordinata in modo eccelso. E’ anche vero, però, che col passare delle settimane i movimenti del nativo di Roma si siano fatti più farraginosi, che abbia trovato copiose difficoltà nell’addomesticare il pallone, che non sia riuscito ad ergersi a “paladino” capace di tirare fuori dalle sabbie mobili i compagni. In poche parole, ed in definitiva, una delusione bella e buona. E’ tutto da imputare a lui o il crollo tecnico/emotivo del gruppo è una scusante da potergli attribuire?

Sia chiaro, rispondere a questa domanda senza avere una controprova fornita dal campo risulta impossibile. Sembra, però, che Pozzebon non incarni alla perfezione quel profilo di attaccante di cui il Catania necessità, quell’identikit tracciato a più riprese da Pietro Lo Monaco, che la dirigenza rossoazzurra sta cercando di recuperare sul mercato. Un centravanti alla Litteri o alla Eusepi sarebbero forse più consoni ad un progetto del genere, hanno sì caratteristiche simili a quelle dell’ex Avellino, ma curriculum e “peso specifico” diversi. Ma allo stesso tempo il giocatore visto così bene a Messina non può essersi “sciolto” come neve al sole all’improvviso, ergo è più che probabile che all’interno di una macchina oleata, che viaggi a pieno regime, Pozzebon possa dire la sua, magari non mettendo a segno i canonici 20 gol, ma segnandone qualcosina di meno, risultando anche utile alla squadra in termini di rifinitura.

L’impressione è che la parola finale e definitiva sull’argomento Pozzebon ce l’avrà Lucarelli. I rapporti tra i due non sono eccelsi, per utilizzare un eufemismo, a causa di qualche episodio spiacevole accaduto a Messina, motivo per cui il tecnico ora rossazzurro avallò una sua cessione. Considerando quanto accaduto in passato, e l’interesse di molte squadre per lui, la percentuale di una sua partenza è notevole, ma mai dire mai. Il mercato è ancora molto, molto lungo e le sorprese non sono mai da escludere.

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