Misterbianco canta: “Storia di focu, di fidi e d’amuri”

Uno spettacolo scritto e interpretato da Mimmo Santonocito con   Massimo Costanza come produttore e ideatore, per la regia di Nadia Trovato, un vero successo al teatro Nelson Mandela di Misterbianco

13413806_10208551337212279_1480984622_n

È uno spettacolo storico che, attraverso l’incontro immaginario di “Masi” (Mimmo Santonocito) con il pastorello  Luciano, rievoca e ripercorre i momenti più importanti della storia della comunità misterbianchese.

Scritto e interpretato da Mimmo Santonocito, da sempre custode delle tradizioni culturali del paese, quest’opera, per suo stesso dire, è  un atto d’amore per Misterbianco e la sua gente.

I testi, le musiche e le canzoni  sotto la regia di Nadia Trovato, raccontano con accorata partecipazione, la vita di un casale che lotta per diventare “terra” e liberarsi così, definitivamente, dalle tasse eccessive, imposte dalla vicina Catania.

 In questo percorso lungo e non senza difficoltà, dovrà altresì contrastare forze ben più pericolose e devastanti come il terremoto e l’eruzione dell’ Etna del 1669 che distrussero la “vecchia Misterbianco”.

Tuttavia, gli abitanti non si diedero per vinti e riuscirono a ricostruire il paese, armati appunto di fede e amore.

13382294_10208551337052275_17932850_n

Chi ha visto il musical, così si può tranquillamente definire, sa che è stato messo in scena più che uno spettacolo, un sognoIn primis, dello stesso autore che per anni non ha mai smesso di fare il cantastorie nel salotto di casa sua, attorniato da amici e appassionati di tradizioni antiche e poi da Massimo Costanza, produttore e ideatore dello spettacolo che, come in  una sorta di visione,  ha voluto fortemente che questo testo fosse rappresentato in teatro.

Da quel momento, dopo la felice intuizione, ha messo in moto una “spietata macchina da guerra” che ha visto in scena più di 40 persone.

Non solo, tutto il paese è stato in fermento e ha contribuito per la realizzazione dell’evento.

Bellissime le scene realizzate da Carmela Zuccarello, le coreografie di Martina Asero e le canzoni eseguite dal coro polifonico Monastarium Album  diretto dal Maestro Pippo Caruso.

13407543_10208551338172303_1329671503_n

Sicuramente d’effetto le video proiezioni di foto antiche che hanno accompagnato la parte finale dello spettacolo. Le emozioni sono state tante e questo lo affermo da misterbianchese, pertanto, se un valore aggiunto può essere dato all’opera in sé, è sicuramente quello di essere vissuta in questo paese.

 Molte delle cose viste in scena, infatti,  le ho sentite raccontare dai nonni, dai miei genitori,  da mio padre  che  possiede un archivio fotografico di tutto rispetto.

Alcune tradizioni, poi,  le ho respirate fin da piccola, quando sulle spalle di papà, durante la festa , ascoltavo e cercavo d’imparare la cantata della Madonna degli Ammalati, i fuochi e le ballate delle “varette”  (candelore) a Sant’Antonio oppure quando quel personaggio unico che noi tutti abbiamo conosciuto con il nome di Turi Campanazza, ha inventato dal niente, un Carnevale che, poco per volta, ha cominciato a farsi conoscere e non solo nella nostra Sicilia, lasciando al paese un ricordo indelebile della sua allegria e ironia.

Ho vissuto da bambina, tornando a casa con le ginocchia sbucciate, i giochi all’oratorio con il nostro Padre Cannone che ha cresciuto generazioni di Misterbianchesi.  Con la bici, correvo per le vie del paese, bussando di casa in casa,  a caccia di un ipotetico tesoro e da grande mi ritrovo a pensare che era proprio quello, il tesoro, ossia il sentirsi parte di una comunità, sensazioni che non è possibile sperimentare nell’anonimato e nell’indifferenza delle grandi città. Ci si cresce all’interno di alcune realtà e il senso d’identità di un popolo si costruisce un passo alla volta, condividendone gioie, responsabilità, eventi, impegni, poi ti si attacca addosso come una seconda pelle e difficilmente potrai liberartene, perché rimane dentro di te anche se la vita ti porterà lontano da quel luogo.

La quotidianità nei paesi bisogna accettarla così com’è , con limiti e potenzialità.

13393277_10208551337452285_1230274503_n

Per quanto possa essere piacevole che ognuno si faccia i fatti suoi, per quanto possa essere salutare che nessuno s’interessi con morbosa curiosità delle faccende altrui, nei paesi questo non è consentito, cosicché, si sperimenta, purtroppo, la forza devastante  del pettegolezzo  e   il  “cuttugghiu” della settimana diventa “patrimonio” di tutti, è anche  questa, la vita nelle cittadine dove ci si conosce tutti, nel bene e nel male.

Come paesana (termine  usato, spesso,  in senso dispregiativo, per voler indicare qualcuno dalla mentalità ristretta), e qui lo dico con fierezza poiché sta ad indicare un senso d’appartenenza che in questo caso rivendico,  per la tenacia e la forza che ha contraddistinto la nostra gente, non si può rimanere indifferenti ad un lavoro del genere.  I numeri sono impressionanti:  nove repliche e più di  4500 persone che hanno assistito alla rappresentazione. E se è vero che le tante emozioni che suscita, commozione, rabbia, gioia, orgoglio, sono ad esclusivo appannaggio di chi a Misterbianco è vissuto e cresciuto, non si può, tuttavia negare, l’enorme sforzo che è stato compiuto da tutti per portare in scena la nostra storia che, però, a pensarci  bene, non è solo nostra.

Vuoi o non vuoi, infatti, l’esperienza della “Muntagna ca scassau” qui, a Catania e provincia, l’abbiamo vissuta tutti e aldilà dell’ evento in sé, dobbiamo ammettere che la storia di questo popolo, potrebbe essere la storia di ognuno di noi che lotta, nonostante le difficoltà e i fallimenti, per costruirsi, degnamente, il diritto ad una vita felice insieme alle persone che ama.

13413870_10208551342652415_203094782_n

Ecco perché, a mente fredda, dopo il turbinio di emozioni che mi ha investita durante lo spettacolo,  vorrei ringraziare personalmente Mimmo Santonocito, Massimo Costanza e Nadia Trovato, talentuosa regista  e tutti coloro che hanno preso parte alla realizzazione di “Storia di focu, di fidi e d’amuri”, poiché hanno avvicinato i misterbianchesi alle proprie radici e hanno trasmesso a tutti gli altri che misterbianchesi non sono, la passione per una terra e un’idea.

a Cognita Design production
Torna in alto