Omaggio a Čajkovskij con l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini diretta da Epifanio Comis, violino solista Lana Trotovsek

È la quintessenza dell’anima ciaikovskiana ad animare il concerto monografico che il Teatro Massimo Bellini dedica al sommo compositore russo, tra i più amati al mondo e non solo dagli appassionati.

E davvero non hanno bisogno di presentazione i due capolavori in programma, ovvero il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35 e la Sinfonia n. 6 in si minore op. 74, intitolata “Patetica”, pare su suggerimento di Modest, fratello di Pëtr Il’ič.

L’appuntamento rientra nel recupero della stagione concertistica 2020 e prevede due date: sabato 2 aprile alle 20.30 (Turno A) e domenica 3 aprile alle 17 30 (Turno B). Chi non è  abbonato potrà naturalmente acquistare i biglietti singoli.

Sul podio del Bellini torna il nome prestigioso di Epifanio Comis, eclettico pianista, direttore d’orchestra e didatta. Violino solista sarà la slovena Lona Trotovsek, virtuosa di chiara fama.

Čajkovskij compose il suo unico concerto per violino alla fine del fecondo triennio in cui avevano visto la luce il Concerto per pianoforte, la Quarta Sinfonia, Evgenij Onegin e Il lago dei cigni.

Il lavoro fu completato agli inizi del 1878 a Clarens, vicino Ginevra, con la collaborazione tecnica del violinista Iosif Kotek, che avrebbe dovuto essere il primo esecutore, ma rinunciò a causa delle difficoltà esecutive, seguito a ruota dal rifiuto di un altro eccelso concertista, Leopold Auer, inizialmente dedicatario della creazione.

La prima esecuzione avvenne solo il 4 dicembre 1881 a Vienna, grazie alla disponibilità del violinista Adol’f Brodskij, al quale Čajkovskij dedicò infine la partitura. Il  concerto fu stroncato dal celebre critico Eduard Hanslick, ma il meritato  successo arrivò con il riscontro riportato via via nelle principali piazze europee.

Sorte simile sarebbe toccata alla Sesta Sinfonia, accolta senza entusiasmo alla première di San Pietroburgo, nove giorni prima della morte del compositore, il 16 ottobre 1893. Fu la sua ultima volta sul podio. L’opera venne riproposta pubblicamente il 6 novembre, evento che assunse di fatto il valore di una commemorazione, avviando al contempo il percorso trionfale di una composizione densa di significati da decifrare. Così scriveva Čajkovskij tre anni prima: «Mi è venuta l’idea per una nuova sinfonia con un programma che resti enigmatico per chiunque”. La “Patetica” è  in effetti il  testamento spirituale al quale l’artista affida il racconto cifrato di un doloroso calvario.

L’omaggio a Čajkovskij del Teatro Bellini punta su due protagonisti del panorama musicale. Diplomato in pianoforte nell’Istituto musicale “V. Bellini” di Catania con lode e menzione d’onore sotto la guida di Agatella Catania, Epifanio Comis si perfeziona con Boris Petrušanskij, Lazar Berman e Piero Rattalino. Ha suonato come solista e diretto in tutto il mondo rinomate formazioni orchestrali, quali la George Enescu Philharmonic Orchestra e l’Orchestra della Radio di Bucarest, la Filarmonica di Kiev, di Szeged, di Brasov, di Cluj e di Lugansk, gli Osaka Symphoniker e la Kioto University Symphony Orchestra. Si è esibito in prestigiosi teatri e sale da concerto, tra l’altro al Chankaichek Theatre di Taipei, Concert Hall di Kyoto, Symphony Hall di Osaka, Carnegie Hall di New York. Ha eseguito l’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Rachmaninov alla Sala delle Colonne di Mosca e nel 2013 è stato insignito dell’ambito “Sergei Rachmaninov International Award” al Conservatorio di Mosca.

Insegna Pianoforte all’Istituto Musicale “V. Bellini” di Catania, di cui è attualmente Direttore. Svolge un’intensa attività didattica che ha portato alla luce diversi giovani pianisti, vincitori dei più blasonati concorsi internazionali, quali il Busoni di Bolzano, il Queen Elisabeth di Bruxelles, il Beethoven di Bonn, il Liszt di Budapest e il Čajkovskij di Mosca. È stato invitato a tenere masterclass in tutto il mondo, tra l’altro alla Manhattan School of Music, l’Accademia Chopin di Varsavia, il Conservatoire Royal di Mons, l’École Normale de Musique di Paris, le Università di Greensboro, New Jersey, West Chester, Nuevo Leon e il Conservatorio Čajkovskij di Mosca.

Di rilievo altresì la partecipazione  di Lana Trotovsek. Il Washington Post ha definito  la sua performance ‘radiosa’, evidenziandone il suono raffinato e il senso della frase musicale. Dal debutto, avvenuto nel 2012, con l’Orchestra del Teatro Mariinskij diretta da Valery Gergiev, si è esibita con varie formazioni orchestrali di livello internazionale. Di recente ha suonato con la London Symphony Orchestra diretta da Gianadrea Noseda. È  stata invitata da importanti  istituzioni musicali, come Wigmore Hall a Londra, Konzerthaus a Vienna, Teatro la Fenice di Venezia, Concertgebouw di Amsterdam, Muziekgebouw a Eindhoven. Si è esibita in Cina, Giappone, Canada, USA, nei festival di Aix-en-Provence, Aldeburgh, Ljubljana, Shanghai, Santander, con direttori del calibro di  George Pehlivanian, Hans Graf, Barry Wordsworth. Nata a Ljubljana, in Slovenia, ha iniziato a suonare il violino all’età di quattro anni; il suo prodigioso talento è stato riconosciuto da Ruggiero Ricci, che è stato il suo mentore al Mozarteum di Salisburgo; si è perfezionata quindi al Trinity College of Music e al Royal College of Music di Londra. Insegna al Conservatorio Trinity Laban ed è docente ospite dell’Accademia di musica di Ljubljana. Suona un violino di Pietro Antonio dalla Costa del 1750.

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