L’USSI Catania ricorda il ciclista Santisteban morto sulle strade dell’Etna

Grazie all’interessamento dall’Unione Stampa Sportiva Italiana sezione di Catania, d’intesa con l’amministrazione di Aci S.Antonio, nella figura del vice sindaco Quattrocchi, è stato ricordato il ciclista spagnolo morto durante il Giro d’Italia del ’76. WhatsApp Image 2017-09-17 at 10.31.05

Il direttivo e i giornalisti dell’USSI della sezione di Catania hanno ringraziato di cuore il vicesindaco del comune di Aci S.Antonio, ridente comune del catanese alle pendici dell’Etna, per aver permesso la riqualificazione del monumento al ciclista spagnolo Juan Manuel Santisteban, scomparso il 21 maggio del 1976 durante la prima tappa del 59° Giro d’Italia, in seguito ad una caduta in una curva del territorio comunale.

Durante una sobria manifestazione nel luogo di posizionamento del monumento di Aci S.Antonio, in via Nuova lungo la Strada Statale 106 Jonica (località Frassinetto), il presidente dell’USSI provinciale, Giacomo Cagnes, accompagnato dal segretario Salvo Sciuto, dai consiglieri Francesco La Rosa del direttivo USSI regionale e dal vicesegretario generale Nunzio Currenti, come rappresentanza dei colleghi giornalisti catanesi, hanno condiviso in una calda mattinata domenicale un momento solenne e ringraziando coralmente il vicesindaco di Aci S.Antonio, Michele Quattrocchi, che – con l’ausilio di un operaio comunale – aveva provveduto a far ripulire dalle sterpaglie ed abbellito con delle piantine il monumento allo sfortunato ciclista della KAS, vincitore tra l’altro di due tappe alla Vuelta di Spagna. WhatsApp Image 2017-09-14 at 19.44.07

Il direttivo dell’USSI CT aveva sposato, durante il seminario dello scorso 5 maggio dedicato al Giro d’Italia in Sicilia l’idea della riqualificazione della stele lavica dedicata a Santisteban, grazie anche all’accorata richiesta del giornalista Giuseppe Vecchio, appassionato di ciclismo, che per primo aveva segnalato l’incuria del monumento dedicato. Invito prontamente raccolto grazie all’interessamento dei giornalisti USSI regionali Nunzio Currenti e Francesco La Rosa e che ha trovato nel vicesindaco Quattrocchi la sensibilità necessaria a ristabilire il decoro della preziosa opera di ricordo, abbandonata all’incuria e coperta da rovi e sterpaglie.

Gigi Ronsisvalle, consigliere nazionale della Fnsi: “Avete fatto una cosa splendida. Lo sport e il giornalismo devono sapere andare al di là della quotidianità scontata. Recuperare la memoria e un pezzo di storia significa anche fare cultura. Mi dispiace non esserci stato ma sono fuori Catania. Bravi tutti”.

Giacomo Cagnes, presidente USSI Catania: “Questo è davvero un lavoro di squadra”.

WhatsApp Image 2017-09-14 at 19.44.02Proprio per questo è stata pensata l’intitolazione della via Nuova al ciclista spagnolo: “Curiamo la Memoria e il Ricordo”, la proposta che sarà portata avanti nelle prossime settimane dalla delegazione catanese dei giornalisti sportivi, anche in considerazione della importanza che riveste la bretella di Via Nuova che dalla circonvallazione di Aci S.Antonio immette verso il centro abitato di Aci Catena.

Nel contesto è stato richiesto al rappresentante dell’amministrazione comunale di Aci S.Antonio, con delega allo Sport e Turismo, la possibilità di rendere meglio accessibile l’opera di ricordo con la realizzazione di una piazzetta di ristoro per gli appassionati ciclisti e non, svincolata dal tratto stradale. Una importante e significativa proposta dell’USSI catanese proprio nell’anno in cui il Giro d’Italia, che avrà la sua vetrina di presentazione nella Città metropolita di Gerusalemme, ritorna per la seconda volta consecutiva a calcare le strade siciliane.

