“Non ti pago”, Salvo Saitta ed Eduardo Saitta in scena al Musco con un nuovo allestimento del classico di De Filippo

Dopo il debutto di giovedì, alle ore 19, lo spettacolo – prodotto dall’associazione ABC – sarà poi replicato fino al prossimo 28 gennaio. In scena, in ordine di apparizione, ci saranno anche Francesca Agate, Alfio Belfiore, Diana D’Amico, Turi Giordano, Marco Fontanarosa, Giovanni Maugeri, Eleonora Musumeci, Serena Rapicavoli, Aldo Toscano.

“Non ti pago” è la commedia perfetta – racconta il regista Antonello Capodici – nelle sue pagine tutto è perfezione. Il soggetto, la scansione delle scene, la costruzione drammaturgica: tutto. I dialoghi, poi! Non c’è una battuta che non ne origini subito un’altra altrettanto efficace. Non c’è una battuta che non discenda dalle precedenti con una urgenza evidente e precisissima. Metterla in scena è molto facile per un regista: infatti, questa è la terza o la quarta volta che lo faccio. La prima – aggiunge Capodici – più di vent’anni fa, con uno strepitoso Enrico Guarneri. All’epoca, tuttavia, temo di non essere riuscito a comprenderne appieno i risvolti tragici. Credo per l’inesperienza del mestiere, e – più ancora – per quella anagrafica. Ci vogliono, infatti, i capelli bianchi per sondare tutto intero l’abisso di malinconia con cui il protagonista Ferdinando si rivolge al padre morto che, inspiegabilmente, si rifiuta di soccorrerlo nel sogno. Ci vogliono anni fitti di vita per capire il dramma di questo signore, ormai giunto alla mezza età, che si rifiuta di smettere il proprio ruolo di figlio”.

La vicenda di Ferdinando Quagliolo (Eduardo Saitta), giocatore sfigato e “smorfiatore” disastroso, è infatti un delizioso paravento dietro il quale si agita il protagonista vero: il padre morto (Salvo Saitta). Venerato dalla memoria di tutti, ambiguo genitore “vicario” del fortunatissimo Bertolini, a sua volta futuro marito della giovane Stella e, perciò, in qualche modo anche figlio “adottivo” di Ferdinando in qualità di genero.

“Come si vede – aggiunge il regista Antonello Capodici – sono generazioni che si rincorrono senza mai raggiungersi del tutto. E’ il genio tremendo di Eduardo, che ci fa ridere fino alle lacrime. Appunto. Lacrime che, asciugandosi, lasciano strie di sale e malinconica rabbia. E’ la vita, appunto. Colma di parole inutili e preziosissimi gesti. Vissuta come un irreparabile sogno dal quale non ci sveglia mai del tutto. La Vita. Oggi, i capelli bianchi sono spuntati. Ma non so quanto più abbia capito, della commedia, rispetto a quegli anni, trascorsi e remoti. Nel frattempo e cambiato il mondo. Il Teatro – ovviamente – è cambiato anch’esso e noi tutti insieme a lui. Quello che mi è chiaro è che quando vedo Ferdinando che parla con il ritratto di suo padre Saverio, inevitabilmente, è come se fosse Eduardo stesso a parlare con il suo proprio padre: il terribile ed immenso Scarpetta. Che non lo legittimò mai come figlio (come neppure legittimò i fratelli Peppino e Titina) ma che gli insegnò il segreto del mestiere. Che gli fu moltissimo Maestro, ma assai meno “papà”. Un uomo amato ed odiato con la stessa densa ferocia, con il medesimo, incommensurabile strazio. Arriverei persino a dire che la Storia – tutta la Storia – non è altro che la vicenda eterna delle parole dei Figli e delle parole dei Padri; generazioni – conclude Antonello Capodici – sempre destinate a parlarsi, ma senza tuttavia comprendersi mai”.

Dopo il debutto di giovedì 11 gennaio, “Non ti pago” sarà poi replicato venerdì 12 (ore 21), sabato 13 (ore 17.30 e 21), domenica 14 (ore 18), venerdì 19 (ore 21) sabato 20 (ore 17.30 e 21), domenica 21 (ore 18), venerdì 26 (ore 21), sabato 27 (ore 17.30 e 21), domenica 28 gennaio (ore 18).

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