Lo scrittore Enrico Fagnano e il suo impegno a valorizzare la Calabria

La sua ultima fatica letteraria dal titolo “LA STORIA DELL’ITALIA UNITA”, libro basato su dati reali difficilmente contestabili.

Cosa si potrebbe ancora dire sull’Italia unita ed i suoi risvolti, a volte oscuri, che hanno influenzato intere generazioni? Forse  nulla o forse tanto si può ancora dire ed apprendere. Il libro del noto scrittore Enrico FAGNANO, che vive tra Napoli e la Calabria, certamente sarà di aiuto a tutti coloro che vorranno conoscere dei particolari inediti  della storia italiana.

Enrico Fagnano è un altro esempio di degno rappresentante del Sud; vive tra Napoli e Tortora in Calabria. Scrittore, redattore, presidente di associazioni culturali, organizzatore di spettacoli multimediali. Ci racconti perché ha scritto il libro dal titolo LA STORIA DELL’ITALIA UNITA?

“Da diversi anni ho cominciato ad occuparmi delle tematiche relative al periodo successivo all’unificazione dell’Italia. Con il tempo ho maturato la convinzione che dopo il 1860 sia iniziato un trasferimento di risorse dal Sud al Nord ininterrotto e che, a quanto pare, continua ancora. Per difendere le ragioni della nostra Terra ho ritenuto, quindi, di dover intervenire, raccontando ciò che è accaduto realmente. Per farlo, in primo luogo ho utilizzato documenti ufficiali dello Stato italiano, quali bilanci, relazioni delle commissioni parlamentari, relazioni ministeriali e censimenti dell’ISTAT. A questi documenti ho accompagnato le testimonianze dei politici, degli economisti e dei principali studiosi dell’epoca. In altre parole ho utilizzato solo testimonianze di prima mano, ovvero di persone contemporanee a quanto stava accadendo e per questo certamente credibili. Ne è conseguito un racconto concreto, basato su dati reali, che penso sia difficilmente contestabile”.

Lei ha diretto le riviste letterarie BRILLIANCITY, L’ERBA e LA PAROLA ABITATA. Ci racconti questa esperienza?

“Creare una propria rivista, cioè immaginarla, vederla nascere dal nulla e poi vederla circolare è davvero elettrizzante. Tutto questo poi diventa sempre un momento di confronto con numerosi altri autori e quindi un’occasione di crescita, sia da un punto di vista artistico, sia da un punto di vista personale”.

È stato tra i fondatori del gruppo de I POETI DEL GAMBRINUS e promotore de LO STATO DELL’ARTE. Cosa è per lei arte, cosa è per lei poesia?

“L’arte e la poesia sono le cose che rendono interessante la nostra vita e penso che siano la vera aspirazione di tutti. Per quanto riguarda me, l’arte e la poesia, che mi hanno accompagnato da sempre, sono le cose che mi hanno consentito di esprimere compiutamente le mie idee su ciò che siamo, e su ciò che dovremmo essere”.

Lei Enrico ha scritto anche altri tre libri oltre LA STORIA DELL’ITALIA UNITA. Vogliamo ricordare ai lettori i titoli e di cosa parlano i suoi libri?

“Il primo libro che ho pubblicato è stato LA BOMBA E IL SUO CONTRARIO, una raccolta di racconti di ambientazione surreale. Nel 2000 poi ha visto la luce AVVISTAMENTI, una raccolta di aforismi e di brevi racconti sulle virtù, poche, e sui vizi, molti, della nostra società. Il mio terzo libro è stato ALTERNATIVE, edito dalla Società Dante Alighieri di Napoli. Si tratta di una silloge di brevi poesie, nelle quali ho tentato di coniugare il senso delle espressioni con il ritmo dei versi”.

I suoi spettacoli multimediali hanno avuto grande riscontro di pubblico e questo l’ha stimolato ad essere sempre più presente nel panorama intellettuale napoletano e calabrese. Ci parli della zona della Calabria, nella quale lei vive?

“In Calabria io abito tra Tortora e Paia a Mare, due paesi ricchi di evidenze storiche. A Tortora, tra l’altro, ci sono un importante insediamento archeologico con testimonianze addirittura del paleolitico, un mausoleo di epoca romana e nel centro storico, che ha conservato intatto il suo aspetto medioevale, c’è il museo archeologico, che ha tra i suoi principali reperti il cippo funerario, quasi perfettamente conservato, del patrizio Marco Arrio Clymeno. A Tortora c’è ancora un’antica torre di avvistamento, la Torre Nave, mentre un’altra torre di avvistamento del Cinquecento è a Praia, sulla spiaggia di Fiuzzi, sovrastata da un castello normanno, che conserva il suo aspetto originario e addirittura è ancora abitato. Tra i due paesi, poi, c’è Aieta, il cui centro storico con le antichissime chiese è un vero museo a cielo aperto, dominato dal castello medioevale, nel Cinquecento ristrutturato e diventato un palazzo nobiliare, significativo esempio di Rinascimento Meridionale. Tutto questo, e mi sono limitato solo alle testimonianze più importanti, continua fino a Reggio e fa della Calabria una regione straordinariamente ricca di storia e di arte. Un territorio del genere dovrebbe essere continuamente percorso da miriadi di turisti provenienti da tutto il mondo e c’è da chiedersi perché questo non accada. La risposta, però, la conosciamo bene”.

Attualmente dirige la collana editoriale I SEDICESIMI ed è presidente dell’associazione culturale LA PAROLA ABITATA. Quali sono i progetti che a breve si realizzeranno?

“I lockdown hanno fatto venire a tutti la voglia di riprendere con rinnovato entusiasmo le proprie attività e quindi i progetti ci sono. Per quanto riguarda la casa editrice, contiamo di pubblicare presto altri giovani artisti meridionali impegnati nella ricerca, mentre per quanto riguarda l’associazione, stiamo per riprendere i nostri laboratori e i nostri seminari, che, ci tengo a precisarlo, sono sempre aperti a tutti e gratuiti. Per saperne di più, basta seguire il nostro sito”.

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