BioHistory

imagen57Juan Manuel Santisteban Lapeire era nato ad Ampuero (Cantabria) il 25 ottobre 1944. Nel 1968, ancora dilettante, si aggiudicò cinque tappe al Giro di Guatemala. In carriera fu anche leader per tre frazioni al Giro delle Asturie 1974 e per due alla Tres Dias de Leganes sempre nel 1974. Finì la sua vita di uomo e di sportivo in una curva di Aci S.Antonio, il 21 maggio del 1976 durante la prima tappa del 59° Giro d’Italia.

Questo alcuni passi del ricordo di Giovanni Tarello: “Juan Manuel Santisteban Lapeire, professione ciclista. Era un guerriero coraggioso, ricco d’animo e di forza. Qualità da capitano, ma la sua indole di faticatore remissivo gli fece preferire l’oscuro ruolo di gregario (ricordato e rimpianto soprattutto dal povero Juan Manuel Fuente).  Amava la bicicletta e le corse. Preferì rinviare l’occupazione contadina per cercare sorte e peseta con il cavallo d’acciaio. – 1337586074_extras_mosaico_noticia_1_g_0La TragediaEra venerdì 21 maggio e il Giro partì per la cinquantanovesima volta. Prima giornata suddivisa in due semitappe disegnate per i velocisti, la prima da Catania a Catania di 64 chilometri, la seconda da Catania a Siracusa di 78. Mattinata incerta in Piazza Duomo, nubi basse sporcavano il cielo altrimenti di un azzurro intenso. Squarci di sereno e rattoppi grigiastri, che promettevano pioggia e dipingevano con colori esitanti l’alba del Giro d’Italia. La corsa partì forte. Osler e Pella tentarono la fuga. Raggiunti. La strada s’impigliava nelle maglie di una Sicilia splendida. Catania alle spalle. Pubblico enorme. Primo traguardo volante a Mascalucia, dove Ercole Gualazzini infilò di giustezza Vicente Lopez Carrl, “hombre” della Kas. Quaranta chilometri divorati in un’ora. Fruscio di ruote, gruppo allungato lungo la statale panoramica che scendeva da Aci Sant’Antonio ad Aci Catena, o meglio: da “Sant’Antoni ad Aci Catina”. Curve ampie, anche pericolose, ma belle, che favorivano l’alta velocità. Era l’ora di pranzo, dalle finestre si avvertivano fragranze di tavole imbandite. L’Etna e il mare. Fichidindia e zagare. Cornici di lava e odore di pesce. Profumi di agrumi e allegria. Terra a tratti rigogliosa e altre brulla, come quella di Ampuero, accanto a Santander. Pochi chilometri e sarebbero sfilati ad Acireale, “Jacinali”, la città che si fregiò dell’onore, si disse e si scrisse, di essere stata la prima in Sicilia a sventolare il tricolore. Ventate maligne di scirocco investivano la corsa con refoli costanti. Forò Gonzalez Linares. All’anima! Erano circa le 12 e 30 e mancava poco al primo traguardo volante della gara rosa. Plotone spianato sul filo dei cinquanta orari. seteSi fermarono subito, in aiuto al capitano appiedato, Santisteban, Oliva e Carlos Ocana. Ripartirono e dopo poche veementi pedalate vedevano la coda del gruppo, immersi in un paesaggio bellissimo, che invitava a vivere e dimenticare i tormenti del Giro. Manolo conduceva il piccolo convoglio. Un curvone a destra, il brecciolino causò la tragedia: scivolò, saltò in aria e colpì con la fronte il parapetto. Rimase esamine sull’asfalto. Lo speaker di Radiocorsa, il reggiano Fanticini, sollecitò l’intervento della Giroclinica. Lo soccorsero immediatamente, voltandolo con cura. Agghiacciante, non c’era più nulla da fare. Un minuto o poco più e sopraggiunse il dottor Piero Ceccoli, medico del Giro. Lo caricarono sull’ambulanza, non prima di consentire lo scatto di una foto che, con pessimo gusto, invase le prime pagine dei quotidiani del 22 maggio. Giunse cadavere all’ospedale di Acireale.

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