R.I.P. il regista bergamasco Ermanno Olmi

Cinema: addio ad Ermanno Olmi, uno dei più grandi registi e sceneggiatori italiani di fama internazionale, vincitore del leone d’argento e d’oro, del premio della critica alla mostra del cinema di Venezia e della Palma d’oro a Cannes

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È venuto a mancare oggi all’età di 86 anni, il regista e sceneggiatore Ermanno Olmi. Era stato ricoverato tre giorni fa, perché affetto da una malattia, rimanendo fino alla fine accanto alla moglie e i suoi due figli.

Ermanno Olmi nacque a Bergamo il 24 luglio del 1931 da una famiglia cattolica e rimase orfano di padre che morì durante la seconda guerra mondiale. Quando era ancora un bambino, si trasferì a Treviglio dove trascorse gran parte della sua vita. In seguito, si trasferì a Milano per iniziare i corsi di recitazione all’Accademia di Arte Drammatica. Da Milano si trasferì ad Asiago dove risiedette fino alla morte. Iniziò la sua carriera cinematografica nel 1959, scrivendo e dirigendo il lungometraggio Il tempo si è fermato, che parla di uno studente universitario che lavora come guardiano di una diga, che sostituiva un altro operaio. Nel 1961 diresse il film il posto, (un ragazzo che partecipa ad una selezione per lavorare in un’azienda di Milano e la sua famiglia si aspetta che si aggiudichi il posto fisso), vincendo il premio della critica alla mostra del cinema di Venezia, lo stesso anno. Nel 1968 raggiunse il successo, dirigendo altre pellicole come un certo giorno (un pubblicitario che a causa dei ritmi frenetici lavorativi e la sua relazione extra coniugale, trascura la famiglia), i recuperanti (ambientato nel secondo dopoguerra, un giovane torna al suo Paese per mettersi alla ricerca di un lavoro), durante l’estate (un insegnante con la passione per l’araldica, per vivere fa l’illustratore di carte geografiche), e la circostanza (una signora ricca molto anaffettiva si prende cura di una persona ferita, che le fa cambiare la visione delle vita), quest’ultimo giudicato come capolavoro. Nel 1978 diresse l’albero degli zoccoli (chiamato così, perché in una campagna nel bergamasco vivevano quattro famiglie di contadini e un bambino di 6 anni doveva percorrere 6 km per arrivare a scuola, ma un giorno torna a casa con uno zoccolo rotto e non potendosi permettere l’acquisto di un nuovo paio di scarpe, il padre decise di tagliare un albero di pioppo per realizzare un altro paio di zoccoli), film che vinse la Palma d’oro al 31esimo festival di Cannes.

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Olmi era affetto dalla sindrome di Guillain-Barré e a causa di ciò prese una pausa forzata dal mondo del cinema, tornando poi nel 1987, dirigendo il film lunga vita alla signora! (un ragazzo sedicenne che frequentava la scuola alberghiere, venne invitato ad una cena in qualità di cameriere apprendista. Durante la cena, i commensali si comportano in modo meschino nei confronti del ragazzo) che vinse il premio leone d’argento al festival di Venezia e il leone d’oro l’anno successivo con il film la leggenda del santo bevitore (ambientato in Francia, un benefattore dona ad un minatore senzatetto 200 franchi per sdebitarsi, ma il signore vorrebbe che il denaro venga donato alla statua di Santa Teresa di Lisieux, alla quale è devoto).  La carriera di Olmi fu molto lunga e fruttuosa, e oltre alla produzione di molti altri film, si dedicò anche alla realizzazione di documentari e spot per la RAI. Nel 2008 ricevette la laurea honoris causa in Scienze Umane e Pedagogiche, per la sue radici culturali e conoscenza delle tradizioni. I funerali del regista, verranno celebrati privatamente.

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